Il caso di Grégory Villemin: il cold-case della Vologne

È un pomeriggio di ottobre in una casa nella campagna di Lepanges-sur-Vologne, nella regione dei Vosgi, nel nord-est della Francia. Christine è appena rientrata a casa col figlio Gregory, lei deve sbrigare delle faccende e il piccolo preferisce giocare con la sabbia davanti casa. Da qui scompare per essere ritrovato morto, qualche ora più tardi, nella Vologne con mani e piedi legati. Gregory Villemin ha solo quattro anni e la sua piccola vita è finita in un fiume in un pomeriggio d’autunno.

Il giorno dopo il ritrovamento, il 17 ottobre 1984, il postino consegna una lettera anonima al padre Jean-Marie: “Spero che morirai di dolore, capo. Non è il denaro che ti ridarà tuo figlio. Questa è la mia vendetta”. Il Corvo, così si firma l’anonimo, aveva già minacciato i coniugi Villemin nei quattro anni precedenti, ma quelle parole erano sempre cadute nel vuoto. Fino a quel momento.

Due settimane dopo il giudice Jean-Michel Lambert fa arrestare Bernard Laroche, cugino di Jean-Marie, come autore del sequestro e dell’omicidio del piccolo Gregory. Ad accusarlo è Murielle Bolle, sorella minore di sua moglie, la quale dichiara di aver assistito al rapimento mentre si trovava in sua compagnia. Il giorno dopo ritratterà tutto a causa delle pressioni della famiglia, ma il giudice ha in mano altre prove: una perizia grafologica che attribuisce la paternità delle lettere anonime a Laroche.

Senza la testimonianza di Murielle e con la messa in discussione della perizia da parte del suo legale, Laroche è rilasciato. Tuttavia le indagini hanno svelato una rete di invidia e rancore nei confronti di Jean-Marie, l’unico membro di una famiglia di estrazione operaia che è riuscito a fare carriera. Questa sua “colpa” deve essere espiata con la morte del figlio, che il denaro non potrà restituirgli. Poche settimane dopo Jean-Marie, preso dalla disperazione, uccide a colpi di fucile Bernard all’uscita dal lavoro, ritenendolo l’unico responsabile.

Per questo delitto è condannato a cinque anni di carcere

Il caso però non è chiuso e il giudice Lambert dirige l’indagine verso Christine Villemin. La giovane madre, incinta del suo secondogenito, è arrestata. Una nuova analisi grafologica la indica come il Corvo. Il giorno prima dell’omicidio è stata vista nell’ufficio postale e nella cantina della sua abitazione sono state ritrovate delle fascette simili a quelle utilizzate per legare le mani e i piedi del piccolo Gregory. L’accusa, però, è debole, e la donna viene rilasciata pochi giorni dopo, ma occorreranno altri otto anni perché sia del tutto scagionata.

Le pétit juge, così è chiamato il giudice Lambert a causa della sua giovane età e inesperienza come magistrato (ma anche per il suo interesse per i riflettori tanto da far trapelare molte informazioni) è sospeso dall’incarico. Nel luglio 2017, all’età di sessantacinque anni, si toglie la vita nello studio della sua abitazione con un sacchetto di plastica sulla testa. È stato considerato uno dei principali responsabili della mancata risoluzione del caso per i troppi errori commessi. Lui stesso aveva ammesso di essere stato perseguitato per tutta la sua vita dal ricordo di quel terribile omicidio.

Nel frattempo le indagini sono a un punto morto, ma la vicenda non è dimenticata nella valle della Vologne. Nonostante i numerosi errori, la fuga di notizie, il danneggiamento di alcune prove, si è cercato a più riprese di giungere alla verità. Si è analizzato il DNA rinvenuto sul corpo di Gregory e quello presente sui francobolli delle lettere anonime con quello delle persone appartenenti alla famiglia allargata, purtroppo senza riscontro. Nel 2017 si decide di riesaminare le lettere anonime, non più attraverso un’analisi grafologica ma stilometrica, utilizzando un software algoritmico che analizza le frasi, le parole, le punteggiature usate. Nel dossier consegnato dalla società svizzera incaricata di condurre questa indagine emerge che l’autore delle missive non è una sola persona bensì cinque. Il caso sembra essere a una svolta: Jacqueline e Marcel Jacob, prozii di Gregory, sono arrestati insieme con Murielle Bolle. Nonostante le nuove rivelazioni, questa pista è ancora una volta compromessa da errori procedurali.

L’omicidio del piccolo Gregory, considerato uno dei casi più enigmatici della storia criminale francese, ancora non ha trovato un colpevole. A distanza di tanti anni nessuno sta pagando per la sua morte. Cosa sia realmente accaduto resta ancora un mistero.


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