Ava, abbreviazione di Achavanich dall’area in cui furono rinvenuti i suoi resti, è una donna che abitò in Scozia circa 4.000 anni fa nella contea di Caithness, la zona delle Highlands di fronte alle isole Orcadi. Nel 2016 circolò in rete l’immagine del suo volto ricostruito con le tecniche forensi, che mostrava una giovane donna di bell’aspetto, caratterizzata da capelli rossi ondulati e occhi azzurri, una tipica combinazione dei tempi moderni a queste latitudini.
La ricostruzione fu richiesta dall’archeologa Maya Hoole sulla base del cranio ritrovato nella sepoltura, lasciando libero spazio all’artista forense Hew Morrison per l’interpretazione del colore di occhi e capelli. Il risultato, gradevolissimo, diventò rapidamente virale in rete, ma era tutto sommato sbagliato.
L’immagine di una donna con capelli rossi e occhi azzurri è infatti frutto della trasposizione visiva degli uomini moderni in un essere umano molto antico. Secondo i più recenti studi del DNA, la donna aveva capelli neri e occhi marroni, molto più simile a una donna Mediterranea di quanto non fosse stato immaginato dall’artista forense.
Il gruppo familiare di Ava era da poco emigrato in Gran Bretagna dall’Europa del Nord, e l’aspetto dei membri era simile a quello mediterraneo anziché a quello dei moderni scozzesi. I nuovi migranti si stabilirono fra le genti della Cultura del vaso campaniforme, importando probabilmente alcune tecniche di lavorazione dei metalli.
Grazie agli studi del Natural History Museum di Londra e della Harvard Medical School sappiamo oggi che Ava morì fra i 3.700 e i 4.250 anni fa, che aveva una carnagione mediterranea e che era intollerante al lattosio
Maya Hoole, archeologa che sta curando il progetto “Achavanich Beaker Burial Project”, ha dichiarato alla BBC:
“Gli archeologi raramente recuperano le prove che indicano il colore dei capelli, degli occhi o quello della pelle, ma grazie a queste nuove tecniche rivoluzionarie possiamo vedere persone della preistoria come non abbiamo mai fatto prima. La scoperta che gli antenati di Ava fossero recentissimi migranti nord-europei è fantastica, soprattutto perché così sappiamo che lei non aveva connessioni genetiche con la popolazione neolitica che risiedeva a Caithness prima di lei“.
La discendenza genetica di Ava potrebbe dare utili indicazioni a capire le migrazioni del popolo Beaker (la Cultura del vaso campaniforme in inglese), che riuscì a sostituire il 90% del patrimonio genetico britannico nel corso di poche centinaia di anni.
Sotto, i ritrovamenti della Cultura del Vaso Campaniforme:
La donna, di cui è stato trovato parte del cranio e una piccola parte delle ossa del resto del corpo, venne sepolta in una tomba scavata nella roccia, un sepolcro complesso che richiese diverso tempo per essere completato. La sua sepoltura, scoperta nel 1987, è da sempre un enigma per gli archeologi, che non comprendono il motivo di tanta elaborazione. Le tombe dei Beaker erano infatti solitamente più semplici, delle fosse nella terra sormontate da tumuli di pietre. La circostanza è curiosa anche perché non si ravvisa una particolare classe sociale per Ava, che venne sepolta con un osso di mucca e che probabilmente apparteneva alla classe contadina.
Per scoprire di più riguardo Ava e gli studi sulla cultura Beaker questa la pagina Facebook del progetto. Fonti per l’articolo: Smithsonian.