Gli amanti e i sotterfugi della “Spia Cynthia”: agente dimenticato della Seconda Guerra Mondiale

“Vergogna? Niente affatto, i miei superiori mi hanno detto che i risultati del mio lavoro hanno salvato migliaia di vite britanniche e americane. Il mio lavoro mi ha coinvolto in situazioni da cui le donne “rispettabili” si tirano indietro, ma il mio è stato un impegno totale. Le guerre non si vincono con metodi rispettabili”.

Questo è quanto dichiarava Amy Elisabeth Thorpe a chi la criticava per aver usato il suo fascino e il suo corpo per carpire segreti militari.

Amy Elisabeth Thorpe

Fu definita ninfomane ma Betty, come veniva chiamata, fu sempre coinvolta mentalmente, sentimentalmente e fisicamente, pienamente ricambiata nelle relazioni che le permisero di diventare uno degli agenti britannici più efficaci. Disse che “Il sesso veniva dopo le altre forme di attrazione, l’intesa intellettuale, l’amicizia. Nessun agente può ottenere risultati con il solo sesso”.

Amy Elizabeth Thorpe nacque il 22 novembre 1910 a Minneapolis, figlia di George, ufficiale dei Marines e di Cora, donna dell’alta società. A causa delle missioni del padre, che lo tennero spesso lontano da casa, e della scarsa intesa con la madre, interessata solo alle occasioni sociali del bel mondo, Betty crebbe molto indipendente, fuori dalle righe, sempre alla ricerca di avventure forti.

Bellissima, alta, magra, bionda, affascinante, intelligente, colta e poliglotta, tutte doti che le resero più facili il suo futuro lavoro, Betty già dall’adolescenza veniva ammirata dagli uomini, attirando maldicenze e pettegolezzi, e fin da giovanissima ebbe flirt innocenti (e non) con uomini molto più grandi di lei, forse per sopperire alla mancanza di una figura paterna.

Amy Elisabeth Thorpe

Nel 1929 conobbe il Segretario dell’Ambasciata Britannica Arthur Pack, non certo un uomo particolarmente attraente o brillante. Lui aveva 38 anni e lei 19, ma Betty rimase incinta e nell’aprile 1930 si sposarono. Il figlio Anthony nacque in Inghilterra in ottobre, e venne affidato “temporaneamente” ad una famiglia. Quello che doveva essere un affido temporaneo divenne perpetuo, e questo fa sospettare che Pack in realtà non fosse il padre.

Il primo incarico di Pack dopo il matrimonio fu in Cile, e proprio a Santiago Betty capì quanto riusciva ad ammaliare gli uomini, quando ebbe la sua prima relazione extraconiugale. Nel 1934 nacque la figlia Denise e dopo poco arrivò per il marito un nuovo incarico, all’ambasciata di Madrid.

Qui Betty divenne l’amante di Carlos Sartorius, che aveva conosciuto a Washington.

La donna, per compiacere il marito e l’amante decise di convertirsi al cattolicesimo con l’aiuto di un sacerdote che divenne anche lui suo amante e che, arrestato in seguito dai repubblicani, fu liberato grazie a Betty, che ricorse al Nunzio Apostolico di Madrid.

La situazione spagnola stava precipitando: da una parte i falangisti di Franco, appoggiati da Italia e Germania, dall’altra i repubblicani appoggiati dall’Urss e solo molto tiepidamente dai paesi occidentali.

Nel 1936 l’ambasciata Britannica fu trasferita a San Sebastian e le famiglie mandate in Francia a Biarritz. Betty, che si annoiava, prese la macchina e partì per la Spagna: fu fermata al confine, arrestata come spia di Franco e liberata dopo lunghi negoziati con l’ambasciata. Ripartì per la Francia ma questa volta, su richiesta dell’ambasciatore, trasportava documenti destinati a Londra. Iniziò a fare la spola fra la Francia e la Spagna, a portare aiuti per la Croce Rossa all’andata e documenti al ritorno.

La sua figura era sospetta: i repubblicani la ritenevano spia di Franco, i franchisti una spia repubblicana, mentre invece questa donna spericolata cominciò a destare interesse nell’M16 britannico.

La nuova destinazione del marito era Varsavia, e Betty entrò in contatto con John Leche, incaricato del ministro britannico, per ottenere un lasciapassare per Madrid e per organizzare il trasloco. Leche glielo rifiutò: Madrid era troppo pericolosa, e così Betty dovette ricorrere al suo fascino. Il giorno dopo l’incontro partì con il lasciapassare, recuperò i suoi averi e Leche, che aveva perso la testa per lei, grazie alle sue entrature diplomatiche la aiutò a trovare Carlos, imprigionato dai repubblicani, e a farlo liberare.

All’arrivo di Betty in Polonia Pack era un uomo triste, invecchiato, sofferente e amareggiato, le confidò una storia d’amore impossibile con una ragazza polacca e si prese un periodo di riposo e cure in Francia. Betty non lo accompagnò, con la scusa di doversi occupare di Denise, ma felice di ritrovarsi libera.

Nel 1938 iniziò una relazione con il giovane diplomatico Edward Kulikowski, che le accennò della proposta tedesca alla Polonia di spartirsi la Cecoslovacchia. Lei ne parlò con Jack Shelley, dipendente dell’ambasciata britannica, ma in verità agente dell’M16, che la spinse a procurare altre informazioni.

Kulikowski era una pedina troppo piccola, occorreva rivolgersi a qualcuno più in alto, ovvero Michal Lubienski, funzionario del Ministero degli Esteri, che riuscì a conoscere grazie al suo amante. Iniziò una relazione anche con Lubienski, e forse Betty se ne innamorò, ricambiata sia in sentimento sia in informazioni sugli accordi della questione cecoslovacca. Betty mandò a Londra anche preziose informazioni sul sistema tedesco di cifratura dei messaggi, il famoso “Enigma”, che resisteva tenacemente alla decrittazione.

Michal Lubienski

Londra era entusiasta dell’agente ma Lubienski rovinò tutto informando il Ministro Beck dell’intenzione di chiedere il divorzio da sua moglie per sposare Betty. Il ministro intervenne presso l’ambasciatore britannico: una donna americana molto chiacchierata, moglie di un diplomatico britannico, non poteva rovinare la carriera di un importante funzionario polacco, doveva essere immediatamente richiamata e lasciare la Polonia. E così fu.

Betty raggiunse il marito in Francia, lasciando la figlia Denise a Varsavia, e gli chiese il divorzio che lui rifiutò nel modo più assoluto. Tornò a Varsavia solo per prendere la figlia, organizzare il trasloco e rivedere l’amante, poi chiuse l’avventura in Polonia per seguire il marito nel successivo incarico a Belgrado, che durò pochi mesi, e poi di nuovo in Cile.

La posizione favorevole al nazismo del Cile era inaccettabile per Betty, che fece domanda al SIS per entrare in servizio. Nel giugno 1940 Betty diventò l’agente Cynthia.

Pack non sapeva nulla dell’attività della moglie e Betty partì con il pretesto di una visita al figlio Anthony, lasciando Denise a Santiago col padre. I due non si rividero mai più.

Durante il viaggio Betty divenne l’amante di Paul Fairly, ufficiale della Marina statunitense e agente dei servizi segreti USA, che la mandò a New York, dove entrò in contatto con William Stephenson, capo del BSC, British Security Coordination. Il suo compito era di inserirsi nell’alta società di Washington in attesa di altre istruzioni. Betty era incinta, forse di Fairly, e in quei giorni ne approfittò per abortire, ma non trascurò il suo primo vero incarico, procurare le tabelle cifrate della Regia Marina Italiana.

All’Ambasciata Italiana rivide un suo vecchio amico conosciuto a Washington, il capitano di fregata Alberto Lais (addetto navale a Washington), I due non erano stati amanti ma molto legati da un rapporto quasi di padre-figlia, non fisico proprio per la giovinezza di lei e la coscienza di lui, quarantenne. Ripresero l’amicizia ma Betty sostenne sempre che non furono mai amanti. Lei gli chiese i cifrari della Regia Marina per aiutare gli Stati Uniti, paese al quale lui era molto legato e non ancora in guerra, lui rifiutò, ma poi pare le abbia fatto il nome di chi avrebbe potuto aiutarla. Betty non svelò mai chi, dietro una grossa somma di denaro, le avrebbe fatto fotografare i cifrari.

Alberto Lais

Si era intorno al 20 marzo 1941. Il 28-29 marzo la Regia Marina subì una pesantissima sconfitta da parte degli inglesi a Capo Matapan, dove morirono 2300 uomini e vennero affondate 6 navi, nonostante la superiorità numerica italiana. E’ vero che gli inglesi avevano una portaerei, che dava loro un vantaggio, ma la decodifica dei messaggi scambiati dagli italiani fu sicuramente una delle concause del disastro.

Il Ministero della Difesa e la famiglia dell’ufficiale contestarono questa storia che diffamava Lais e querelarono l’autore di un libro su Cynthia, vincendo la causa. C’è però un’altra confidenza che vide coinvolto Lais: la flotta mercantile italiana alla fonda a Washington aveva istruzioni di auto affondarsi per non essere utilizzata dagli Stati Uniti e Betty sostenne che Lais le aveva raccontato come e quando sarebbe successo. La comunicazione di Betty, pur arrivando in ritardo, permise di salvare 16 unità su 28, che vennero requisite.

Capo Matapan: un incrociatore della classe Zara sotto il fuoco nemico

Comunque sia andata, per questi fatti Lais fu dichiarato persona non grata per i suoi rapporti “con certe persone”. L’ufficiale lasciò con sommo rammarico gli USA, il suo lavoro, la famiglia e Betty, che chiamava “la sua ragazza d’oro”.

I due non si rividero mai più. Betty ne fu dispiaciuta, ma il suo alter-ego Cynthia era soddisfatto e pronto per un’altra missione, che arrivò molto presto: trovare agganci all’ambasciata francese per avere informazioni sul Governo di Vichy, in special modo sull’attività della flotta in Nord Africa, in previsione di uno sbarco degli alleati, e sui codici della marina.

Fingendosi giornalista, Betty chiese un’intervista all’addetto stampa Charles Brousse, per parlare della situazione europea e dei rapporti fra Vichy e Washington. Brousse, molto più vecchio di Betty, era sposato con un’americana e aveva appoggiato il governo di Vichy per la sua fiducia in Petain, ma non aveva simpatie per i nazisti. Venne subito stregato da Betty, divennero amanti in pochi giorni e in questo caso lei cambiò strategia: portò Brousse dalla sua parte, non cercò di carpire segreti, lo convinse che collaborare con gli Stati Uniti era il modo per aiutare la Francia a combattere il nazismo.

Lui le forniva regolari informazioni ma restava il compito più difficile, entrare in possesso dei codici della marina francese custoditi in cassaforte nell’ambasciata, in una stanza blindata dove solo due persone potevano consultarli per cifrare e decifrare i messaggi.

Era il marzo del ’42, gli USA erano entrati in guerra e in aprile il filo-nazista Laval era stato nominato primo ministro in Francia. L’urgenza era estrema.

Brousse si fece amico della guardia di ronda notturna e gli confidò che, essendo sposato, l’unico posto dove poteva portare la sua amichetta era la cancelleria. Poteva lui chiudere un occhio trovandolo di notte con la sua amante in ambasciata? Un po’ per solidarietà maschile e grazie a una buona mancia la guardia accettò.

Venne reclutato uno scassinatore che doveva aprire la porta e la cassaforte, mentre in una stanza vicina, affittata appositamente, venne organizzato uno studio fotografico. Il tempo era poco, le pagine da fotografare tantissime. Riuscirono al terzo tentativo.

Nel novembre 1942 gli alleati sbarcano in Nord Africa, l’operazione era compiuta, ma Betty e Charles erano bruciati come agenti, ormai troppo conosciuti. Restarono negli Stati Uniti e alla fine della guerra si stabilirono in Francia nel castello di famiglia di Brousse e, ottenuti i rispettivi divorzi, si sposarono.

Betty e Charles in Francia

Nel ’45 Arthur Pack si suicidò, Denise andò a vivere con Betty ma non legò mai con quella madre che era praticamente un’estranea, e inorridì nell’apprenderne la sua storia, fatta di spionaggio e amanti. Cosa successa del resto anche all’altro figlio, Anthony, sempre escluso dalla famiglia, che restò disadattato a vita, si arruolò volontario fra le truppe speciali inglesi e morì in Corea.

Betty morì nel 1963 di cancro alla gola e la figlia morì poco dopo, forse suicida.

Per quanto Amy Elizabeth Thorpe possa essere criticata per il suo comportamento ritenuto a-morale e le sue mancanze come moglie e madre, la sua attività di spionaggio resta di estremo valore e pienamente riconosciuta dagli alleati. La definizione “la più grande eroina non celebrata della guerra” si deve al generale William Joseph Donovan, capo dell’Office of Strategic Services durante la seconda guerra mondiale.

Per chi volesse approfondire la storia, bello il libro “Cynthia” di Domenico Vecchioni


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