Olivier Levasseur, noto con il soprannome de “La Poiana”, fu un pirata francese attivo durante la prima metà del XVIII secolo. Levasseur fu capace di alcune delle più celebri razzie mai compiute dai pirati di tutti i tempi, ed è famoso per aver lasciato nascosto un tesoro che, si dice, possa valere al cambio attuale circa 250 Milioni di Dollari.
Sotto, il video racconto dell’articolo sul canale Youtube di Vanilla Magazine:
Ma partiamo dall’inizio
Olivier Levasseur nacque a Calais negli ultimi anni del 17° secolo (tra il 1688 e il 1690). Originario di una ricca famiglia borghese, Levasseur frequentò le migliori scuole e divenne ufficiale di marina. Nel 1708 ricevette una lettera di corsa dal re di Francia, Luigi XIV, durante la Guerra di successione spagnola, e divenne un corsaro al servizio della Corona francese. Durante questo periodo di pirateria “ufficiale”, nel Mar dei Caraibi, venne sfregiato in volto da una sciabolata che lo accecò da un occhio, e la sua benda è, ancor oggi, sinonimo di pirateria.
Sotto, disegno moderno di Olivier Levasseur:
Alla fine della guerra, nel 1715, Levasseur non era in nessun modo intenzionato ad abbandonare la sua attività, e quindi passò dall’essere un corsaro (quindi legittimato nelle sue razzie dal governo) a un pirata vero e proprio, nel pieno dell’illegalità. Dopo un iniziale periodo di pirateria nelle Bahamas e nei Caraibi, gli eventi lo condussero a guidare il suo equipaggio nei pressi dell’Africa, intercettando i carichi che, dalle Indie, si spostavano verso l’Europa.
Insieme a John Taylor, altro celebre pirata, riuscirono nel 1721 a catturare la “Nossa Senhora do Cabo“, una nave portoghese che era carica di uno dei più grandi tesori fino ad allora trasportati su un vascello.
La nave trasportava il tesoro del vescovo di Goa e del viceré dell’India portoghese, ed era composto di lingotti d’oro e d’argento, forzieri di ghinee d’oro, perle, barili di diamanti, sete, oggetti d’arte, un pastorale e una croce e altri ornamenti sacri dell’Arcivescovo di Goa, per un valore stimato di cento milioni di Sterline.
Sotto, la Jolly Roger di Levasseur:
Depredata la nave e spartito democraticamente il bottino, secondo le ben note leggi della pirateria, Levasseur si stabilì a Réunion, sino a circa il 1724. Qui o alle Seychelles il pirata, forse, seppellì il suo tesoro, e tentò di mediare la propria libertà con il governo francese durante un periodo di amnistia per i pirati ex-corsari, ma senza successo. Nel 1725 raggiunse quindi il Madagascar, dove tentò di lavorare onestamente ma venne riconosciuto dagli abitanti, dandosi nuovamente alla pirateria. Nel 1730 fu definitivamente catturato, vivo, e venne condannato per i suoi crimini, finendo impiccato alle 5 di pomeriggio del 7 Luglio dello stesso anno.
E in questa circostanza nasce il mistero del Crittogramma di Levasseur
Il pirata, in procinto di essere appeso per il collo, riuscì a lanciare un crittogramma sulla folla, gridando che il suo tesoro sarebbe appartenuto alla persona in grado di decifrare il suo messaggio segreto.
Sotto, il tradizionale sepolcro attribuito a Levasseur. Fotografia di Tonton Bernardo condivisa con licenza Creative Commons via Wikipedia:
Da allora, quasi 300 anni fa, sono stati in tantissimi a tentare di trovare il tesoro della “Poiana”, com’era soprannominato, sinora senza successo. Nonostante fosse assolutamente inusuale per i pirati nascondere le proprie ricchezze (è un’invenzione prima letteraria poi cinematografica con pochissimi casi verificati nella realtà), risulta comprensibile pensare che Levasseur avesse interesse a mantenere una “riserva”, in previsione di una contrattazione della propria libertà con il governo francese.
Il crittogramma più famoso è un cifrario di 17 linee, divenuto noto grazie alla pubblicazione su un libro del 1934 dal titolo “Le Flibustier Mysterieux“, di Charles de la Roncièere, storico francese.
Nonostante il crittogramma sembri avere a che fare con il tesoro, non è sicuro che si tratti del testo originale, di cui esistono almeno due versioni.
Sotto, la versione più nota del Crittogramma di Levasseur:
Nel 1923 la vedova di un certo Charles Savy, di nome Rose, trovò alcune incisioni nelle rocce della spiaggia di Bel Ombre sull’isola di Mahé, a causa del basso livello del mare di quell’anno, alle Seychelles. Trovò intagli di un cane, di un serpente, di una tartaruga, di un cavallo, di una mosca, due cuori uniti, un buco della serratura, un’urna, una figura del corpo di una giovane donna e la testa di un uomo. Un notaio di Victoria venne a conoscenza della scoperta e affermò che si trattasse di simboli della pirateria, trovando due possibili connessioni.
Sotto, un’interpretazione dell’alfabeto di Levasseur:
Una è una mappa del 1735, che riporta la “proprietà di La Poiana (Levasseur)”, mentre l’altra conduce a un pirata del XVIII secolo di nome Bernardin de L’Estang, che affermò di aver trovato almeno parte delle ricchezze dell’ex corsaro francese poco dopo la sua morte.
Vennero quindi scoperte due lettere di Levasseur stesso, la prima al nipote, che diceva: “Ho perso molti documenti durante il naufragio…Ho già raccolto diversi tesori; ma ce ne sono ancora quattro. Li troverai con la chiave delle combinazioni e degli altri documenti” e una al fratello, che recita: “Il nostro capitano è rimasto ferito. Si assicurò che fossi un massone e poi mi affidò le sue carte e i suoi segreti prima di morire. Prometti che tuo figlio maggiore cercherà il tesoro e realizzerà il mio sogno di ricostruire la nostra casa. [..] Il comandante ti consegnerà i documenti, ce ne sono tre“.
La Signora Savy e il notaio trovarono poi due bare con i corpi di due pirati, identificati dagli orecchini in oro, ma nessuna traccia del tesoro della Poiana.
Sotto, una spiaggia a Mahé. Fotografia di Hansueli Krapf condivisa con licenza Creative Commons via Wikipedia:
Nel 1947 Reginald Cruise-Wilkins, un marinaio inglese che abitava a Réunion, iniziò la sua disperata ricerca del tesoro di Levasseur, che lo condusse centinaia di volte a Mahé, dove pensava si trovassero le ricchezze, e che si concluse il 3 Maggio del 1977 con la morte del cacciatore di tesori. In tutta la sua vita era riuscito a trovare una grotta con due sarcofagi di pirati e alcune monete e pistole d’epoca. Il figlio, John, sta continuando la ricerca, tentando di risolvere il crittogramma del pirata francese.
Nessuno può essere certo dell’esistenza o meno del tesoro di Levasseur, ma se quel tesoro esistesse davvero, qualcuno sarà mai in grado di scovarlo?
Fonti: Globalgeografia, Wikipedia.