Hedy Lamarr: la donna più bella del cinema che inventò il Wi-Fi

Chi dice che bellezza e intelligenza non possano coesistere? Esistono molti esempi di uomini e donne che nel corso dei secoli hanno confutato questo caparbio luogo comune. Tra queste persone anche Hedy Lamarr, stupenda diva del cinema, ma anche geniale inventrice di alcune tecnologie oggi alla base della telefonia mobile e del Wi-Fi.

Hedy Lamarr (nome d’arte di Hedwig Eva Maria Kiesler) nacque a Vienna da una famiglia di origini ebraiche – il padre Emil era un direttore di banca di Lviv (o Leopoli) – il 9 novembre 1914, pochi mesi dopo la dichiarazione di guerra presentata dall’Impero austroungarico alla Serbia e lo scoppio della Grande guerra.

L’educazione della giovane fu ferrea e basata sui valori dell’Ottocento, oramai annebbiati dal conflitto col quale si inaugurò il cosiddetto Secolo breve. Questo rigore, però, diede i suoi frutti: la ragazzina diventò uno dei migliori elementi della sua scuola e a soli dieci anni era in grado di parlare perfettamente già quattro lingue.

Sotto, il video racconto dell’articolo sul canale Youtube di Vanilla Magazine:

Hedy era però anche una ragazza di eccezionale bellezza, e a dodici anni, presentatasi di nascosto a un concorso di bellezza, vinse la manifestazione. La giovane era bella e intelligente: due qualità travolgenti, due forze che avrebbero potuto scontrarsi, ma che lei riuscì a conciliare in maniera straordinaria.

Foto pubblicitaria per “Corrispondente X” (1940) di King Vidor

Fotografia di MGM / Clarence Bull di Pubblico dominio condivisa via Wikipedia

Si iscrisse alla facoltà di Ingegneria, studiò pianoforte e continuò a prendere parte a concorsi di bellezza, finché un giorno non la notò l’attore Ernst Arndt, un artista molto famoso nei teatri viennesi del tempo. Questi con tutta probabilità se ne invaghì, e la spinse a frequentare gli studi della casa di produzione Sascha Film, presso i quali aveva importanti conoscenze. L’esordio nel cinema per Hedy giunse così nel 1930 con la pellicola dal titolo “Geld auf der Straße” (“Soldi in strada”) di Georg Jacoby; una comparsa senza infamia e senza lode.

Fu nel 1933 che la giovane raggiunse la popolarità con il ruolo da protagonista nel film “Estasi”, lungometraggio del regista praghese Gustav Machatý di genere drammatico a sfondo erotico, un fatto eccezionale per quei tempi. In “Estasi”, infatti, Hedy Lamarr fu protagonista di un nudo integrale, uno dei primissimi nel mondo del cinema; questa parte scandalosa contribuì a farla conoscere immediatamente in tutta Europa e fino agli Stati Uniti.

In quello stesso anno, la donna conobbe un ricco industriale delle armi viennese con il quale si sposò in breve tempo: il suo nome era Fritz Mandl, di quattordici anni più anziano della giovane, detto “Il re delle munizioni”, amico di Adolf Hitler e di Hermann Göring.

Mandl era uomo molto potente e tenace, ma pure terribilmente possessivo e geloso e, dopo aver sposato la Lamarr il 10 agosto 1933, trascorrendo con lei una lunga luna di miele tra Venezia, Capri, Como e la Costa Azzurra, tentò di ritirare dal mercato tutte le copie di “Estasi”, ossessionato dal fatto che l’intero mondo potesse vedere il corpo di quella che adesso era diventata sua moglie.

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Il culo di una donna è per suo marito, non per gli spettatori. Tu sei carina, ma io devo tenere presente il punto di vista delle famiglie. Non mi piace quello che potrebbe pensare la gente di una ragazza che svolazza per lo schermo a culo nudo” avrebbe affermato l’uomo, come riportò qualche anno dopo l’attrice nella sua autobiografia dal titolo “Ecstasy and Me: My Life as a Woman”.

L’intento risultò essere solo un’utopia, e già nell’estate 1934 la donna riuscì a prendere parte alla Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia, durante la quale fu presentato anche al pubblico italiano il piccante film.

Locandina di “Questa donna è mia” (1940)

Fotografia di MGM – eBay card di Pubblico dominio condivisa via Wikipedia

I tempi erano comunque tesi; i primi venti del nuovo conflitto mondiale spiravano in ogni angolo d’Europa, con la popolazione di origine ebraica sempre più al centro dell’odio dei governi autoritari del continente.

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Compromesso oramai il matrimonio con Fritz Mandl – l’uomo lo fece definitivamente annullare per ragioni razziali nel 1938 – tra il 1936 e il 1937 la Lamarr tentò più volte di lasciare l’Austria, prossima a essere fagocitata dal Terzo Reich con l’Anschluss, e si trasferì prima in Svizzera, a St. Moritz, e poi a Londra. E proprio in Gran Bretagna arrivò la svolta alla sua carriera: la giovane instaurò un’amicizia col produttore ebreo Louis B. Mayer, co-fondatore del colosso cinematografico Metro Goldwyn Mayer, e nell’autunno del ’37 si imbarcò con tutto il suo staff sul transatlantico Normandie diretto negli Stati Uniti, sfuggendo alle persecuzioni razziali del Vecchio Continente e tuffandosi nel mondo patinato di Hollywood.

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Hedy Lamarr in “Disonorata”

Fotografia di Trailer screenshot di Pubblico dominio condivisa via Wikipedia

In America cominciò a lavorare in molte pellicole – “Vieni a vivere con me” con James Stewart, “Questa donna è mia” con Spencer Tracy e “Schiava del male” con George Brent –, ma fece storcere pure parecchi nasi come quando, su spinta della MGM, rifilò il “gran rifiuto” alla Warner Bros. che la voleva nel colossal “Casablanca” a fianco di Humphrey Bogart.

La sfolgorante carriera cinematografica di Hedy Lamarr procedette di pari passo alla sua movimentata vita sentimentale – oltre al Mandl ebbe altri cinque mariti e innumerevoli amanti – e al suo genio che non decise di placarsi: nelle settimane di pausa tra un film e l’altro, la Lamarr trascorreva le giornate a pensare e a mettere a punto innovative apparecchiature tecnologiche e nuovi congegni per rendere più facile la vita che sarebbe venuta dopo la guerra.

Creò una pastiglia capace di rendere l’acqua frizzante, realizzò un supporto utile per migliorare la mobilità delle persone diversamente abili, investì sulle potenzialità di una località scarsamente abitata del Colorado e che in pochi conoscevano: era Aspen, diventata dalla seconda metà del Novecento una delle stazioni sciistiche più famose del mondo.

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Aspen

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Fotografia condivisa via Wikipedia con licenza CC BY-SA 3.0

Un genio che guizzava da un campo all’altro e sempre con grandissimo successo e riscontro del pubblico ora rappresentato dai critici del cinema ora dalla società civile.

Fu nel corso della Seconda guerra mondiale, però, che l’attrice, avvicinatasi alla causa degli Alleati opposti alla Germania nazista, diede prova della sua straordinaria intelligenza. Hedy aveva ascoltato dei problemi che la marina americana aveva nei confronti della Kriegsmarine, la marina militare tedesca, abile a creare interferenze radio che mandavano in confusione i soldati a stelle e strisce, e sviluppò insieme al compositore George Antheil un sistema per la codifica delle informazioni via radio, con un marchingegno che riusciva a ricevere le informazioni in modo identico a come erano state trasmesse e in grado di modificare continuamente le frequenze, rendendole così impossibili da intercettare.

Hedy Lamarr nel 1944

Fotografia di Employee(s) of MGM di Pubblico dominio condivisa via Wikipedia

Il brevetto, troppo avveniristico e sofisticato per quei tempi, fu però rifiutato con scherno dalla Marina americana.

Cosa ne poteva sapere, d’altronde, un’attrice di Hollywood tedesca (perdipiù ebrea) di tecnologia di guerra?

Si trattò di un enorme abbaglio per il governo statunitense: più avanti, infatti, il sistema proposto da Antheil e Lamarr diventò famoso come tecnica frequency-hopping spread spectrum, il sistema a spettro prolungato che si rivelò la base per i successivi studi nel settore della tecnologia che porteranno alla creazione del segnale a spettro espanso, tecnologia usata oggi nella telefonia mobile, nel bluetooth, nel sistema gps e nel Wi-Fi.

Nella sua vita Hedy Lamarr frantumò il pervicace stereotipo che vorrebbe la bellezza nemica dell’intelligenza, dando, forse a sua insaputa, un immenso contributo allo sviluppo della tecnologia del futuro, ma di questo colpo di genio non trasse alcun beneficio dato che il brevetto rimase comunque nelle mani del governo americano.

Il brevetto Kiesler/Antheil

Fotografia di U.S. Patent Office – The Register di Pubblico dominio condivisa via Wikipedia

Con il finire degli anni cinquanta, la brillante attrice si allontanò pian piano dal grande schermo, scivolando in uno stato di degrado che si inasprì negli ultimi decenni del secolo. Abbandonò Hollywood per vivere di stenti a Manhattan, fu arrestata varie volte per furto, fino a trasferirsi in una casa per anziani soli.

Dimenticata dal mondo del cinema, la visionaria inventrice, capace di spianare la strada alle scoperte tecnologiche della fine del Novecento, trovò sparuti riconoscimenti soltanto nel campo della tecnologia ricevendo la medaglia Kaplan, la più insigne medaglia austriaca per un inventore. Un’ultima gioia fu quella di vedere istituita la Giornata dell’inventore, collocata in suo onore il 9 novembre di ogni anno, giorno della sua nascita.

Hedy Lamarr in “Sansone e Dalila”

Fotografia di Trailer screenshot di Pubblico dominio condivisa via Wikipedia

Hedy Lamarr trascorse gli ultimi anni di vita in povertà, morendo a ottantacinque anni, il 19 gennaio del 2000, nella sua casa di Casselberry, Florida. Per il suo rivoluzionario brevetto, nel 2014, in occasione del centesimo anno dalla nascita, fu inserita nella National Inventors Hall of Fame.

A Hedy Lamarr, diva e inventrice, sono dedicati i seguenti libri: “Hedy Lamarr. La vita e le invenzioni della donna più bella della storia del cinema” di Ruth Barton (Castelvecchi), “La diva geniale” di Marie Benedict (Piemme), “Hedy Lamarr. La donna più straordinaria del mondo” di William Roy e Sylvain Dorange (Edizioni BD) e anche un capitolo del libro di Carla Petrocelli “Il computer è donna” (Dedalo editore).


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