Il Cimitero Acattolico di Roma: arte e sacralità nel Rione Testaccio

Passeggiare per Roma è come viaggiare nel tempo. Percorri una strada e sei nella storia. Guardi un monumento, sei nella storia. Entri in un museo, sei nella storia. In ogni angolo della città rivive quel crocevia di genti e culture che ha reso Roma la “caput mundi“, ma la bellezza di questa città non si limita solo alle vie del centro e alle gallerie più famose.

L’Arco di Costantino come si mostrava ai visitatori nella prima metà del XIX secolo in una fotografia del 1850 – Immagine di pubblico dominio via Wikipedia

Sulla riva sinistra del Tevere c’è il Rione Testaccio, dove è possibile assaporare la vera cucina romana e ammirare il caratteristico Cimitero Acattolico, situato tra le Mura Aureliane e la famosa Piramide Cestia.

Mappa dei quartieri di Roma Capitale. In rosso, Rione Testaccio – Immagine di Sannita condivisa con licenza CC BY-SA 4.0 via Wikipedia

Dichiarato zona monumentale di interesse nazionale nel 1918, il Cimitero Acattolico riunisce alcune delle più importanti personalità storiche, straniere e italiane, e la sua storia ha inizio molti secoli addietro.

Il Colosseo in un dipinto di Bernardo Bellotto (1721-1780) – Immagine di pubblico dominio via Wikipedia

Le origini

Il suo nome inglese è Protestant cemetery e fu realizzato nei primi decenni del 1700 per dare degna sepoltura ai membri protestanti della corte di Giacomo III Stuart, esule a Roma dal 1719 sotto la protezione di papa Clemente XI.

Giacomo III Stuart – Immagine di pubblico dominio via Wikipedia

Con il passare del tempo il Cimitero aprì i suoi cancelli anche a molti altri stranieri e, in particolare, a tutti quegli intellettuali defunti che avevano intrapreso il Grand tour e si erano fermati a Roma in pianta stabile.

Percorsi seguiti da 5 dei più noti viaggiatori del Grand Tour in Italia: Montesquieu, De Brosses, Goethe, Stendhal, Dickens – Immagine di Touring Club Italiano condivisa con licenza CC BY-SA 4.0 via Wikipedia

All’epoca Roma era la capitale del mondo cattolico, simbolo stesso della cristianità, e ci si potrebbe chiedere come sia stato possibile che proprio qui sia nato un cimitero “Acattolico”. Eretico, anche solo nel nome.

La tomba di Belinda Lee – Immagine di IlPasseggero condivisa con licenza CC BY-SA 3.0 via Wikipedia

Come spesso è accaduto nella storia dell’umanità, la risposta è un misto fra religione e politica: al papato non conveniva entrare in conflitto con la Chiesa protestante, perché c’era il pericolo che questa replicasse adottando lo stesso atteggiamento di intolleranza nei confronti dei cattolici in terra straniera.

La tomba di Devereux Plantagenet Cockburn – Immagine di pubblico dominio via Wikipedia

Per questo motivo, per circa un secolo le autorità romane non ebbero alcun ruolo nell’amministrazione del cimitero, e soltanto nel 1821 la chiesa concesse l’espansione verso ovest.

Tomba di Hans von Marées – Immagine di Marcus Cyron condivisa con licenza CC BY 3.0 via Wikipedia

Grazie a questa operazione, oggi è possibile distinguere la “parte antica” da quella più recente, e gli ultimi interventi fatti all’inizio del ‘900 hanno dato al cimitero il suo aspetto attuale.

Vista sulla parte centrale del cimitero – Immagine di Jimmy P. Renzi condivisa con licenza CC BY-SA 3.0 via Wikipedia

Le tombe illustri

Al suo ingresso, un portale neogotico ci immette in un’altra dimensione, in un luogo fuori dal tempo, lontano dal tumulto della città.

Vista del Cimitero Acattolico di Roma – Immagine di pubblico dominio via Wikipedia

Al marmo delle lapidi grigie e bianche si alterna una ricca vegetazione, composta da tanti fiori di colori diversi, che fanno da sfondo a un lungo percorso dove, tra il verde del prato e l’azzurro del cielo, regna un silenzio interrotto soltanto dal rumore dei passi sulla ghiaia.

La tomba di Karl Pavlovič Brjullov – Immagine di Giovanni Dall’Orto di pubblico dominio condivisa via Wikipedia

Camminando fra le tombe incontriamo tanti nomi diversi: inglesi, francesi, russi, italiani…

Persone provenienti da ogni angolo del mondo

Tomba di Victor Hoving – Immagine di Massimo Consoli condivisa con licenza CC BY-SA 2.5 via Wikipedia

Una delle prime lapidi (e anche una delle più famose) è quella di John Keats, il poeta romantico inglese per eccellenza, che si trasferì a Roma nel 1820 e morì di tubercolosi il 23 febbraio del 1821, all’età di 25 anni.

Ritratto di John Keats – Immagine di pubblico dominio via Wikipedia

La particolarità di questa pietra tombale è l’assenza del nome per volontà dello stesso poeta, che ordinò di incidere soltanto un breve epitaffio in lingua inglese:

This grave contains all that was mortal, of a YOUNG ENGLISH POET, who on his death bed, in the bitterness of his heart, at the malicious power of his enemies, desired these words to be engraven on his tombstone: “Here lies one whose name was writ in water“.

Questa tomba contiene i resti mortali di un GIOVANE POETA INGLESE che, sul letto di morte, nell’amarezza del suo cuore, di fronte al potere maligno dei suoi nemici, volle che fossero incise queste parole sulla sua lapide: “Qui giace un uomo il cui nome fu scritto nell’acqua”.

La tomba di John Keats – Immagine di Piero Montesacro condivisa con licenza CC BY-SA 3.0 via Wikipedia

Accanto a lui riposa il suo caro amico e artista Joseph Severn, scomparso il 3 agosto del 1879. Incisa sulla lapide leggiamo queste parole:

To the memory of Joseph Severn devoted friend and deathbed companion of John Keats whom he lived to see numbered among the immortal poets of England

Alla memoria di Joseph Severn, amico devoto e compagno al letto di morte di John Keats, che sopravvisse per vederlo annoverato fra i poeti immortali d’Inghilterra”.

Joseph Severn – Immagine di pubblico dominio via Wikipedia

Più avanti c’è il sepolcro di un altro grande maestro della letteratura romantica inglese: il noto poeta Percy Bysshe Shelley, morto in un naufragio nei pressi di Livorno l’8 luglio del 1822.

Ritratto di Percy Bysshe Shelley – Immagine di pubblico dominio via Wikipedia

Cor cordium, Cuore dei cuori, è il messaggio d’amore fatto incidere da sua moglie Mary Shelley, autrice del celebre Frankenstein.

Un ulteriore epitaffio recita:

Nothing of him that doth fade

but doth suffer a sea change

into something rich and strange”.

Tradotto:

Niente di lui si dissolve

ma subisce una metamorfosi marina

per divenire qualcosa di ricco e strano“.

La tomba di Percy Bysshe Shelley – Immagine di Jimmy Renzi condivisa con licenza CC BY-SA 3.0 via Wikipedia

Ma qui non ci sono solo stranieri. Nel Cimitero Acattolico di Roma possiamo incontrare anche illustri compatrioti come Antonio Gramsci, fondatore del partito comunista italiano, il fisico Bruno Pontecorvo, il poeta e scrittore Carlo Emilio Gadda e l’ultimo arrivato, Andrea Camilleri, il padre del commissario Montalbano venuto a mancare nel 2019.

La tomba di Antonio Gramsci – Immagine di Piero Montesacro condivisa con licenza CC BY-SA 3.0 via Wikipedia

L’Angelo del dolore

Tra decine e decine di memoriali dalle forme e dai nomi diversi è impossibile non rimanere estasiati alla vista di quella che è una delle attrazioni principali: L’Angelo del dolore, The Angel of grief, una scultura realizzata dall’artista William Wetmore Story come monumento funebre in onore della moglie.

L’Angelo del dolore – Immagine di pubblico dominio via Wikipedia

Questo angelo, un capolavoro di pietra e di marmo che, straziato dal dolore, si abbandona sulla lapide del suo amore perduto, con il volto coperto e le ali abbassate, appare come un essere celestiale impotente nella sua terrena disperazione.

Ma, nonostante la sofferenza, l’angelo non perde la sua aurea delicatezza e diventa portatore inconsapevole d’amore, arte e morte

L’Angelo del dolore – Immagine di Carptrash condivisa con licenza CC BY-SA 3.0 via Wikipedia

Sono proprio questi i tre pilastri sui quali si erge il Cimitero Acattolico di Roma, rifugio sacro e solenne. Nel silenzio delle tante anime che popolano questa necropoli possiamo quasi sentire la loro invisibile presenza tra i marmi e i fiori, dove il passato non sembra tanto lontano e la vita e la morte diventano l’una lo specchio dell’altra.

Tomba di August von Goethe, opera di Bertel Thorvaldsen – Immagine di Sylvie Boterdaele condivisa con licenza CC BY-SA 3.0 via Wikipedia

Bibliografia

  • Trastevere – Isola Tiberina – Testaccio | Turismo Roma
  • Cimitero acattolico di Roma nell’Enciclopedia Treccani
  • RomaSegreta.it – Cimitero Acattolico
  • Storia | Il Cimitero Acattolico (cemeteryrome.it).