I ponti per animali sono una soluzione utile per non creare barriere invalicabili alla fauna selvaggia. Le strade rappresentano infatti dei veri e propri spartiacque per le forme di vita animale, che isolano da una zona o dall’altra limitando i possibili spostamenti. Da anni gli ambientalisti si battono per ottenere dei corridoi biologici funzionali a zone altrimenti divise da grandi strade. In Italia e all’estero sono stati creati alcuni “Rospodotti“, dei piccoli tunnel che passano al di sotto delle strade, e consentono a piccoli anfibi come le rane o i rospi di attraversare la strada, evitando il rischio di esser schiacciati.
In Francia sono presenti, oltre ai rospodotti, anche numerosi corridoi biologici, dei ponti per animali che consentono alla fauna di muoversi attraverso due aree altrimenti divise da una pericolosissima, e spesso mortale, lingua di asfalto. In Olanda, nonostante le dimensioni ridotte del proprio territorio, sono stati realizzati 66 ponti per animali, e il Natuurbrug Zanderij Crailoo è un ponte lungo ben 800 metri. Negli Stati Uniti e in Canada, territori assai meno urbanizzati rispetto all’Europa, è ormai da diversi anni che si assiste alla creazione di ponti biologici, passaggi che aiutano gli animali, anche di grandi dimensioni, ad attraversare le enormi strade continentali.
“Animals’ Bridge”, nella riserva indiana di Flathead nel Montana, usato da grizzly e orsi neri, cervi, alci, leoni di montagna e altri tipi di animali. Fotografia di pubblico dominio via Wikipedia:
L’attraversamento di animali e la loro uccisione ad opera degli automobilisti non è solo un problema per l’etica della morte degli animali, ma ha anche un prezzo enorme per gli stati nazionali, con un costo stimato, nei soli Stati Uniti, di 8 Miliardi di dollari annui.
Nel video sottostante, che mostra il ponte al Parco Nazionale di Banff in Canada, l’Ente Parchi Canadese afferma che le collisioni animali-veicoli sono diminuite dell’80%.