Durante il periodo della guerra fredda e fino agli anni ’80 questi “razzi da fiume” erano l’orgoglio dei trasporti fluviali russi, navicelle atterrate sopra l’acqua da un lontano futuro “atomico”. Le navi erano a tutti gli effetti degli aliscafi (anche se si tentò con un certo successo la via degli Ekranoplani), e viaggiavano ad una velocità impensabile per tutti i competitor del periodo, con punte che raggiungevano i 150 chilometri orari.
Il loro soprannome era Raketas (“Razzi”) e alcuni modelli furono dotati di motori a turbina di derivazione aeronautica su entrambi i lati. L’inventore sovietico Rostislav Alexeyev è considerato il padre degli aliscafi moderni, e le imbarcazioni che furono costruite per navigare sopra le acque della Russia e dell’Ucraina furono quasi 3.000. Nel corso della Guerra fredda, a partire dagli anni ’60 in poi, molti dei diversi modelli prodotti furono battezzati con nomi dell’era spaziale sovietica come “Sputnik”, “Comet”, “Meteor” e “Stormbringer”.
Quando arrivò il collasso economico dell’URSS la produzione degli aliscafi cessò inesorabilmente. Quelli in opera furono lentamente dismessi e andarono a costituire un cimitero di navi in tutto il paese. Alcuni aliscafi trovarono posto in altre rotte di paesi vicini, come quelli Voshkod che, ancora in servizio, collegano l’isola di Cat Ba e la città di Hai Phong in Vietnam. A oggi è possibile trovare altri esemplari lungo alcuni fiumi di Canada, Grecia, Jugoslavia, Olanda, Thailandia e Turchia, ma anche in Cina (foto sotto).
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Per molti russi, gli aliscafi sono un ricordo d’infanzia appassionato dall’età d’oro di innovazione sovietica. Un ricco russo ne ha convertito uno in un yacht di lusso …
Sotto, l’Ekranoplano Alekseev A-90 Orlyonok, l’unico aereo di questo tipo ad esser prodotto in serie e a prestare servizio continuativo:
In volo: