I 5 musei più terrificanti del mondo

Confrontarsi con il terrore è un’esperienza umana normalissima, e questi cinque musei, a ragione definibili i più terrificanti e spaventosi del mondo, sono un monito per ricordarci quanto possa essere profonda la voragine di paura che la realtà può metterci di fronte.

5 – Il museo delle mummie di Guanajuato

Quando nel 1833 si diffuse un’epidemia di colera a Guanajuato, in Messico, i cadaveri di numerose persone morte vennero seppellite in una fossa comune dove vennero ben presto dimenticate, sotterrate per evitare che la malattia potesse ulteriormente diffondersi. Fra loro c’erano, probabilmente, anche molte persone che non erano ancora passate a “miglior vita”. El Museo de las Momias de Guanajuato si trova nell’omonima città messicana ed espone 111 mummie provenienti proprio da quella fossa di dolore.

Il corpo di queste persone è stato mummificato in modo naturale per ragioni ancora poco note, consentendo ai posteri di osservare la loro espressione del viso a quasi due secoli di distanza. Il museo ospita inoltre della mummia di un essere umano più giovane al mondo: si tratta di un feto morto nella pancia della madre che era incinta. Diversi personaggi famosi hanno visitato il museo e ne sono stati in qualche modo ispirati, fra loro spicca il regista Werner Herzog, che fece iniziare il proprio film “Nosferatu, il principe della notte” con un primo piano delle mummie in modo da creare un’atmosfera di vero terrore.

4 – Glore psychiatric Museum

Il Museo Psichiatrico Glore è un museo situato a St. Joseph in Missouri, negli Stati Uniti. Appartiene al complesso dei musei di St. Joseph che ospita altre due esposizioni permanenti. La collezione del museo rappresenta i 130 anni di storia del manicomio di stato adiacente, attraverso strumenti, fotografie e documenti che spiegano come si sia evoluto il trattamento dei malati mentali. L’esposizione nasce dal lavoro di George Glore, un impiegato del dipartimento di salute mentale del Missouri, realizzò dei modelli a grandezza naturale degli strumenti del passato per essere esposti durante una fiera.

Partendo da questi modelli venne creato un intero museo in cui riuscire a meglio comprendere quali fossero i trattamenti cui venivano sottoposti i malati mentali, o che venivano considerati tali, durante i secoli che vanno dal 1700 a metà del 1900.

Dilatatori rettali venivano usati per favorire l’espulsione delle feci nei pazienti.

3 – Il museo della Morte

JD Healy e Catherine Shultz sono due collezionisti di “murderabilia”, reperti legati ad assassini, suicidi o crimini celebri, attivi sin dagli anni ’70. La loro attività cominciò scrivendo agli assassini rinchiusi in carcere chiedendo loro opere d’arte, e proseguì sino a diventare un museo vero e proprio, prima ospitato a San Diego e poi alla Westbeach Records, gli studi a Hollywood Boulevard a Los Angeles.

La testa di Henri Landru, uno dei serial killer più famosi della storia, chiamato anche “Barbablù”.

Museo della morte Los Angeles 3Immagine condivisa via Wikimedia Commons – licenza CC BY-SA 2.0

2 – Il Mütter Museum a Philadelphia

Entrare in questo museo significa vedere una serie praticamente infinita di stranezze mediche, anatomiche e campioni patologici, modelli in cera, e attrezzature mediche d’epoca. Il museo fa parte di The College of Physicians di Filadelfia. Lo scopo originale della raccolta, donata dal Dr. Thomas Dent Mütter nel 1858, era per l’educazione e la ricerca biomedica.

Sotto: uno dei pezzi più “pregiati”: Soap Lady

La “Soap Lady” è il nome dato ad una donna il cui corpo è stato riesumato a Philadelphia nel 1875. L’esemplare è unico perché una sostanza grassa chiamata adipocera mantiene i resti. La formazione di adipocere non è comune, ma può formare in ambienti alcalini, caldi e senz’aria, come quello in cui la donna venne sepolta.

Il Museo Mütter è uno degli unici due posti al mondo dove si possono vedere pezzi del cervello di Albert Einstein. Le sezioni del cervello, di 20 micron di spessore e colorate di viola, sono conservati in lastre di vetro in mostra nella principale Galleria del museo.

Il Museo Mütter acquisì una raccolta di 139 teschi umani dall’anatomista viennese Joseph Hyrtl (1810-1894) nel 1874. L’obiettivo di Hyrtl nel raccogliere e studiare i teschi era mostrare che l’anatomia cranica varia ampiamente nella popolazione caucasica dell’Europa. Il suo lavoro fu un tentativo di contrastare le pretese dei frenologi, che sostenevano che le caratteristiche craniche erano la prova di intelligenza e personalità e che le differenze razziali erano causate dalle differenze anatomiche.

Il Museo Mütter ospita oltre 3.000 esemplari osteologici, tra cui diversi scheletri completi. Uno dei più famosi di questi è lo scheletro interamente articolato di Harry Raymond Eastlack, che soffriva di fibrodisplasia ossificante progressiva. Eastlack donò il proprio scheletro alla collezione Mütter per aiutare comprendere meglio questa rarissima malattia.

1 – Il Museo delle anime del Purgatorio

Se esistono numerosi altri luoghi spaventosi assimilabili a dei musei, fra cui altri 7 luoghi al mondo in cui la morte è diventata una vera e propria attrazione turistica, come scelta per il primo posto ho selezionato un museo quasi sconosciuto in Italia ma che è certamente degno di interesse e terrificante in un modo completamente diverso dagli altri. Se i musei precedenti raccontano, chi più chi meno, la morte nelle sue diverse sfaccettature, questo museo racconta il periodo successivo alla morte, quello in cui le anime si troverebbero (secondo i cristiani cattolici) nel purgatorio.

L’esposizione si trova nella Chiesa Sacro Cuore del Suffragio, e ha una genesi alquanto originale. Nel 1897, soltanto sette anni dopo la sua costruzione, nella chiesa divampò un incendio che distrusse una cappella dedicata alla Vergine del Rosario. Il prete della chiesa, don Victor Jouët, credette di riconoscere il viso di un uomo defunto fra i resti dell’incendio, deducendo che l’uomo volesse mettersi in contatto con i vivi affinché questi pregassero per la sua anima ancora infelice.

Da allora, don Jouët cominciò ad interessarsi di fenomeni simili, espressioni dall’aldilà del desiderio dei defunti di essere ricordati e della loro necessità di ricevere preghiere e messe in loro onore in modo da poter ascendere al paradiso. A oggi il museo è composto di un’unica stanza nella quale sono contenute quelle che possono considerarsi vere e proprie reliquie di anime desiderose di attenzione. Oppure soltanto, per chi non crede alla vita oltre la morte, a reperti ben contraffatti.

Matteo Rubboli

Sono un editore specializzato nella diffusione della cultura in formato digitale, fondatore di Vanilla Magazine. Non porto la cravatta o capi firmati, e tengo i capelli corti per non doverli pettinare. Non è colpa mia, mi hanno disegnato così...