Holodomor: l’Olocausto mascherato da Carestia da Stalin in Ucraina

Ci sono olocausti dimenticati, o meglio mai conosciuti, e un genocidio in particolare per il quale non furono usate le armi ma si usò la fame. La parola Holodomor significa “sterminio per fame” ed è quanto successe in Ucraina e altre regioni limitrofe fra il 1932 e il 1933.

Sotto, il video racconto dell’articolo sul canale Youtube di Vanilla Magazine:

5 milioni di persone morirono di fame, 4 milioni solo in Ucraina (di cui la metà erano bambini) e quei morti sono tuttora una della ragioni di risentimento ucraino verso il governo russo. Altri milioni di persone, da 2 a 5 complessive, morirono nelle deportazioni e nelle esecuzioni. Ma partiamo dall’inizio.

Una ragazza affamata di Charkiv è una delle foto più famose dell’Holodomor (di Alexander Wienerberger)

Alla fine degli anni ’20 iniziò la collettivizzazione agraria in buona parte dell’Unione Sovietica, che provocò una grande carestia, e l’Ucraina, il granaio d’Europa, fu quella che ne risentì maggiormente perché qui ci furono le proteste più forti e opposizioni alla requisizione dei terreni e dei raccolti da parte dei “Kulaki”, piccoli proprietari terrieri o coltivatori diretti, che non volevano aderire ai “Kolchoz”, le fattorie collettive di stato.

Stalin colpì duramente questa opposizione e iniziò l’eliminazione o la deportazione di tutti quelli che non si piegavano alla cancellazione della proprietà privata. In Ucraina il 70% delle fattorie divennero statali contro il 50% delle altre regioni, e il 45% dei raccolti venne destinato alle città e all’esportazione.

Gli agricoltori tentarono di reagire alla statalizzazione, cercarono di nascondere derrate alimentari, uccisero il bestiame per fare scorta e cominciarono così le requisizioni casa per casa. Bastavano un cavallo o un aratro o una mucca per essere classificati come aderenti contro-rivoluzionari, e deportati nei Gulag in caso di rifiuto a consegnarli.

Chi fosse stato sorpreso a rubare, compresi i bambini, anche solo qualche spiga di grano dai campi dello Stato, veniva condannato a pene dai 10 anni di lavori forzati alla pena di morte, comminata dai 12 anni in su. Quasi 2 milioni di contadini vennero deportati in Siberia fra il 1930 e il 1931.

Nel 1932 la produzione scese per motivi naturali e perché i contadini, fisicamente indeboliti, non erano certo incentivati a spezzarsi la schiena per vedersi portare via tutto il frutto del loro lavoro. Non diminuirono però le pretese governative dell’URSS, si ritenevano i Kulaki unici responsabili del calo di rendimento e cominciarono le esecuzioni (circa 5.000 in Ucraina) e le deportazioni di intere famiglie in Siberia (circa 100.000 persone, anche se le stime sono per forza di cose imprecise). Si fece serrata la ricerca di cibo nascosto, non solo grano ma anche ortaggi e verdure, e qualunque tipo di sementi. Veniva sequestrato in pratica qualunque genere commestibile, lasciando gli abitanti senza cibo per piegarne la volontà.

Venne confiscata anche qualunque somma di denaro o materiale utile all’acquisto di alimentari, e fu proibito il commercio anche nella forma di baratto. Per tutti questi controlli venne dispiegato un gran numero di soldati che dovevano vigilare non solo le case ma anche le strade. I contadini ucraini infatti cercavano di scappare per raggiungere le città e sopravvivere, ma venne loro impedito.

Venne vietata la vendita di biglietti ferroviari all’interno della regione se non autorizzato dal Comitato, i cosiddetti “viaggi per il pane” erano organizzati dei “nemici dell’Unione Sovietica” e non dovevano essere consentiti, le strade erano tutte pattugliate e per uscire dal paese era necessario un passaporto per impedire “l’infiltrazione di parassiti e nemici del potere socialista nelle città e l’esodo in massa”. Era anche vietato entrare in Ucraina per evitare si diffondessero informazioni sullo stato della popolazione, mentre il governo diffondeva false informazioni sulla quantità di latte che veniva giornalmente distribuita ai bambini durante la carestia.

A chi faceva presente che la gente era in punto di morte per fame, come lo scrittore Michail Aleksandrovič Šolochov, nel 1933, Stalin rispose “Gli stimati agricoltori del suo distretto, e non solo del suo, hanno fatto scioperi e sabotaggi, ed erano pronti a lasciare senza pane gli operai e l’Armata Rossa. Il fatto che si trattasse di un sabotaggio silenzioso e in apparenza pacifico è un fatto che non cambia per nulla la sostanza della faccenda, ossia che quegli stimati agricoltori hanno cercato di scalzare il potere sovietico facendogli guerra a oltranza, caro compagno Šolochov!

La gente moriva per strada e in tanti casi il resto della popolazione era talmente debole da non riuscire a scavare le fosse per seppellirli. Furono molti i casi di cannibalismo, eppure nel 1933 l’Unione Sovietica esportò quasi 2 milioni di tonnellate di grano.

L’intera Ucraina era diventata in pratica un grande ghetto, la gente vi era confinata, apparentemente libera, ma libera soltanto di morire di fame. Le morti nel 1932 e 1933 superarono di gran lunga le nascite, e i bambini morivano come mosche.

L’incubo finì nel marzo del 1933, quando vennero sospese le requisizioni e vennero consegnate provviste di grano ai contadini che dovettero essere assistiti nella semina e nel raccolto non essendo in grado, fisicamente, di provvedere loro stessi.

Dopo la morte di Stalin, nel 1953, Nikita Krusciov cominciò il processo di destalinizzazione dell’Unione Sovietica, denunciando i crimini, le purghe, le epurazioni, le esecuzioni e i processi farsa del predecessore, ma non fece mai parola della ”carestia” ucraina.
La verità cominciò a venir fuori nel 1991 con l’apertura degli archivi sovietici e in seguito all’indipendenza dell’Ucraina.

Moneta da 5 hryven, emessa in commemorazione dell’Holodomor

E’ tuttora dibattuta la questione del genocidio, se ci sia stata cioè la volontà di Stalin di eliminare il popolo ucraino in particolare. Ci sono parecchi precedenti di Stalin contro l’Ucraina, contro la religione e il nazionalismo ucraino, che fanno propendere per il genocidio.

Il Parlamento europeo nel 2008 ha però riconosciuto “Holodomor” solo come “uno spaventoso crimine contro il popolo ucraino e contro l’umanità” anche se 24 stati al mondo lo hanno riconosciuto come genocidio. Gli altri, fra i quali l’Italia, non si sono pronunciati. La dichiarazione dell’ONU del 2003 fu firmata, fra gli altri paesi, anche dalla Russia:

Nell’ex Unione Sovietica milioni di uomini, donne e bambini furono vittime delle crudeli azioni e politiche del regime totalitario. La Grande Carestia del 1932-1933 in Ucraina (Holodomor), prese da 7 a 10 milioni di vite innocenti e divenne una tragedia nazionale per il popolo ucraino. A questo proposito, prendiamo nota delle attività in commemorazione del settantesimo anniversario di questa carestia, in particolare quelle organizzate dal governo ucraino.

Onorando il settantesimo anniversario della tragedia ucraina, commemoriamo anche la memoria di milioni di russi, kazaki e rappresentanti di altre nazionalità che morirono di fame nella regione del fiume Volga, nel Caucaso settentrionale, in Kazakistan e in altre parti dell’ex Unione Sovietica, come risultato della guerra civile e della collettivizzazione forzata, lasciando profonde cicatrici nella coscienza delle generazioni future“.

Mappa dei paesi che hanno riconosciuto Holodomor come genocidio

L’Holodomor viene commemorato in Ucraina il quarto sabato di novembre.

Giovanna Francesconi

Amo la storia, e le storie dietro ad ogni persona o oggetto. Amo le cose antiche e non solo perché ormai ne faccio parte pure io, ma perché la verità è la figlia del tempo.