I Monaci dell’Abbazia di Grimbergen riaprono il loro Birrificio Medievale

L’abbazia di Grimbergen, in Belgio, è bruciata ben tre volte da quando venne costruita, nel 1128. Il suo simbolo, proprio a causa delle distruzioni, è la fenice, mitologico uccello che risorge dalle proprie ceneri. Oggi, dopo oltre 2 secoli, un altro aspetto dell’abbazia sta per risorgere dalle proprie ceneri:

Il suo micro-birrificio

I monaci di Grimbergen producevano la birra dal XII secolo, ma smisero quando il monastero venne distrutto nel 1798 durante i moti della Rivoluzione Francese. Le antiche ricette andarono perdute, e le tecniche locali risalenti al Medioevo affidate alla tradizione orale.

Sono stati necessari oltre 2 secoli perché le ricette dei monaci di Grimbergen tornassero alla luce, ma fortunatamente gli ecclesiastici del tempo pensarono di nasconderle alla furia dei rivoluzionari facendole uscire dal monastero e nascondendole in luoghi sicuri.

Dopo tutto questo lungo periodo, la settimana scorsa il priore Karel Stautemas ha finalmente offerto un boccale di birra di Grimbergen a 100 spettatori, annunciando la riapertura dello storico birrificio.

Il lavoro di ricerca

Inizialmente, la scoperta delle ricette non ha completamente chiarito tutti i dubbi, a causa della significativa barriera linguistica che si è frapposta fra i moderni monaci e quelli dell’epoca. Alcune parti delle ricette erano scritte in forme di latino sconosciute, oppure altre in antico olandese. L’abbazia si è dovuta affidare al lavoro di diversi volontari per riuscire a tradurre i testi, che alla fine hanno svelato il tipo di luppolo utilizzato, quale fosse il materiale delle botti e quale quello delle bottiglie, oltre a un elenco delle birre prodotte secoli fa.

Una volta completato il lavoro di traduzione, i monaci hanno dovuto decidere se rimanere fedeli alle linee guida dei mastri birrai medievali, il che avrebbe reso difficile da digerire la birra prodotta, o apportare qualche modifica.

Il nuovo mastro birraio dell’abazzia, Marc-Antoine Sochon, ha spiegato che la birra medievale “era un po’ insipida, paragonabile a pane liquido”

Così i monaci hanno deciso di apportare alcune modifiche. I puristi, tuttavia, non devono preoccuparsi: i monaci medievali “continuavano a innovare” e aggiornavano le loro ricette “ogni 10 anni”, ha garantito Stautemas, così i 12 monaci che oggi vivono nell’abbazia hanno potuto fruire del loro diritto alla sperimentazione.

Tra gli elementi medievali rimasti in vigore vi sono il divieto di additivi artificiali e l’uso obbligatorio di botti di legno e alcuni ingredienti specificamente locali. La loro birra, rinnovata ma con una forte componente tradizionalista, ha un contenuto di alcol del 10,8%, più del doppio di quello che si trova in qualsiasi altra birra comune.

Nonostante l’etichetta Carlsberg produca birra a marchio “Grimbergen” dagli anni ’50, commercializzandola in tutto il mondo, la nuova operazione consentirà ai puristi di ri-assaggiare un prodotto altamente simile alla birra dei monaci medievali, confezionato in quantità limitate ogni anno. Il marchio multinazionale di birra continuerà a produrre la “Grimbergen” industriale, ma chi vorrà assaggiare un sapore la cui ricetta viene dal medioevo dovrà per forza raggiungere il Belgio.


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