Il Cavaliere d’Eon: i Segreti della Spia Transgender del 18° Secolo

Francia, Corte di Luigi XV: scandali e intrighi, menzogne e fuggevoli verità, tradimenti e ribellioni. Il sovrano, più interessato alle donne che al governo, spesso delegava ai suoi ministri la cura del Paese. Ma da acuto politico qual era, si circondò di una rete di agenti segreti che rispondevano direttamente a lui, agendo da infiltrati anche presso le Corti straniere, talvolta in aperto contrasto con gli ambasciatori ufficiali.

Era il Secret du Roi

Sotto, il video racconto dell’articolo sul canale Youtube di Vanilla Magazine:

Il Cavaliere d’Eon

Il più famoso di questi agenti fu il Cavaliere d’Eon, noto per essere stato, in largo anticipo sui tempi, un transgender. Ma la complessità della sua figura e la notevole confusione sui fatti della sua vita, nei quali molto spesso realtà e finzione si intrecciano, non consentono ancor oggi di definirla univocamente.

Secondo la pioniera del femminismo, Mary Wollstonecraft (1759-1797), la straordinaria vita di d’Eon è la dimostrazione di quello di cui sono capaci le donne, se solo hanno la possibilità di dimostrarlo; secondo un biografo del 19° secolo, il conte si travestiva solo per avere la possibilità di sedurre donne sposate; nel 20° secolo il sessuologo Havelock Ellis coniò addirittura il termine Eonismo per definire il fenomeno del travestitismo; nel 21° secolo, d’Eon è divenuta un simbolo della comunità transgender.

La storia del Cavaliere d’Eon

Charles-Genevieve-Louis-Auguste-André-Timothèe d’Eon de Beaumont nacque nel 1728, da una famiglia dell’aristocrazia minore della Borgogna. E’ importante sottolineare che alla sua nascita fu registrato come maschio, e non risulta nessun tipo di dubbio sull’attribuzione del sesso. Come non risulta nessun evento particolarmente rilevante sulla vita del giovane d’Eon. Finché, dopo aver trascorso qualche anno lavorando nell’amministrazione pubblica, non entrò a far parte del Secret du Roi, e inviato in Russia alla corte dell’imperatrice Elisabetta, dove restò per qualche tempo nei panni di Lia de Beaumont, damigella d’onore della sovrana. Quando tornò in Francia, nel 1760, d’Eon vestiva comunque panni maschili, anzi, entrò a far parte del Corpo dei Dragoni per ottenere il titolo di Cavaliere, e fu poi assegnato a un delicato compito diplomatico in Gran Bretagna, per negoziare la pace che doveva porre fine alla “guerra dei sette anni”.

D’Eon si trovò spesso in disaccordo con l’ambasciatore francese, e le sue numerose e insolenti lettere di protesta gli costarono il posto. Doveva tornare in Francia, ma ben sapendo che probabilmente sarebbe finito alla Bastiglia, il Cavaliere ottenne dal Ministero degli Esteri britannico di poter restare in Inghilterra come privato cittadino. Cosciente di essere in pericolo di vita per i numerosi segreti di cui era a conoscenza, nel 1764 d’Eon stipulò una sorta di assicurazione sulla vita: pubblicò un libro scandaloso, preannunciandone altri che avrebbero contenuto segreti più scottanti. Il Cavaliere divenne celebre in tutta Europa, diventando in un certo senso “intoccabile”. D’Eon aveva vinto il braccio di ferro con il ministero degli esteri francese, tanto che Luigi XV gli assegnò una pensione, in cambio di qualche rapporto sulla politica britannica e, ovviamente, della consegna di documenti sul servizio segreto di sua maestà. Il cavaliere passò quindi altri dieci anni a Londra, praticamente in esilio anche se al servizio del suo re.

Alla morte di Luigi XV, nel 1774, il Secret du Roi fu sciolto, e la presenza di d’Eon a Londra poteva rappresentare un problema. Il Cavaliere accettò di firmare un trattato che gli permetteva di tornare in Francia, in cambio di tutti i documenti compromettenti ancora in suo possesso. Il governo s’impegnò a saldare i debiti contratti a Londra, a pagargli una pensione, e acconsentì a farlo rientrare riconoscendolo come donna.

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L’ultima clausola fu approvata probabilmente perché già da anni circolavano voci sul sesso di d’Eon, che avevano addirittura scatenato un’ondata di scommesse a Londra. Pare che il Cavaliere abbia giocato un ruolo su queste voci, addirittura costruendosi in anticipo la figura di eroina, di una donna che aveva combattuto per il suo paese in panni maschili, imposti dal padre alla sua nascita per non perdere l’eredità familiare. Se questo era il piano di d’Eon per tornare in patria non come un imbroglione o peggio, un traditore, ebbene funzionò. Tuttavia, per convincerlo a indossare panni femminili anziché la sua divisa da Dragone, occorsero parecchi mesi e un decreto reale. Panni che non donavano particolarmente alla Cavaliera, come fu chiamata da allora in poi, malvista dalle altre nobildonne. Una signora della Corte scrisse:

“Questo essere eccentrico aveva a lungo chiesto il permesso di tornare in Francia; ma era necessario trovare un modo per risparmiare alla famiglia che aveva offeso l’insulto che avrebbero visto nel suo ritorno; fu quindi costretto a riprendere gli abiti di quel sesso al quale in Francia tutto è perdonato. Il desiderio di vedere la sua terra natia ancora una volta, lo indusse a sottomettersi alla condizione, ma si vendicò combinando il lungo strascico della sua veste e le tre profonde increspature sulle maniche con l’atteggiamento e la conversazione di un granatiere, cosa che lo rese una compagnia molto sgradevole.”

Quando la Francia decise di sostenere i ribelli nella Guerra d’Indipendenza americana, d’Eon chiese ripetutamente di poter tornare a combattere insieme ai Dragoni, con tanta insistenza da essere mandata in prigione finché non promise di finirla. Da lì iniziò il declino della Cavaliera: nel 1785 tornò in Inghilterra, poi con la Rivoluzione Francese tutti i suoi beni furono confiscati e la pensione annullata. Rischiò spesso di finire in prigione per debiti, per mantenersi partecipava a dei tornei di scherma, e condivideva un appartamento con un’anziana vedova.

Una ferita riportata durante un duello, nel 1786, la costrinse a letto, dal quale si alzava raramente. Morì in completa povertà nel 1810, a 81 anni. Nel certificato di morte, redatto dal medico che esaminò il corpo, risulta che d’Eon aveva

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“organi maschili sotto ogni aspetto perfettamente formati”, ma anche “il seno notevolmente pieno”


Le pagine manoscritte e la sua parziale autobiografia, non sempre veritiera, non aiutano a comprendere appieno il comportamento di d’Eon. Secondo Gary Kates, autore del libro “Monsier d’Eon is a Woman” la decisione di cambiare genere fu causata dalla consapevolezza della superiorità morale delle donne, almeno in quell’epoca, soprattutto alla luce della sua ritrovata fede cristiana.

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Difficilmente il mistero su d’Eon sarà svelato:

Capitano dei Dragoni o dama di corte?

Qualunque sia la risposta, sarebbe sbagliato interpretare la sua vita con il metro di giudizio attuale: era semplicemente una persona, uomo o donna non ha importanza, tanto in anticipo sui tempi che nessuno fino a ora è riuscito a comprenderla del tutto.

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