I Cefalofori: la storia dei Santi Decapitati che Camminano

Avete mai visto il busto di San Dionigi portato in processione per le vie di Crotone? La statua della fontana miracolosa di Montmartre a Parigi? I bassorilievi di San Donnino nella Cattedrale di Fidenza?

Qualcosa di strano accomuna queste tre figure:

Tutte e tre sono decapitate e portano la testa tra le mani

La tradizione sulle vite dei santi è piena di elementi favolosi e raccapriccianti, soprattutto quando ne viene raccontato il martirio, ma tra i più curiosi ci sono i cosiddetti “cefalofori” (da cefalos = testa e foreo = porto): santi che, decapitati dai loro aguzzini a causa della fede, invece di cadere morti sono rimasti in vita il tempo necessario a raccogliere la propria testa e a camminare fino al luogo da loro scelto per la sepoltura.

Sotto, Scultura raffigurante san Dionigi. Fotografia condivisa mediante Wikipedia:

Le narrazioni delle vite dei santi e delle loro passioni sono state molto comuni fin dai primi secoli del cristianesimo, ma gli elementi fantastici e favolosi cominciarono ad apparire in epoca tardo antica o medievale, quando quelli cristiani si fusero ad elementi pagani.

La decapitazione non era una morte infamante, anzi. Nell’età antica era riservata a personaggi di rilievo, ad esempio ai cittadini romani o ai guerrieri, che in questo modo mantenevano intatta la propria dignità.

Santi decapitati dipinti nella Cappella Altartafel des Zürcher Veilchenmeisters di St. Moritz in Svizzera:

Alle teste mozzate, inoltre, pare venisse riconosciuto in ambito precristiano un potere magico e sacro, a patto però che la testa fosse tagliata via da un corpo ancora vivo:

Solo in questo caso essa conservava il suo potere

Questo potrebbe essere anche il significato delle teste di pietra poste al centro delle architravi delle porte (ad esempio nell’architettura tradizionale delle aree alpine), con funzione di custodia e difesa della casa. In questo caso, le teste di pietra sono una evoluzione o una rievocazione di teste decapitate o di maschere funerarie.

Questi segni di morte a protezione dalla morte stessa, pur legati al mondo pagano, erano molto forti e la mentalità comune non poteva rinunciare ad essi. Ecco quindi i racconti dei cefalofori, per una società che pur cristianizzata non rinuncia al magico pagano, e rimette in gioco il potere della testa tagliata.

La decollazione di Sant’Emidio, Tempietto di Sant’Emidio Rosso, Ascoli Piceno. Fotografia di Sibillia.io condivisa con licenza CC-BY SA 3.0 via Wikipedia:

Tutti i martiri sono presentati dalla tradizione come vincitori, e per questo nelle raffigurazioni pittoriche e scultoree portano in mano la palma della vittoria (la testa):

La morte non è un effetto della volontà dei loro persecutori, ma il compimento della volontà divina, e quindi una vittoria

Questi martiri vittoriosi vengono decapitati, la testa cade per terra (e a volte fa sgorgare sorgenti), poi è raccolta dal corpo decapitato da cui sprizza sangue intorno, e i santi camminano tenendola in mano.

Il paradosso della morte vittoriosa è completo, il santo sceglie la propria tomba e va nell’aldilà con in mano la sua testa, come un trofeo.

Sotto, la Processione di San Dionigi per le vie di Crotone:

Fonti: Wikipedia, Popinga, Santi Beati, Fairitaly, Cartantica.

Paola Moro

Vivo in un paese di campagna, dove l’orizzonte piatto fa sembrare il mondo senza confini. Insegno italiano e latino in un Liceo. Amo i gatti. Leggo qualunque cosa, cammino e d’inverno nutro i pettirossi. Scrivo per condividere ricerche, pensieri, curiosità.