I due Buddha di Bamiyan in Afghanistan erano statue imponenti e gigantesche, un faro nel deserto per tutti i professanti la spiritualità buddista. Nel 2001 i talebani che occupavano l’Afghanistan li fecero saltare in aria, riducendoli ad un cumulo di polvere e macerie e distruggendo due opere rispettivamente di 1.500 e 1.800 anni d’età.
“Questi idoli sono gli dei degli infedeli“, dichiarò il leader talebano Mullah Muhammad Omar, commentando la distruzione delle due statue. Un combattente afghano che partecipò all’attacco dichiarò: “Prima sparammo contro i Buddha con carri armati e colpi di artiglieria. Tutto questo si rivelò inefficace e posizionammo degli esplosivi per tentare di distruggerli. Quando finalmente furono sbriciolati, i combattenti talebani sparavano in aria, ballavano e portarono nove vacche da sacrificare“.
Quei monumenti resistettero per oltre XV secoli, e furono distrutti in pochi secondi dalla furia dell’uomo accecato dalle proprie stupide ideologie.
Zhang Xin Yu e Liang Hong sono una coppia di milionari e avventurieri cinesi originari di Pechino, che hanno finanziato la ricostruzione, soltanto olografica, di una delle due statue.
In un’intervista al Daily Mailm, Zhang afferma: “Sapevamo molto poco dell’Afghanistan prima di venire qui. L’immagine di questa nazione martoriata era soltanto legata alla povertà e agli attentati suicidi“. La signora Liang ha invece detto: “Quando ho visto il sorriso sui volti della gente di Bamiyan, sapevo ciò che abbiamo fatto è significativo non solo per la gente di Bamiyan, ma anche per noi stessi“.
L’UNESCO ha da tempo dichiarato la volontà di ricostruire le leggendarie statue dei Buddha, ma ancora le opere non sono neanche alla fase preliminare dei lavori. Nel 2005 un artista giapponese propose una proiezione laser dei Buddha, ma la sua idea non fu mai realizzata. Il signore e la signora Zhang hanno quindi deciso di prendersi parte della responsabilità del progetto e mostrare, dopo 15 anni, una versione a grandezza naturale degli immensi Buddha di Bamiyan.