I primi Disegni che portarono alla creazione di Pac-Man

Nel 1980, quando le sale giochi erano frequentatissime, perché non esistevano ancora consolle casalinghe, i videogiochi arcade di maggior successo erano quelli dove si simulavano battaglie spaziali o invasioni aliene, come Space Invaders, Defender, Asteroid. Così, quando fu commercializzato Pac-Man, gli addetti ai lavori non pensavano che potesse incontrare il favore del pubblico: “troppo carino per avere successo” dissero i dirigenti dell’Amusement and Music Operators Association di Chicago.

Torhu Iwatani mostra i primi disegni del suo gioco

I disegni originali di Pac-Man 3

Mai nessun pronostico fu più clamorosamente smentito: in sette anni furono installate 300.000 macchine con questo gioco, e il successo “personale” di Pac-Man fece guadagnare milioni alla Namco, l’azienda produttrice, grazie alla vendita di pupazzi e svariati gadget.

I disegni originali di Pac-Man 1

L’ideatore di Pac-Man è il giapponese Torhu Iwatani, che pare sia stato ispirato da una pizza a cui mancava uno spicchio.

I disegni originali di Pac-Man 4Tecnicamente il gioco fu sviluppato da quattro tecnici software e quattro hardware, che in poco più di un anno misero a punto quello che sarebbe diventato uno dei videogiochi più popolari al mondo, uscito il 22 maggio 1980.

I disegni originali di Pac-Man 2

Come tutti i videogiochi arcade di successo, anche Pac-Man fu convertito per tutte le piattaforme dagli anni ’80 a seguire: Nintendo, Atari, Playstation, Xbox…

I disegni originali di Pac-Man 5

Curiosità:

  • Il nome giapponese era Puckman, un termine che significa “chiudere e aprire la bocca”, ma l’assonanza con il volgare epiteto inglese Fuckman, consigliò la trasformazione del nome, quando il gioco fu commercializzato negli Stati Uniti.
  • Il gioco non va oltre il livello 256, e il punteggio più alto che si possa raggiungere è di 3.333.360 punti, il perfect score, realizzato per la prima volta solo nel 1999 da Billy Mitchell.

Tutte le immagini tramite Zadoc/Imgur

Annalisa Lo Monaco

Lettrice compulsiva e blogger “per caso”: ho iniziato a scrivere di fatti che da sempre mi appassionano quasi per scommessa, per trasmettere una sana curiosità verso tempi, luoghi, persone e vicende lontane (e non) che possono avere molto da insegnare.