I Gemelli Reimer: un Caso di Riassegnazione Sessuale finito in Doppia Tragedia

Quando mise al mondo i suoi due gemelli Bruce e Brian, Janet Reimer non avrebbe mai immaginato quello che poi sarebbe accaduto loro. I due gemellini erano entrambi perfettamente sani, e perciò al momento della nascita non necessitavano di alcun tipo di intervento medico. Tuttavia, all’età di sei mesi, i due fratelli Reimer presentarono i segni di una fimosi piuttosto severa, cioè di una malformazione del prepuzio che (teoricamente) ne avrebbe condizionato il funzionamento.

Perciò i genitori Ron e Janet Reimer, decisero di sottoporre entrambi i gemelli a circoncisione, l’operazione che veniva consigliata in quel caso per risolvere questo tipo di problema: erano gli anni Sessanta, precisamente il 1965, e in Canada si sperimentavano nuove procedure per fare questo tipo di intervento sui neonati.

Il destino volle che il primo ad essere operato fosse Bruce: venne impiegato un laser che di solito veniva usato per cauterizzare le ferite e ad intervenire fu un medico che non aveva dimestichezza con quell’apparecchiatura (di solito ad utilizzarla era un altro dottore, in quel momento assente). Il medico fece tre tentativi. I primi due andarono a vuoto, non riuscendo a scalfire la pelle del bambino, ma il terzo letteralmente incenerì il pene di Bruce.

I genitori, ovviamente terrorizzati ed arrabbiati, si rifiutarono di far sottoporre l’altro gemello alla stessa operazione: ironia della sorte, Brian, che non era stato operato, guarì naturalmente dalla fimosi pochi mesi dopo, e sviluppò una normale funzionalità degli organi genitali.

Sotto, il video racconto dell’articolo sul canale Youtube di Vanilla Magazine:

Ron e Janet, nel tentativo di aiutare il figlio che era rimasto mutilato e risparmiargli ulteriori sofferenze in futuro, venuti a sapere dell’esistenza di un medico che sosteneva di poter “riprogrammare” l’identità sessuale degli individui, decisero di affidarsi a lui e farsi guidare in quello che pensavano potesse essere un percorso di recupero per loro figlio. In realtà, lo psicologo americano John Money, che allora operava all’ospedale Johns Hopkins di Baltimora, era un teorico della neutralità di genere, sosteneva cioè che:

L’identità e l’orientamento sessuale non fossero innati ma venissero appresi nel corso della vita e che fossero, di conseguenza, modificabili

Tuttavia, fino a quel momento, Money non aveva mai operato su di un bambino così piccolo e si era soprattutto interessato a persone che avevano caratteri ermafroditi: il piccolo Bruce, in questo senso, costituiva una novità e un’occasione unica per questo psicologo, che voleva soprattutto dimostrare la validità delle sue controverse teorie.

Money convinse i genitori di Bruce, che nel frattempo aveva compiuto due anni, a sottoporlo ad un’operazione di vaginoplastica che gli conferiva, almeno all’apparenza, dei caratteri femminili, e li persuase a crescerlo come se fosse una bambina per “ridefinirne” il sesso. A Bruce vennero asportati chirurgicamente i testicoli e divenne Brenda, allevato scrupolosamente da Janet e Ron secondo le indicazioni dello psicologo: per dieci anni, ogni anno, Bruce/Brenda venne sottoposto ad una visita annuale di controllo da parte del dottor Money e fu costretto a subire pratiche terapeutiche quantomeno bizzarre.

I genitori di David, allora entrambi appena ventenni e sicuramente traumatizzati da quanto era successo al loro bambino, si affidarono completamente al dottor Money ed accettarono ogni richiesta fatta dal medico, compresa quella di non rivelare a Bruce/Brenda la sua vera identità sessuale.

Malgrado i loro sforzi, però, Bruce si rifiutava in ogni modo di crescere come una bambina e cercava abiti e giochi “da bambino”. Anche il fratello Brian venne coinvolto dal dottor Money in processi di assegnazione di genere, tanto che, ancora bambini, venne fatta fare ai due gemelli una prova di  atto sessuale come si trattasse di un uomo e una donna, tutto, nelle parole dello psicologo, volto ad assegnare un genere definito a Brenda.

Intanto, il dottor Money, pur essendo consapevole della resistenza offerta dal suo piccolo paziente, continuava a presentare il caso Reimer come un assoluto successo terapeutico e come una conferma delle sue teorie dell’autore sulla “plasticità del genere”. Anche grazie al caso Reimer, in quegli anni, la riassegnazione sessuale (cioè la ricostruzione dei genitali) per bambini nati ermafroditi o malformati divenne una prassi.

Bruce, però, traumatizzato dalle terapie poco ortodosse cui veniva sottoposto ed estremamente confuso da quanto gli veniva richiesto in famiglia, continuava a non adeguarsi ad un ruolo femminile, e già ad undici anni mostrava istinti suicidi. Nel frattempo, la comunità scientifica e l’opinione pubblica iniziarono a nutrire i primi dubbi sulla correttezza e l’utilità di un simile procedimento di “recupero”.

Poiché le condizioni psicologiche di Bruce peggioravano di giorno in giorno, i coniugi Reimer si videro costretti a rivelare al figlio la verità tanto a lungo nascosta: Bruce/Brenda decise di iniziare immediatamente a vivere come un ragazzo e, appena compiuti i sedici anni, scelse di sottoporsi ad una seconda (e più complessa) operazione per ricostruire il suo pene e scelse anche di cambiare il suo nome in David.

Cambiò genere, ma rimase oppresso dalla schizofrenia che attanagliava anche il fratello, completamente traumatizzato a propria volta dalla follia cui la sua famiglia era stata sottoposta.

Malgrado avesse recuperato la sua identità originaria, David non ebbe una vita felice: a venticinque anni sposò Jane, una donna che aveva già tre figli, ma la loro relazione non fu felice e terminò con una separazione. Alla richiesta ufficiale del divorzio, David decise di suicidarsi, attanagliato anche da insormontabili problemi psicologici e finanziari. Era il 2004, aveva trentotto anni e appena due anni prima si era suicidato suo fratello Brian, che era tormentato da una depressione che non riusciva a curare.

Il professor Money condusse una carriera professionale e universitaria di alto livello e, a parte lo scandalo derivanti dal caso dei gemelli Reimer, riuscì ad ottenere persino 65 riconoscimenti accademici. Fu il responsabile di termini come identità di genere, ruolo di genere e orientamento sessuale, e rese popolare il termine parafilia. La sua figura, inevitabilmente, è assolutamente controversa, e i genitori dei gemelli hanno da sempre indicato lui come l’assoluto e unico responsabile della morte e dei disturbi dei loro figli.

La storia dei gemelli Reimer è esemplare per capire quanto le ardite quanto a volte sconclusionate teorie di controllo mentale, tipiche degli anni ’60 e ’70, potessero portare a risultati assolutamente drammatici.

Matteo Rubboli

Sono un editore specializzato nella diffusione della cultura in formato digitale, fondatore di Vanilla Magazine. Non porto la cravatta o capi firmati, e tengo i capelli corti per non doverli pettinare. Non è colpa mia, mi hanno disegnato così...