Chi progetta di trasferirsi all’estero per cercare un luogo pulito, con poco inquinamento e una qualità di vita migliore, probabilmente comincerà a fare delle ricerche su possibili mete in Svezia, Norvegia, Finlandia, Canada, tutti paesi notoriamente impegnati nella lotta alle emissioni nocive, e attenti alle esigenze dei loro cittadini.
Pare invece che la città dove si vive meglio al mondo, almeno secondo dati del 2014/15, si trovi in Africa, e per la precisione in Marocco.
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Ifrane è la città più pulita del mondo: non ci sono industrie che emettono sostanze nocive che possano inquinare aria e acqua, è circondata da un parco nazionale che è anche la più grande piantagione di cedri del mondo, e gode di un clima tutt’altro che torrido.
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Questa amena cittadina, chiamata anche Svizzera del Marocco, è indubbiamente molto diversa da quelle che solitamente si visitano in quell’assolato paese, così affascinanti per l’intricato reticolo di strette viuzze fiancheggiate da edifici del colore della terra, o di uno sfolgorante blu, come il cielo sopra il deserto.
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Ifrane, che si trova a 1665 metri di altezza, sulle montagne del Medio Atlante, è una località molto apprezzata dai turisti locali (e non solo), non certo per il suo fascino esotico ma per l’atmosfera da località alpina: belle case con i tetti di tegole rosse, aiuole fiorite, lussureggianti parchi verdi costellati da piccoli laghi… e piste da sci!
Immagine di Pubblico Dominio
D’inverno le temperature sono molto basse e possono arrivare anche intorno ai meno 20 gradi (- 23,9 è la temperatura più bassa mai registrata in tutta l’Africa, proprio a Ifrane), ma in estate la frescura tipica di un clima alpino può rappresentare un sollievo alla calura insopportabile di città come Fes o Marrakech. Fu proprio questo il motivo per il quale fu fondata Ifrane, nel 1929, quando il Marocco era un protettorato francese.
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La località di montagna doveva essere un rifugio per le famiglie dei francesi, dove trascorre i mesi estivi lontano dal caldo torrido della costa. Per questo lo stile di Ifrane ricorda tanto le stazioni di montagna europee, con chalet circondati da giardini, dove i fiori piantati provenivano dalla madre patria: un modo per sentirsi a casa, pur essendo così lontani.
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Non era in stile europeo, invece, la baraccopoli destinata ai marocchini che lavoravano per i francesi, sorta a debita distanza, al di là una profonda gola
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Dopo l’indipendenza, gli edifici coloniali furono acquistati un po’ alla volta dalla popolazione benestante del Marocco. La città sviluppò, con la costruzione di una moschea, di un mercato e altri edifici pubblici, mentre l’originale baraccopoli è stata sottoposta a interventi di restauro e recupero.
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Dal 1995 ha sede a Ifrane una prestigiosa università, la Al Akhawayn University, in lingua inglese, organizzata secondo il modello statunitense.
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Ifrane è stata quindi valorizzata e apprezzata dagli stessi marocchini, che nel corso dei secoli non avevano dimostrato grande amore per le montagne del Medio Atlante, una delle regione meno popolate del paese.
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Oggi invece la città accoglie turisti locali, ma anche personaggi del jet-set internazionale che amano la sua tranquillità, difficile da trovare in luoghi più conosciuti e alla moda.
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