In gergo si chiamano “Haters“, e sono Troll, Bully o Flamer. Si tratta dei “provocatori” dell’Odio online, ai quali Google ha recentemente dichiarato guerra con Perspective, un sistema di intelligenza artificiale in grado di segnalare i commenti intrisi di odio, qualunque esso sia, agli editori. Perspective è stato sviluppato dall’Azienda di Mountain View in collaborazione con alcune fra le più grandi testate online come Guardian, Wikipedia, New York Times ed Economist, le quali già oggi utilizzano sistemi di limitazione ai commenti per riuscire a gestire l’enorme flusso di contenuti scritti dagli utenti.
Il sistema funzionerà in modo automatizzato, riconoscendo i commenti volti ad esprimere odio gratuito e segnalandoli agli editori dei siti web. Questi avranno l’onere e la responsabilità di moderare il commento, che verrà segnalato da Perspective anche ai lettori, mediante un bollino riconoscibile da tutti. Ad oggi le prime demo di prova sono soltanto in lingua inglese, ed il sistema è liberamente testabile sul sito del progetto, Perspectiveapi.com.
Di tutto questo ragionamento naturalmente non fa parte Facebook, che è un sistema a sé stante, e di conseguenza anche Instagram, parte dell’azienda di Zuckerberg. Anche Twitter è fuori dalla partita, così come tutti i social di grandi dimensioni cinesi e russi. A dire il vero Disqus, il Social Network specifico per i commenti, offre un sistema di riconoscimento artificiale dei commenti offensivi, anche se non può offrire ancora un servizio affidabile. A titolo di esempio il Fatto Quotidiano, che utilizza proprio Disqus, chiude i commenti ogni giorno dalle 22 alle 7 di mattina. In modo simile il New York Times e altre testate consentono commenti solo in specifiche ore del giorno e solo su determinati post. Perspective sarebbe l’ausilio che consentirebbe di “tenere” i commenti costruttivi eliminando quelli “distruttivi” in modo quasi automatico, o certamente molto più rapido rispetto alla lettura tradizionale del commento.
Che l’odio, le bufale e anche lo spam rappresentino un problema non è certo una novità. In Italia è stata Laura Boldrini, presidente della Camera dei Deputati, a denunciare il troppo odio sui Social, scrivendo direttamente a Mark Zuckerberg. Di contro, e ci si riaggancia alle bufale ma anche al clickbait, i “titoloni” dei giornali volti a generare la visita dovrebbero non essere già di per sé forieri di odio, e anche gli editori stessi dovrebbero meglio interpretare il passaggio dal cartaceo al digitale.
Sotto, a titolo di esempio, uno degli ultimi post della Pagina Facebook del Corriere della Sera:
Di fronte a certi post è prevedibile, se non scontato, che si generino dei commenti pieni d’odio…