Nel 1881, il generale britannico Charles Gordon intraprese un lungo viaggio per visitare un arcipelago al largo dell’Africa Orientale: le incantevoli Seychelles, 115 isole dell’Oceano Indiano, che per molto tempo nessun essere umano ha mai abitato. Gordon, che era un fervente cristiano, riconobbe nella Vallée de Mai, sull’isola di Praslin, le descrizioni riportate nella Genesi: aveva scoperto il Giardino dell’Eden.
Fonte immagine: Wikipedia – licenza CC BY-SA 3.0
Il generale arrivò a quella conclusione non tanto per la paradisiaca natura che si vide intorno, ma per una pianta particolare, misteriosamente allusiva alla nascita dell’uomo e della donna: il Coco de Mer, o Cocco di Mare, un raro tipo di palma (cresce solo a Praslin e nella vicina Curieuse) conosciuta per la suggestiva somiglianza del suo fiore e del suo frutto con gli organi riproduttivi umani.
Fonte immagine: patano Wikimedia Commons – licenza CC BY-SA 3.0
La pianta produce una “noce” straordinariamente grande, che da un lato assomiglia alle natiche di una donna, mentre dall’altro ne ricorda il ventre e le cosce, tanto è vero che uno dei primi nomi botanici del Coco de mer è stato Lodoicea callipyge, perché Callipyge in greco significa “belle natiche”.
Fonte immagine: Didier Descouens via Wikipedia – licenza CC BY-SA 4.0
Il Cocco di mare è stato per molto tempo uno dei frutti più misteriosi della terra, che ha fatto nascere innumerevoli leggende.
Secoli fa, prima che le Seychelles fossero scoperte, i frutti di questa palma venivano trovati su coste lontane, dove gli alberi erano sconosciuti. I marinai li raccoglievano e li portavano nei loro diversi paesi di origine, dove, a causa delle dimensioni e della forma inusuale, venivano considerati degli oggetti affascinanti, dalle potenti virtù afrodisiache.
Quando un frutto del Coco de mer cade in mare non può galleggiare, a causa del suo peso (fino a 30 chili) e della sua densità. Precipita invece sul fondo, dove con il tempo perde la buccia esterna, le parti interne del frutto si decompongono, e i gas che si formano all’interno consentono al guscio di risalire alla superficie.
Immagine di pubblico dominio via Wikimedia Commons
I marinai che navigavano nell’Oceano Indiano, vedendo questo strano frutto affiorare dal fondo del mare, pensarono che crescesse su alberi sottomarini, in una qualche foresta in fondo all’Oceano. Il nome “coco de mer”, o Cocco di mare, è dovuto proprio a questa convinzione.
Questi incredibili frutti erano considerati una rarità, acquistati a peso d’oro da principi indiani, arabi e asiatici, ma anche da aristocratici europei, per i quali divennero oggetti da collezione, decorati con pietre preziose.
Nella seconda metà del ‘700, finalmente si trovò il luogo d’origine dei misteriosi frutti, le Seychelles, dove gli esploratori fecero un’altra inattesa scoperta: il coco de mer ha piante maschili e femminili distinte; mentre il frutto cresce sull’albero femminile, i fiori maschili si sviluppano in un suggestivo amento dalla forma fallica.
Immagine condivisa via Wikimedia Commons con licenza CC BY-SA 3.0
La somiglianza con gli organi riproduttivi umani diede origine a leggende molto particolari: durante le notti di tempesta, l’albero maschio si sradica, per congiungersi in un abbraccio carnale con l’albero femmina. Se qualcuno ha la sfortuna di assistere a questo amplesso botanico, o muore o diventa cieco! Comunque sia, fino ad oggi il processo di impollinazione del Cocco di Mare non è ancora stato compreso appieno…
Forse, il generale Gordon non aveva tutti i torti quando indicò la Valléè de Mai come il giardino dell’Eden, identificando nel Cocco di Mare il frutto proibito che Eva fece mangiare ad Adamo.