Il fallimento del secondo Bazar Cinese più grande d’Europa a Muggiò

Di luoghi abbandonati l’Italia ne è piena: case, fabbriche, ville e addirittura intere città fantasma. Ma come può un centro commerciale (ai tempi uno dei più grandi) diventare un’enorme discarica a cielo aperto, lasciata nel totale degrado? Eppure succede, specialmente quando ci sono di mezzo truffatori in fuga dalla pena di morte.

Tra il 2001 e il 2005 la Tornado Gest, una società gestita da un immobiliarista e da sua moglie, costruì un multisala che si trova tutt’oggi alle porte di Muggiò, in provincia di Monza e Brianza. Il terreno era di appartenenza della famiglia Casati-Stampa, la stessa che vendette la Villa di Arcore a Berlusconi. In un secondo tempo però la società venne ceduta ad un imprenditore edile già in affari con il figlio del fondatore stesso, insieme ad un altro personaggio facente parte della ‘ndrangheta di Seregno.

L’edificio venne battezzato col nome di Magic Movie Park, ma il progetto fallì forse ancora prima di iniziare, perché la società si era già indebitata contando un buco di circa 60 milioni di euro.

Nel 2006 un imprenditore cinese di nome Song Zhicai tentò di risollevare le sorti del posto, investendo altro denaro nell’impresa. Peccato però che l’uomo avesse dei grossi precedenti penali. Difatti, anni prima, Zichai era riuscito a sfuggire dalla pena di morte in Cina a causa di una gigantesca truffa ai danni dei clienti della sua precedente azienda. Non del tutto fuori dai guai, l’uomo trascorse qualche anno di carcere in Italia, e tempo dopo decise bene si reinserirsi in altri affari con la gestione dell’edificio. Il suo scopo era di creare un vero e proprio impero cinese del commercio, inserendo diverse attività come ristoranti, bar e negozi, tra cui alcuni molto conosciuti del quartiere cinese in zona Paolo Sarpi, dove l’imprenditore chiese addirittura 35000 euro per l’affitto di ogni locale.

L’impero aveva già preso forma, il centro commerciale era diviso in tre piani distinti: il seminterrato era tutto dedicato a negozi di vestiti, articoli per la casa e molto altro; al piano terra c’erano invece diversi bar e ristoranti, con tanto di enorme sala giochi; infine l’ultimo piano era composto da ben 15 sale cinema, ognuna con un nome di una città diversa del mondo. L’impresa contava un totale di circa 200 negozianti, con una superficie di 2.1515 metri quadrati, compreso il parcheggio esterno.

Purtroppo però nulla andò come pianificato, e quello che doveva essere il secondo bazar cinese più grande d’Europa non vide mai veramente la luce… o meglio, durò giusto qualche settimana. Il comune scoprì infatti che, oltre alle enormi perdite economiche, l’imprenditore non richiese mai le dovute autorizzazioni per poter vendere, ma continuò comunque l’attività, fino a quando non ci fu la goccia che fece traboccare il vaso.

Giorni dopo venne staccata l’elettricità all’intero complesso, probabilmente a causa di mancati pagamenti. Così i commercianti, furiosi nell’aver scoperto l’inganno, se la presero con Zhicai rinchiudendolo nei bagni del locale. L’uomo riuscì ad uscirne solo grazie “all’aiuto” delle forze dell’ordine, che lo arrestarono per truffa subito dopo.

Il progetto di una delle più grandi attrazioni della Brianza si trasformò quindi nell’ennesimo fallimento, e da lì l’intero stabile venne abbandonato, diventando negli anni un vero e proprio centro di discarica abusiva.

Oggi si possono solo ammirare, se così si può dire, gli scheletri della struttura principale, con videoproiettori smontati e vecchie pellicole dei film inizi 2000, insegne distrutte e vetri rotti, negozi sventrati, lasciati in balia dei vandali e della natura che ha ormai preso il sopravvento. Ma una cosa curiosa è rimasta… sparsi all’interno di uno dei tanti ristoranti cinesi del centro commerciale, si possono ancora trovare tutti i documenti appartenenti all’esuberante imprenditore Zhicai.

È quasi difficile immaginare come un tempo questo luogo potesse essere motivo di svago e di divertimento, ma per fortuna questa storia sembra avere un lieto fine. Nel Marzo del 2021, dopo anni di aste andate deserte, il comune di Muggiò si aggiudica la proprietà, con l’intento di abbattere il centro commerciale e di riqualificare l’area per farla diventare uno spazio verde a beneficio della comunità.


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