I Neanderthal della Grotta Shanidar furono davvero Sepolti?

Il dibattito scientifico riguardo lo stato evolutivo dell’uomo di Neanderthal è lungo e complesso, e molti studiosi sono arrivati ad affermare che i nostri “cugini” genetici furono intelligenti quanto l’Homo Sapiens. Altri studiosi, di scuola più novecentesca, affermano che l’Homo neanderthalensis (la denominazione scientifica corretta) scomparve dalla faccia della terra proprio a causa dello svantaggio evolutivo con l’Homo Sapiens moderno. Ad ogni modo, sia che si ritenga l’uomo di Neanderthal al pari dei Sapiens o che lo si ritenga meno evoluto intellettualmente, il mistero della velocità con cui questa specie scomparve dalla terra è tutt’altro che risolto.

La grotta Shanidar, nel Kurdistan iracheno, fotografia condivisa con licenza Creative Commons via Wikipedia:

Il sito di Shanidar, sul monte Zagros nel Kurdistan Iracheno, è particolarmente significativo per gli studiosi anche se, purtroppo, i resti dei ritrovamenti sono andati persi durante il periodo di guerre e dittatura della zona. Lo scavo iniziale fu aperto da Dorothy Garrod, archeologa Britannica, che nel 1920 riuscì a trovare solo ossa di animali e strumenti in pietra, ma non ossa umane. Durante gli anni ’50 gli scavi ripresero a cura della Columbia University, e lo studente Ralph Solecki riuscì a scovare il famosissimo “Nandy“, il cranio di un uomo di 40 o 50 anni che visse circa 80 mila anni fa.

I 3 Scheletri più Significativi

Nandy è un ritrovamento importantissimo a causa dell’età, che era assai considerevole per un ominide paleolitico, e per le numerose deformità che gli furono riscontrate. Lo scheletro evidenziava infatti una serie di infortuni che lo portarono a diventare cieco dall’occhio sinistro, ma sopratutto l’uomo era completamente inabile ad utilizzare il braccio destro a causa di distorsioni e fratture che lo resero handicappato. Ancor più importanti delle deformazioni (assai frequenti) sono le cure che gli vennero prestate, che dimostrano il livello di avanzamento delle società Neanderthalensis.

sepoltura-shanidar

Assai significativo anche lo Shanidar 4, il quarto scheletro scoperto nella grotta. La posizione dello scheletro, rinvenuto in posizione fetale, e la presenza di polline in prossimità dei resti, suggeriscono che i suoi compagni lo seppellirono seguendo un rituale.

Non fu solo il Shanidar 4 a ricevere una sepoltura ma, con ogni probabilità, anche lo Shanidar 2 venne sepolto, attorniato da pietre lavorate disposte come un ornamento accanto allo scheletro. L’ominide morì a causa di frattura multiple, e venne sepolto seguendo un rito che, sino a poco tempo orsono, si immaginava proprio soltanto dell’homo sapiens.

Il dubbio sulle sepolture

Recenti ricerche, tuttavia, hanno messo in dubbio l’interpretazione della sepoltura del Shanidar 4. Tali studi suggeriscono che il polline nella tomba del Shanidar 4 possa esser legato a contaminazioni esterne nella grotta, come ad esempio ad opera del “Persian jird“, un roditore che è solito utilizzare più sedi oltre la propria tana per conservare il cibo, come il polline. L’archeologo Jeffry D. Sommer suggerisce che il polline possa esser legato ad un evento di questo tipo piuttosto che ad una sepoltura rituale.

Fotografia condivisa con licenza Creative Commons via Wikipedia:

roditore-persiano

Anche se i resti dello Shanidar 4 non fossero indicativi di una sepoltura, esistono numerose prove in altri siti che indicano come i Neanderthal organizzassero in modo ragionato i propri sepolcri.

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E’ vero però che la nostra idea di “sepoltura” è legata ad una sfera religiosa/rituale piuttosto che pragmatica, mentre invece i Neanderthal probabilmente non seppellivano i propri morti con l’intenzione di “celebrarne la memoria”, ma piuttosto per difendere se stessi e i cadaveri dalle grinfie dei predatori.


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