All’angolo tra Dudenstrasse e General-Pape-Strasse, a Berlino, sorge un massiccio blocco cilindrico di calcestruzzo. All’interno della struttura ci sono alcune stanze con vecchie attrezzature arrugginite. Realizzata nel 1941-42, durante il periodo nazista, la costruzione non è certamente un’attrazione turistica, ma è comunque un’interessante testimonianza storica legata ai progetti del fuhrer per il futuro della città.
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Hitler, che non dubitava della vittoria della Germania nella Seconda Guerra Mondiale, pensava di trasformare Berlino nella nuova “Capitale Mondiale” tedesca, la Welthauptstadt Germania: una metropoli in grado di riflettere la sua megalomania grazie a gigantesche strutture, simbolo del Terzo Reich, e in grado di infondere timore e reverenza sia tra i nemici esterni, sia nel suo stesso popolo. L’artefice del progetto era Albert Speer, “primo architetto del Terzo Reich”.
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Berlino nei progetti di Hitler
La città è attraversata da un lungo asse centrale in direzione nord-sud: un viale lungo cinque chilometri, il Prachtallee o “Viale dello Splendore” che, chiuso al traffico, serve per ospitare grandi parate. I veicoli usano un’autostrada sotterranea, che si snoda esattamente sotto il grande viale.
All’estremità nord del viale c’è una gigantesca piazza, la Großer Platz, che misura 350.000 metri quadrati, attorno alla quale sorgono numerose costruzioni: il palazzo del Führer, l’edificio del Reichstag, la terza cancelleria del Reich, con un atrio lungo due volte la Galleria degli Specchi di Versailles.
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Su tutte incombe un enorme edificio a cupola, il Volkshalle (Sala del Popolo), progettato dal Hitler in persona.
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E’ il più grande spazio chiuso del mondo, con i suoi 200 metri di altezza e 250 metri di diametro della cupola, sedici volte più grande di quella della chiesa di San Pietro a Roma. La smania di Hitler di dominare il mondo si esprime chiaramente nella Volkshalle: in cima alla cupola c’è l’aquila, simbolo della Germania, che con i suoi artigli afferra l’intero globo terrestre. La Sala del Popolo è destinata al culto pubblico di Hitler e dei suoi successori, un luogo “sacro” per il nazionalsocialismo, come San Pietro lo è per il cattolicesimo.
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All’estremità sud del viale sorge un’altra mega-struttura, un arco di trionfo ispirato al più famoso Arco di Trionfo di Parigi, ma molto, molto più grande: con i suoi cento metri di altezza potrebbe tranquillamente inglobare all’interno l’originale parigino.
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A contrastare i faraonici progetti di Hitler c’è però un problema di difficile soluzione: la natura paludosa del terreno su cui sorge Berlino, non sufficientemente stabile da sostenere il peso dei giganteschi edifici progettati da Speer.
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La Realtà
Per testare quanto peso potesse sopportare il terreno, venne costruito il Schwerbelastungskörper (Corpo che sopporta un carico pesante) proprio lì dove sarebbe dovuto sorgere l’Arco di Trionfo. Si tratta di una struttura cilindrica alta 14 metri e pesante 12.650 tonnellate. Nei tre anni di prova l’edificio sprofondò di circa 19 centimetri, contro i 6 ritenuti accettabili per poter procedere alla costruzione.
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I sogni di Hitler su Berlino furono bruscamente interrotti dalla realtà: lo Schwerbelastungskörper è uno dei pochi edifici che furono davvero realizzati, tra i progetti della Welthauptstadt Germania. Hitler vide finiti solo l’Olympiastadion, costruito per le Olimpiadi del 1936 e oggi completamente ristrutturato in occasione dei mondiali di Calcio del 2006, la seconda Cancelleria, distrutta dall’Armata Rossa alla fine della guerra, e alcuni tratti dell’autostrada sotterranea.
L’Olympiastadion nel 1993
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Interni del Schwerbelastungskörper
Fonte immagine: Paul Horsefiel / Flickr, licenza Creative Commons 2.0
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