Sembrano ritratti qualunque, volti come tanti, ma lo sguardo severo tradisce qualcosa di “strano”, di sinistro. Nelle fotografie si osservano i ritratti in bianco e nero delle donne/guardie del campo di concentramento di Berger-Belsen, in attesa del giudizio, durante il 1945.
Il campo non era originariamente pensato come un luogo di sterminio, ma come un centro di lavoro per i prigionieri di guerra, simile a Dachau, costituito nel 1933. Durante il 1940, 1941 e 1942 qui morirono circa 18.000 soldati russi di Tifo, mentre dal 1943 lo spazio fu utilizzato come campo di sterminio per persone di religione Ebraica, i prigionieri politici, criminali ma anche ROM, Testimoni di Geova e omosessuali.
Durante il periodo di utilizzo come campo di concentramento, a Berger Belsen morirono circa 50.000 persone, di cui 35.000 solo a inizio del 1945 uccisi dal Tifo.
All’interno del campo c’erano numerose guardiane della sezione femminile, guardiane che furono complici dello sterminio razziale e del regime di torture e sevizie cui furono sottoposte le internate. Al momento della liberazione alleata le addette al campo furono catturate e processate, con pene che andarono da pochi anni di carcere sino alla morte.
Frieda Walter: condannata a 3 anni di carcere
Juana Bormann: condannata a morte
Herta Bothe: condannata a 10 anni di carcere. Fu rilasciata il 22 Dicembre 1951
Anna Hempel: condannata a 10 anni di reclusione
Helena Kopper: condannata a 15 anni di carcere
Herta Ehlert: condannata a 15 anni di carcere
Hilde Liesewitz: condannata a 1 anno di reclusione
Ilse Forster: condannata a 10 anni di prigione
Gertrude Feist: condannata a 5 anni
Hildegard Lohbauer: condannata a 10 anni di carcere
Gertrude Saurer: condannata a 10 anni
Sotto Elizabeth Volkenrath: una delle responsabili del campo di concentramento. Fu condannata a morte e impiccata il 13 dicembre 1945
Fotografie: Imperial War Museum