E’ un luogo mitico la foresta di Teutoburgo, un luogo che per noi italiani assume una particolare valenza storica oltre che geografica, diametralmente opposta a quella tedesca. E’ in questa foresta che, nel 9 dopo Cristo, tre intere legioni romane furono sterminate dai Cherusci comandati da Arminio, un evento che nell’Impero Romano passò alla storia come “La Disfatta di Varo” (dal nome del generale romano Publio Quintilio Varo a capo delle truppe) e che segnerà per i secoli a venire l’intera storia d’Europa. Per le popolazioni germaniche, al contrario, si trattò di una grandiosa vittoria contro gli invasori latini.
Nei pressi di questa foresta, precisamente nella località di Büren, fra il 1603 e il 1609 il principe/vescovo di Paderborn, Dietrich von Fürstenberg, fece costruire un castello dalla forma e dall’orientamento particolarissimi. Il castello di Wewelsburg segue un disegno triangolare, ed è posizionato non secondo il tradizionale asse est-ovest ma seguendo l’asse nord-sud. Il motivo di questo orientamento non è noto, ma verrà usato, secoli dopo la sua costruzione, per adattare il maniero alle mire imperialiste del governo nazista.
Fotografia aerea di Wewelsburg:
Sotto, Google Maps del castello:
L’edificio ebbe alterne fortune. Durante la guerra dei 30 anni venne occupato dalle truppe svedesi, e alla fine del 1650 il castello era ormai un rudere. In quel periodo venne interamente ristrutturato e ricostruito da due principi, Theodor Adolf von der Recke e il suo successore, Ferdinand von Fürstenberg, che diede alle torri e alla parte esterna l’aspetto definitivo che si mantiene ancor oggi. Nel 1631 ebbe luogo l’episodio che diede il “LA” a quella che è da considerarsi una leggenda nera di Wewelsburg: all’interno del castello si svolsero due processi con accuse di stregoneria nei confronti di membri della comunità locale, e da qui originano le storie che vorrebbero migliaia di donne tenute prigioniere e poi uccise all’interno delle mura, un mito totalmente priva di fondamento storico.
Il Wewelsburg nella Monumenta Paderbornensia (1672):
Nei secoli successivi il maniero cadde in rovina. Nel 1805 la torre nord fu quasi completamente distrutta da un incendio causato da un fulmine, mentre gli antichi fasti di Wewelsburg rimasero un ricordo per i decenni seguenti, fino agli anni ’20 circa. In questo periodo le mura e gli interni della costruzione furono rinnovati, mentre nelle sale fu allestito un museo, un ristorante, una sala per banchetti e un ostello della gioventù.
Ma la funzione culturale di Wewelsburg fu cambiata dall’avvento del nazismo
Nel 1933, anno in cui Adolf Hitler diventò Cancelliere del Reich, Heinrich Himmler era alla ricerca di un castello da adibire a punto di ritrovo esclusivo per la crescente forza del partito nazista. La zona interessata era quella dove “Hermann der Cherusker – Arminio il Cherusciano”, aveva scacciato gli invasori romani dietro al confine naturale del Reno. Il primo castello ad esser preso in considerazione fu quello di Burg Schwalenberg, poi il capo delle SS visitò Wewelsburg e decise immediatamente che sarebbe stato quello il nuovo centro dell’esoterismo nazista.
Veduta aerea del Wewelsburg; si nota la caratteristica pianta triangolare. Fotografia via Wikipedia CC BY-SA 3.0
Il land di Büren inizialmente fu restio nel concedere l’utilizzo del castello al partito, ma infine dovette cedere, giocoforza, a una dittatura totalitaria, che prese in affitto la struttura per il costo simbolico di un reichsmark. Lo scopo di Himmler era quello di far diventare il castello una scuola, la Reichsführerschule SS (Scuola di leadership delle SS), dove “coltivare”, storicamente e ideologicamente, l’élite dei corpi speciali nazisti. Il 22 settembre 1934 si svolse la cerimonia ufficiale di inaugurazione, e da quel momento iniziarono le attività dei successivi 10 anni circa.
Nel castello lavoravano membri di tutte le gerarchie delle SS. Le “SS generali” (“Allgemeine SS”), la polizia e le “SS armate” (le celebri “Waffen SS”). Inoltre erano presenti anche fautori di una specie di esoterismo costituito dal mix fra il misticismo germanico, il culto degli antenati, il culto delle rune e le dottrine razziali. Himmler, ad esempio, adattò l’idea del Graal per creare un mistero pagano per i membri delle SS.
Sotto, Otto Rahn, archeologo tedesco che cercò il Graal e che fu infine costretto al suicidio dal regime Nazista:
All’interno il castello fu interamente ristrutturato. Venne grandemente impiegato il legno di quercia per i rivestimenti e l’arredamento, furono realizzate stoviglie SS speciali per la scuola. Furono prodotti oggetti in ferro battuto direttamente nei sotterranei e più in genere si allestirono gli ambienti in modo che passato e presente, fra antica preistoria e storia del Reich, costituissero un’unica narrazione celebrativa della razza ariana e dell’invincibilità del Terzo Reich.
La stanza del Sole Nero
Fu all’interno della torre Nord che vennero create le due stanze più celebri del maniero: l’Obergruppenführersaal (Sala dei generali delle SS) e il Gruft (volta). I loro soffitti erano gettati in cemento e rivestiti con pietra naturale. Ai piani superiori era prevista un’ulteriore sala, e l’asse di questa torre doveva essere il “Centro del mondo” (Mittelpunkt der Welt) nei piani della conquista nazista del pianeta. Su questo asse si trovano un alloggiamento per una fiamma eterna nella volta, un ornamento con una svastica al suo apice e il cosiddetto simbolo del “Sole Nero” incastonato nel pavimento dell’”Obergruppenführersaal”.
Sotto, l’Obergruppenführersaal con al centro il “Sole Nero”, fotografia di Dirk Vorderstraße via Wikipedia CC BY-SA 2.0:
L”Obergruppenführersaal” (che tradotto letteralmente significa: Sala dei Leader del Gruppo Superiore, riferendosi ai dodici generali delle SS di più alto rango originari, chiamati Obergruppenführer) è una sala con dodici colonne unite da una volta a crociera, dodici finestre con delle nicchie e otto finestre longitudinali. Nel 1943 la stanza era quasi finita ma i lavori di ricostruzione si fermarono, dopo il decreto del 13 Gennaio di quell’anno che fermava i progetti non essenziali. Al centro del pavimento in marmo è incastonata una ruota solare verde scuro (Sonnenrad). L’asse della ruota solare era costituito da una lastra circolare d’oro puro, che doveva simboleggiare il centro del castello e quindi il centro dell’”impero mondiale germanico”.
L’ex “Obergruppenfuhrersaal”; al centro della sala c’è un ornamento chiamato Sole Nero. Fotografia di pubblico dominio via Wikipedia:
E’ solo dagli anni ’90 però che l’ornamento viene chiamato occasionalmente “Sole Nero”. Non si sa se le SS avessero un nome speciale per questa figura né se gli attribuissero un significato particolare. Forse la ruota del sole aveva una relazione con il misticismo germanico della luce e del sole propagato dalle SS. Oggi viene usato come simbolo nel neonazismo, ma anche in altre sottoculture con altre simbologie. Curiosamente la figura venne collegata al concetto esoterico neonazista del Sole Nero solo dopo il 1991. L’iscrizione latina sopra l’ingresso della sala recita “Domus mea domus orationis vocabitur” (“La mia casa si chiamerà casa di preghiera”), che ricorda la cappella del principe/vescovo che originariamente si trovava al piano terra della torre.
Esterno
Anche l’esterno di Wewelsburg fu oggetto di profonde modifiche, volte a renderlo quanto più possibile un tradizionale castello medievale. Fu abbassato il fossato, rimosso l’intonaco dalle mura, fu ristrutturata la torre nord e restaurate tutte le mura, mentre furono anche aggiunte parti che oggi non sono più esistenti.
Nel corso degli anni Wewelsburg divenne non solo una scuola per le SS, ma fu il vero e proprio centro del potere di Heinrich Himmler. Qui egli trascorreva molto tempo, qui voleva che gli alti ufficiali diventassero delle macchine da guerra perfette, qui si sarebbero dovuti incontrare tutti i membri d’élite delle SS.
Realizzare tutti questi lavori però ebbe un costo altissimo, che Himmler riuscì a finanziare costituendo un’associazione, “Associazione per la promozione e il mantenimento delle reliquie culturali tedesche”, la quale raccolse negli anni i fondi necessari alle opere nel maniero, circa 15 milioni di reichsmark, diversi milioni di dollari dell’epoca.
Il Wewelsburg visto dall’Almetal. Fotografia via Wikipedia CC DI 3.0:
Ma per costruire tale impressionante opera serviva molto lavoro, lavoro manuale che poteva costare moltissimo ai tedeschi. Per ovviare a questo problema Himmler sfruttò le leggi contro gli ebrei, e tra il 1939 e il 1943 decine di prigionieri dei campi di Sachsenhausen e Niederhagen furono impiegati per realizzare i piani dell’architetto Hermann Bartels. Fra i prigionieri che passarono da qui, 17 morirono nelle cantine del castello.
Presso Wewelsburg dovevano tenersi innumerevoli incontri dei gerarchi nazisti, ma in realtà questi furono sporadici. L’unico incontro documentato dei Gruppenführer si tenne dal 12 al 15 giugno 1941, una settimana prima dell’inizio dell’operazione Barbarossa, l’azione militare con cui la Germania tentò di invadere la Russia sovietica. In poche parole Wewelsburg fu il luogo preferito da Heinrich Himmler, ma non diventò quel fulcro che egli aveva sperato.
Nel 1938 il capo delle SS diede ordine di restituire, prelevandoli dagli ufficiali morti, gli anelli d’onore delle SS, i Totenkopfring o “anello con la testa di morto”, decorazioni non ufficiali che venivano conferite da Himmler in persona. Gli anelli dovevano essere consegnati a Wewelsburg dove Himmler stesso aveva fatto installare una cassaforte la cui ubicazione era segreta, e dopo la fine della guerra gli 11.500 anelli e la cassaforte sono finiti misteriosamente perduti.
Sotto, un SS-Ehrenring o Totenkopfring, fotografia di Helfmann via Wikipedia CC BY-SA 3.0:
Leggende ed esoterismo
Secondo alcuni gli anelli della testa della morte sarebbero stati sepolti nel caveau. La cripta, soprannominata “Cripta Himmler”, era dedicata a Enrico I, re dello stato tedesco medievale, di cui Himmler avrebbe creduto di essere la reincarnazione e dove sperava di essere sepolto dopo la sua morte. Probabilmente, ma siamo nel campo delle ipotesi, secondo Himmler Enrico I proteggeva la Germania dagli invasori provenienti dall’”Est”, come reso popolare dall’opera Lohengrin di Richard Wagner.
Himmler immaginava il castello come punto focale per la rinascita dei Cavalieri della Tavola Rotonda e nominò dodici ufficiali delle SS come suoi seguaci, che si sarebbero riuniti in varie stanze ed avrebbero eseguito riti neopaganistici e forse neo-gnostici sconosciuti. Le SS avevano dodici dipartimenti principali (SS-Hauptämter) con dodici capi.
Da sinistra a destra: SS-Obersturmbannfuhrer Franz Josef Huber , SS-Oberfuhrer Arthur Nebe , Reichsfuhrer SS Heinrich Himmler , SS-Gruppenfuhrer Reinhard Heydrich e SS-Oberfuhrer Heinrich Müller , novembre 1939
Der Reichsf¸hrer SS Heinrich Himmler bespricht [in M¸nchen] mit dem Chef der Sicherheitspolizei Reinhard Heydrich und dessen Mitarbeitern des bisherige Ermittlungsergebnis ¸ber den Bombenanschlag im B¸rgerbr‰ukeller in M¸nchen am 8.11.1939 und legt die Grundlinien f¸r die weitere Bearbeitung fest.
UBz: v.l.n.r.: SS-Obersturmbannf¸hrer Huber, SS-Oberf¸hrer [Arthur] Nebe, Reichsf¸hrer-SS Heinrich Himmler, SS-Gruppenf¸hrer Reinhard Heydrich und SS-Oberf¸hrer [Heinrich] M¸ller
27.11.1939 [Herausgabedatum]
L’ex generale delle SS Karl Wolff, parlando dell’Obergruppenführersaal, spiegò: “Questa era una parte del mito che doveva essere creato qui. I dodici scomparti furono creati secondo confuse credenze mistiche di Himmler, che riprendevano il mito della Tavola Rotonda di Re Artù. Eravamo dodici capi reparto principali (Hauptamtchefs) che rappresentavano equamente uno accanto all’altro le proprie aree di servizio perché Himmler non aveva il coraggio di nominare un Vice-Reichsführer-SS, o un Vice capo della polizia tedesca“.
Alla morte di uno degli ufficiali, le sue ceneri sarebbero state sepolte nel castello. Si ipotizza che le urne dei capi delle SS morti sarebbero state poste sui piedistalli nel caveau.
La Obergruppenführersaal è significativa per gli aspetti quasi religiosi del nazionalsocialismo, in particolare il culto degli antenati.
La fiamma simboleggiava l’anima degli antenati che vegliavano sui discendenti
Questi luoghi e i riti che vi si svolgevano dovevano servire a perpetrare l’idea dell’immortalità dell’anima delle persone.
Distruzione del castello
Quando la “vittoria finale” non si concretizzò, il comandante del castello e generale delle SS Siegfried Taubert fuggì il 30 marzo 1945, mentre la terza divisione corazzata degli alleati si avvicinava all’area di Paderborn. Nel frattempo, dal suo quartier generale a Brenzlau, Himmler ordinò all’aiutante maggiore delle SS Heinz Macher, con 15 dei suoi uomini, di distruggere Wewelsburg. Il tentativo di distruzione avvenne sabato 31 marzo 1945, solo tre giorni prima che l’83° battaglione di ricognizione corazzato e la 3a divisione corazzata si impadronisse del campo. Un vicino Bürgermeister riferì persino che “gli uomini delle SS avevano appiccato il fuoco alle loro baracche nel castello, si erano cambiati in abiti civili ed erano fuggiti”.
Poiché la compagnia di Heinz Macher aveva esaurito gli esplosivi, piazzarono mine per carri armati solo nella torre sud-est, un’ala poco significativa, nell’edificio delle guardie e nell’edificio dei quadri delle SS, che finirono completamente distrutti. Il castello fu dato alle fiamme e, secondo le informazioni dei cittadini del villaggio, il castello rimase aperto al saccheggio indiscriminato.