I grandi nomi li conosciamo tutti – Annibale, Gengis Khan, George Washington, giusto per dirne qualcuno – ma chi è stato il più grande generale della storia? È una domanda che sorge spontanea, quando pensiamo a Napoleone, che mise messo a ferro e fuoco l’Europa per poi sottovalutare il Generale Inverno e perdere a Waterloo; o a Cesare e Alessandro Magno, con il primo che sottomise le Gallie e il secondo che fu sconfitto soltanto dalla morte, sopraggiunta ad appena 33 anni.

Il data and strategy advisor Ethan Arsht ha provato a rispondere a questa domanda affidandosi al WAR, acronimo di Wins Above Replacement. Il WAR è una statistica usata nella Major Legue di baseball che analizza quanto le singole prestazioni dei giocatori influiscano sulla vittoria o sconfitta della squadra rispetto alla media dei colleghi. Per spiegare come Arsht ha applicato il WAR alla storia, prendiamo in considerazione la Battaglia di Borodino.

Il 7 settembre del 1812, durante la campagna in Russia, Napoleone vince contro le truppe di Michail Kutuzov e, ai fini del nostro studio, il successo riportato gli dovrebbe valere un punteggio WAR di +1, ma bisogna anche considerare che la Grande Armée aveva il 51% di possibilità di trionfare, perché – a prescindere dai generali in campo e considerando tutti quei fattori determinanti, come numero di uomini, condizioni del campo, artiglieria e via dicendo – i francesi erano in netto vantaggio rispetto ai russi. Questo cosa vuol dire? Che se, ad esempio, ci fosse stato uno dei Marescialli di Francia, tipo Gioacchino Murat o Michael Ney, al posto di Napoleone, l’Armée avrebbe comunque sbaragliato le truppe di Kutuzov.

Allora, ecco che, per Borodino, Napoleone parte da un +1 standard, a cui, però, va sottratto il 51% delle possibilità di vittoria con o senza di lui, per un punteggio definitivo di +0,49. Lo stesso discorso vale anche a parti inverse. Kutuzov prende un -1 iniziale per la sconfitta e si assesta sul -0,49, perché bisogna aggiungergli quel 51% di possibilità che i russi avrebbero perso a prescindere, anche con un altro generale al suo posto.
Questo è il metodo matematico, ma prima di vedere la classifica, facciamo alcune precisazioni.

Premessa
Per stilare la classifica, dice Arsht nel suo articolo, “ho usato gli elenchi di battaglie di Wikipedia come punto di partenza. Sebbene non esaustivi, gli elenchi di Wikipedia includono 3.580 battaglie uniche e 6.619 generali, che hanno fornito un campione sufficiente per creare un modello. Ho quindi sviluppato una funzione che raccoglie informazioni chiave per ogni battaglia, inclusi tutti i comandanti coinvolti, le forze totali disponibili e l’esito. Il set di dati risultante ha fornito un ampio campione di battaglie per creare una prestazione di base, con la quale ho confrontato le prestazioni dei singoli generali”.

Dallo studio emergono considerazioni interessanti. Ad esempio, scrive Arsht, “ci sono anche generali che, nonostante la reputazione di maestri tattici, hanno un WAR totale sorprendentemente basso. Robert E. Lee, comandante dell’Esercito degli Stati Confederati, ha concluso con un WAR negativo (-1,89), suggerendo che un generale medio avrebbe avuto più successo di Lee alla guida degli eserciti della Confederazione. Lee era gravato da notevoli svantaggi, […] tuttavia, la sua reputazione di abile tattico è probabilmente immeritata e il suo WAR supporta quegli storici che hanno criticato la sua strategia generale e la gestione delle battaglie chiave”.

Ovviamente, Wikipedia non è una fonte esaustiva e lo stesso Arsht ci tiene a precisare che “questo studio è inteso come un divertente esperimento mentale, non una classifica definitiva o un contributo accademico nel campo della storia miliare. […] In nessun modo pretendo che la mia analisi fornisca un quadro completo o qualcosa di simile. Inoltre, poiché faccio molto affidamento su Wikipedia, ci sono buchi e incoerenze e, data la mia mancanza di risorse, non è plausibile per me condurre un progetto di queste dimensioni controllando la precisione di ogni dato. Infine, devo ribadire che la mia classifica riguarda il valore tattico aggiunto di un generale, non le sue capacità strategiche complessive, o chi vincerebbe in un ipotetico testa a testa con truppe ed equipaggiamenti alla pari”.
Adesso che abbiamo spiegato la natura non accademica della ricerca di Arsht, scopriamo chi sono i generali che occupano i primi 10 posti.

10° posto
Il fanalino di coda è uno dei più celebri conquistatori di tutti i tempi, colui che ha dato vita al più vasto impero della sua epoca. Con 9 vittorie, 0 sconfitte e un WAR di +4,39, il decimo posto spetta ad Alessandro Magno, ma è bene specificare che il suo risultato è condizionato da due fattori: la morte prematura e, di conseguenza, l’aver preso parte solo a 9 battaglie.

9° posto
Al nono posto troviamo Georgij Žukov, Maresciallo dell’Unione Sovietica e uomo di fiducia di Iosif Stalin. Con 10 vittorie su 10, nessuna sconfitta e un WAR di +4,62, Žukov è considerato uno dei migliori generali della Seconda guerra mondiale. Non a caso i suoi uomini lo chiamavano Spasitel, il salvatore.

8° posto
La prima testa coronata della classifica è Federico II di Prussia, in carica dal 1740 al 1786. Con 11 vittorie, un pareggio e due sconfitte, per un WAR complessivo di +4,69, il monarca è stato l’artefice della trasformazione della Prussia da piccolo stato a grande potenza europea. Di lui Napoleone disse: “Signori, toglietevi il cappello. Perché, se lui fosse ancora vivo, noi non saremmo qui”.

7° posto
Per il settimo posto ci dobbiamo spostare oltreoceano e parlare di Ulysses S. Grant, eroe dell’esercito unionista durante la guerra di Secessione e 18° presidente degli Stati Uniti d’America. Il suo WAR di +5,05 è il frutto di 12 vittorie, 3 pareggi e una sconfitta.

6° posto
A seguire c’è quello che è da molti considerato il più grande stratega dell’antichità. 13 vittorie, 2 pareggi, 2 sconfitte e un WAR complessivo di +5,52 per l’acerrimo nemico di Roma: il politico e condottiero cartaginese Annibale.

5° posto
Il quinto posto lo occupa un nome non proprio conosciutissimo: Khālid ibn al-Walīd, guerriero musulmano vissuto dal 592 al 642 e passato alla storia come Sayf al-Allah, la Spada di Allah. Il suo WAR di +5,65 è condito da un palmares bellico di 12 vittorie, un pareggio e una sconfitta.

4° posto
A un passo dal podio troviamo Takeda Shingen, che, con un WAR di +6,12, 15 vittorie, un pareggio e una sconfitta, è anche l’unico condottiero orientale della classifica. Soprannominato la tigre di Kai, Takeda è vissuto nel XVI secolo ed è stato un celebre daimyō giapponese del periodo Sengoku, un’epoca in cui il Giappone era diviso in tanti piccoli feudi sempre in guerra fra loro.

3° posto
Medaglia di bronzo per colui che ha sconfitto il detentore della prima posizione (niente spoiler, ma i grandi nomi sono quasi finiti e potete immaginare chi sia): il britannico Arthur Wellesley, 1° duca di Wellington e artefice, insieme al feldmaresciallo Gebhard Leberecht von Blücher, del successo della Settima Coalizione nella Battaglia di Waterloo. Con 16 vittorie, un pareggio e una sconfitta, per un WAR complessivo di +7,17, è il terzo generale più vincente della storia.

2° posto
Il secondo posto spetta a colui che sottomise le Gallie, trionfò nella Guerra Civile e si erse a signore di Roma. Stiamo parlando di Giulio Cesare, che, con un WAR di +7,39, dovuto a 15 vittorie, un pareggio e una sconfitta, consolida la sua fama di gran condottiero.

1° posto
In testa alla classifica troneggia, con le insegne imperiali, un generale corso che ha messo a ferro e fuoco l’Europa. Per sconfiggerlo è stato necessario l’intervento di ben sette coalizioni. 38 vittorie e 5 sconfitte valgono a Napoleone Bonaparte l’incredibile WAR di +16,78, con cui stacca di netto tutti i colleghi alle sue spalle. Ovviamente, il suo risultato è anche, e soprattutto, dovuto al maggior numero di battaglie combattute, ma ciò non toglie che abbia segnato un’epoca.

Sarebbe interessante scoprire chi trionferebbe, a parità di forze, in un ipotetico scontro fra il suo consolidato acume militare e il grande rimpianto della classifica, l’effimero Alessandro Magno. E un testa a testa fra Cesare e Annibale? Chi vincerebbe? Difficile dirlo, perché, lo ricordiamo, Arsht ha precisato che questo studio non ha alcun valore accademico, ma, chissà… Magari, un giorno, avremo i mezzi per soddisfare questa e tante altre curiosità legate alla storia.
Fonti:
- Napoleon was the Best General Ever, and the Math Proves it – Articolo originale di Ethan Arsht su Towards Data Science
- Chi è stato il più grande generale della storia? – Il Sole 24 ore