Il castello di Gaziantep CROLLA dopo 2.000 anni

E’ crollato, come un castello di carte. Al dolore per le migliaia di vittime del devastante sisma che ha spaccato la Turchia, che ha spostato la terra dell’Anatolia di tre metri, si somma la perdita del Castello di Gaziantep, patrimonio dell’umanità UNESCO, che da duemila anni svettava su un altopiano dell’Anatolia sud-orientale della Turchia.

Il castello di Gazientep si trovava nella città omonima, una metropoli da 1 milione e 700 mila abitanti, nata dalle ceneri di Antiochia ad Taurum, non la “Antiochia” celebre come la città fondata dal diadoco Seleuco I Nikator; un’altra città, distante circa 100/150 chilometri a Nord Est.

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La prima costruzione del castello è di epoca ittita, i quali su quel promontorio costruirono un osservatorio militare, mentre furono i romani a realizzare il primo castrum e a dare alla città una rilevanza nel tessuto geografico dell’Anatolia.

La forma che aveva fino a poche ore fa è da attribuirsi sempre a un imperatore Romano, Giustianiano I, che noi moderni abbiamo la brutta abitudine di chiamare bizantino, il quale nel VI secolo costruì torri, gallerie, mura e tutta la struttura portante dell’edificio moderno.

Le torri costruite furono in tutto 36 su una circonferenza di un chilometro e duecento metri per un’area di circa 11 chilometri quadrati, una fortezza imponente in una zona che evidentemente all’epoca era di grande importanza per i Romani d’Oriente.

Il castello nel 2008. Fotografia via Wikipedia

Dopo i romani d’oriente furono tantissimi i popoli che apportarono modifiche alla fortezza di Gazientep, Mamelucchi, Dulqadiridi, Ottomani, Selgiuchidi e persino i cavalieri crociati, che controllarono la fortezza dalla fine dell’XI all’inizio del XIII secolo circa.

Dopo la fine dei regni crociati il castello e la città passarono sotto il controllo dell’Impero Ottomano, che diedero alla fortezza l’aspetto quasi definitivo che si osservava fino a pochissime ore fa.

Solimano il Magnifico rafforzò le mura, completò le opere di urbanizzazione interna, diede alle torri l’aspetto moderno e rese il castello l’opera d’arte militare che era diventato bene patrimonio dell’umanità.

Dopo la fine dell’Impero Ottomano e con la Turchia moderna nel 1940 il Castello di Gazientep divenne un museo di storia, uno scrigno di tesori che racchiudeva opere di tutte le epoche che aveva vissuto, da quando, circa migliaia di anni fa, gli ittiti avevano iniziato a rendere l’area un insediamento militare.

Fra i tanti reperti si trovavano mosaici di epoca romana, pavimenti in ceramica, oggetti di epoca neolitica e un’infinità di manufatti dei diversi popoli che abitarono, costruirono e prosperarono in questa ricchissima zona dell’Anatolia.

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Le rovine del castello oggi

Il castello è oggi un cumulo di macerie, un ammasso di pietre e mattoni che rovinano fino alle pendici del promontorio. La fortezza è crollata in due momenti distinti, in primo luogo sono cadute una parte delle mura, durante il primo terremoto, e poi è crollato tutto quanto con il secondo terremoto, tutte scosse comprese fra i 6,4 e i 7,7 gradi Richter.


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