I fenomeni metereologici fra miti e leggende popolari

La moderna concezione antropocentrica pone l’essere umano in cima alla catena alimentare mentre invece, in definitiva,  quello da cui non si può prescindere sono le condizioni metereologiche. Il vento, la pioggia, il sole, le nuvole, tutto ciò che determina il tempo atmosferico è quello che più influisce su tutta la produzione alimentare del nostro pianeta. Nel corso del  tempo la meteorologia è diventata una scienza sempre più esatta, e può prevedere eventi atmosferici, anche devastanti, con una discreta precisione. Le antiche civiltà invece, spiegavano certi fenomeni atmosferici con storie, racconti mitologici, quello che insomma rientra nel folklore delle popolazioni.

Tornado


I tornado sono uno degli eventi meteo più incredibile al mondo, e sono costituiti da violenti vortici d’aria che arrivano a toccare il suolo, e si originano alla base di una nube, chiamata cumulonembo. Nel corso dei secoli molte credenze popolari si sono sviluppate, tentando di dare una spiegazione a questi terrificanti fenomeni naturali, in particolare fra le tribù degli indiani d’America. Per gli Irochesi il dio del vento aveva una figlia, chiamata Dagwanoenyent, che era una strega e spesso appariva sotto forma di tornado. Nel 1800 molte persone pensavano che la forza distruttiva del tornado fosse causata da un vuoto che si creava all’interno “dell’imbuto”. Per evitare la formazione di questo vuoto, costoro aprivano le finestre delle loro case, pensando così di uniformare la pressione dell’aria all’interno della casa, con quella dell’esterno. Naturalmente questo espediente non ebbe un gran successo!

Arcobaleno

L’arcobaleno non è un fenomeno terrificante, ma la sua caratteristica forma, che può sembrare un taglio, lo rende particolarmente curioso. Oggi sappiamo che si tratta di un fenomeno ottico, causato dalla rifrazione del sole su minuscole gocce d‘acqua. Prima che si riuscisse a dare una spiegazione scientifica, la credenza popolare considerava l’arcobaleno il  presagio di un intervento divino. Nella mitologia nordica l’arcobaleno era considerato un ponte verso il cielo, destinato solo a persone virtuose, prevalentemente guerrieri o nobili. I cristiani moderni continuano a considerarlo un segno di benevolenza divina. Fra gli aborigeni australiani l’arcobaleno, rappresentato come un serpente, era il Creatore, responsabile appunto della creazione del genere umano. In alcune narrazioni però, viene rappresentato come un serpente malevolo che può vivere sia nel cielo che sulla terra.

Vortice polare

 

Con il significativo calo di temperature che si è verificato negli Stati Uniti, e in altre parti del mondo, il termine vortice polare ricorre sempre più frequentemente. Con esso si indica una vastissima circolazione di aria fredda proveniente dal Polo Nord. Scendendo verso sud questa aria gelida va ad interessare varie zone del Nord America, congelando paesaggi che solitamente non conoscevano questo fenomeno. Molte culture hanno divinità che rappresentano l’inverno e il grande freddo, che rese la vita difficile anche ai nostri antenati primitivi, che vivevano di caccia e raccolta. Borea, il dio greco dell’inverno, è la figura che rappresenta l’aurora boreale.

Altre creature mitologiche che rappresentano l’inverno sono lo Yeti, Akhlut (uno spirito Inui), e Jotnar, un gigante del gelo della mitologia nordica. Agli inizi del 2014 il vortice polare ha creato molti disagi e pericoli, per le temperature troppo basse, per il rischio di allagamenti e per la difficoltà di approvvigionamento alimentare. Allo stesso tempo ha creato anche eventi naturali incredibili, come il congelamento parziale delle cascate del Niagara. Il freddo era talmente forte da provocare il congelamento di acqua bollente a mezz’aria!

Fulmini

Tanto  pericolosi quanto spettacolari, i fulmini sono un fenomeno elettrico che si genera con l’attrazione di particelle positive delle nuvole da parte di particele negative del suolo.  Se si calcola che ogni giorno  circa 8 milioni di fulmini colpiscono la terra, è facile capire perché questo fenomeno viene rappresentato in moltissime mitologie antche. In generale i tuoni e i fulmini venivano considerati come una dimostrazione  di collera divina, erano quindi un segnale negativo, un’arma degli dei. Nell’iconografia popolare il dio greco Zeus viene rappresentato con un fulmine in mano, una forza naturale per colpire  i mortali che lo scontentavano.

Uragano

Il nome inglese della tempesta tropicale è Hurricane, che probabilmente è ispirato a Hunraken, il dio della tempesta degli antichi Maya. La scala del vento di Saffir-Simpson cataloga gli uragani da 1 a 5 in base alla velocità del vento. Nel ventesimo secolo solo tre uragani di categoria 5 hanno colpito gli Stati Uniti. Nel 1928 l’uragano San Felipe-Okeechobee provocò in Florida la morte di 1836 persone. Il termine uragano ha ispirato il nome di queste tempeste nella zona dei Carabi, in Giappone si usa il termine tifone, nell’Oceano Indiano ciclone, in Australia vengono a volte indicati con il nome di willy-willy. In ogni luogo comunque vengono interpretati come segni di collera divina, nella mitologia greca Tifone era un gigante antagonista di Zeus, che fu confinato nell’Etna, provocando eruzioni vulcaniche.


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