Trascorrere del tempo in un bel giardino è sicuramente ricreativo sia per il corpo sia per lo spirito, come già ben sapevano gli antichi. Egiziani, greci e romani ma anche popoli lontani come i Nabatei, conoscevano le virtù delle piante medicinali, e dedicavano spazi appositi alla loro coltivazione.
Molto prima degli Horti sanitatis medioevali e rinascimentali, che sorsero in Italia attorno ai conventi e alle scuole di medicina. Le coltivazioni di piante medicinali, ed altre specie di cui si volevano conoscere le proprietà terapeutiche, presero poi il nome di Orti Botanici, da non confondersi con i Giardini Botanici, che volevano avere uno scopo non solo di studio ma anche ricreativo.
L’Italia, fin dal Rinascimento, era all’avanguardia nello studio e nella progettazione dei giardini, con l’imitatissimo “giardino all’italiana”. Nel 19° e 20° secolo i giardini municipali, a disposizione della cittadinanza, si diffusero un po’ dovunque in Europa, per rendere disponibili a un’ampia schiera di persone i benefici di una bella passeggiata nel verde.
Il Giardino all’italiana nei Lost Gardens of Heligan, in Cornovaglia
Fonte immagine: Wikipedia
In Gran Bretagna, uno dei più famosi e stupefacenti giardini botanici, oggi chiamato Lost Gardens of Heligan, si trova in Cornovaglia. La sua storia inizia con la famiglia Tremayne, che acquistò Heligan House nel 1659. La casa, chiamata con una parola locale, “helygen” (albero di salice), subì nel corso del tempo varie trasformazioni e ampliamenti, ma il vero punto d’interesse della proprietà era la sua posizione, sulla cima di un’altura che domina il villaggio di Mevagissey.
La Giungla
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Scendendo dalla casa lungo il dolce pendio della collina, si estendono i meravigliosi giardini di Heligan, abbandonati per molti decenni, che per questo, dopo il loro recupero, hanno preso il nome “I Giardini Perduti di Heligan”.
La casetta delle colombe 
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Splendidi fino allo scoppio della Prima Guerra Mondiale, quando vi lavoravano 22 giardinieri, anche i Giardini di Heligan pagarono il loro tributo al conflitto: nel 1916 solo 8 dipendenti erano rimasti ad occuparsi della tenuta, mentre il proprietario, Jack Tremayne, scelse di vivere nel nostro paese, alla fine della guerra.
Decise di affittare la sua proprietà in Cornovaglia, che fu usata anche dalle forze armate statunitensi durante al Seconda Guerra Mondiale. Poi, negli anni ’70, la casa fu divisa in appartamenti e venduta, mentre i giardini, rimasti di proprietà della famiglia di Tremayne, finirono in completo abbandono.
Il sentiero con gli archi di meli
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Alla morte di Jack Tremayne, che non aveva avuto figli, la tenuta divenne di proprietà di un trust appartenente a rami diversi della famiglia. John Willis – uno dei membri del trust – che viveva nella zona, iniziò ad interessarsi della tenuta, e riuscì a coinvolgere Tim Smit, un imprenditore discografico oggi conosciuto per il più recente Eden Project, il più grande progetto di giardini chiusi in due enormi biosfere, sempre in Cornovaglia.
La Giungla
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Smit si innamorò a prima vista dei giardini abbandonati di Heligan, e coinvolse alcuni amici ed appassionati nel progetto di restauro, che alla fine ha dato i suoi frutti: nel 1992 Heligan era tornato all’antico splendore, ed in breve tempo è diventato uno dei giardini botanici di maggiore interesse del Regno Unito.
La Giungla
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E’ suggestivo pensare di camminare lungo sentieri tracciati probabilmente oltre 200 anni fa, attraverso macchie di alberi esotici, lungo le rive di laghetti alimentati da una pompa idraulica vecchia di 100 anni.
Primavera ai Lost Gardens of Heligan
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Il giardino all’inglese, quello all’italiana (nato probabilmente dalla passione di Jack Tremayne per il nostro paese), gli orti, una selvaggia giungla di felci giganti, sono solo alcune delle meraviglie dei Giardini Perduti di Heligan.
Uno strabiliante Rododendro
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Si aggiungono strabilianti arbusti di Rododendri e Camelie, enormi bambù, e addirittura un “pozzo d’ananas” (una tecnica per coltivare la pianta tropicale nei climi freddi, grazie al calore prodotto dal letame), l’unico rimasto in Europa.
Rododendri
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E poi ci sono due spettacolari statue, opera della scultrice Susan Hill: la “donna di fango” e la “testa del gigante”, coperte da muschi e licheni, che si confondono con il terreno, come se fossero semi-sepolte nella terra, mentre i capelli si muovono al soffio della brezza, composti come sono da vari tipi di piante.
La Donna di Fango
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La Testa del Gigante
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A 25 anni dalla loro riapertura, i Giardini Perduti di Heligan, rappresentano la realizzazione di un sogno, un investimento remunerativo, e l’opportunità, per chi li visita, di stupirsi ancora di fronte alla meraviglia della natura, plasmata dalla fantasia dell’uomo.