In uno dei luoghi più piovosi della terra, il villaggio di Mawsynram a Meghalaya, in India, ci sono alcuni dei più affascinanti ponti che si siano mai visti sul pianeta. Si tratta di veri e propri “ponti viventi”, realizzati da persone del luogo grazie alle radici degli alberi di Caucciù, presenti un po’ ovunque nella zona.
Le radici degli alberi vengono dapprima organizzate per realizzare una struttura a ponte, con le canne di bambù a formare la prima struttura di base. Per manipolare gli alberi della gomma in ponti e scale, si devono creare nodi molto stretti in grado di sopportare l’ambiente umidissimo di Meghalaya.
Con il tempo il bambù marcisce del tutto, entro 6-8 anni, e gli abitanti affermano che le radici dell’albero diventeranno così solide da sopportare il peso di una persona. In seguito, le radici continuano a crescere e rafforzarsi, rendendo il ponte calpestabile e adatto a sostenere grandi carichi di peso, come la sua piastrellazione con pietre del luogo (visibile in alcune immagini).
Questi ponti con le radici sono auto-rafforzanti, ovvero diventano sempre più solidi e sicuri nel corso degli anni, al contrario di strutture in cemento o simili, che vanno incontro al deperimento naturale. Un aspetto curioso di queste costruzioni è che se la popolazione volesse realizzare un ponte immediatamente lo vedrebbe cadere dopo pochissimo tempo, perché l’incredibile tasso di umidità del luogo farebbe marcire nel giro di poco tempo la struttura in legno (materiale base per le costruzioni del luogo).