Sulle rive del fiume Tungabhadra, circondato da colline sassose, c’è il piccolo villaggio di Hampi, nello stato indiano del Karnataka. Già all’inizio del I° secolo dC. esisteva in questi luoghi un piccolo borgo che, in epoca medioevale, arrivò a diventare la splendida capitale del grande impero Vijayanagara.
Una metropoli immensa, la cui storia si intreccia con il folklore, fino a confondersi con la leggenda: una lepre, inseguita dal cane da caccia dei fratelli Hakka e Bukka, improvvisamente da preda diventa predatrice, cominciando a rincorrere il cane. Il sommo sacerdote Vidyaranya svela ai due fratelli che quello è un luogo speciale, dove fondare la capitale di uno stato: il seme di un grande impero era stato gettato.
Durante il suo periodo di maggior splendore (1336-1565), la magnificenza della capitale era indescrivibile. C’erano, secondo un viaggiatore portoghese, “molti boschetti e giardini, con corsi d’acqua che li attraversano, laghi e molti alberi da frutta”, e poi templi, acquedotti e mura che circondavano la città, oltre a edifici civili e militari.
Le strutture più belle, sparse sulle colline, erano comunque i templi (indù e giainisti), alcuni dei quali sono in uso ancora oggi. La capitale era un importante centro di scambi commerciali, dove si poteva acquistare qualsiasi cosa, dalle pietre preziose ai cavalli.
Nei primi decenni del 1500, l’impero Vijayanagara si estendeva in tutta l’India meridionale e oltre… Poi, poco dopo la metà del secolo, i sultanati musulmani del Deccan si allearono per sconfiggere l’esercito di Vijayanagara: la capitale fu saccheggiata, la sua popolazione massacrata, mentre gli invasori impiegarono mesi per portar via da palazzi e templi tutti i tesori.
Senza più re, né ricchezze, né abitanti, Hampi si trasformò in una città fantasma, che divenne preda della giungla e degli animali selvatici: da grande capitale tornò ad essere un piccolo villaggio, come all’inizio della sua storia.
Oggi Hampi è uno straordinario sito storico, patrimonio dell’UNESCO, che vanta oltre cinquecento monumenti sparsi sulle colline, un museo a cielo aperto da visitare con rispetto, perché è ancora un importante luogo di devozione.
Tutta l’area di Hampi era il territorio del mitico regno delle scimmie, governato da Hanuman, una divinità guerriera la cui storia viene raccontata nel poema epico Ramayana, testo sacro degli indù.
Appena al di là del fiume c’è la collina di Anjaneya, dove si crede sia nato Hanuman, e sulla cui cima c’è un tempio a lui dedicato.
La salita è faticosa, ma il panorama che si gode da lassù è incantevole: le risaie che si incastrano le une nelle altre quasi a formare un gigantesco puzzle, piantagioni di palme da cocco, e le suggestive rovine di Hampi che si stagliano all’orizzonte, tra il placido fiume e le colline rocciose, testimoni silenziosi della nascita e della caduta di un impero.