Girolamo Savonarola: il Rogo dell’eretico che infiammò Firenze

Anno domini 1491. Fra’ Girolamo si affaccia dal pulpito della Basilica di San Marco, a Firenze, e inizia la sua predica. Si scaglia contro la decadenza dei costumi, l’arte, l’opulenza e la corruzione della Chiesa. La sua fama lo precede. È un profeta che attinge alla Bibbia e ammonisce i fedeli. Li mette in guardia sull’arrivo di un conquistatore, preannuncia la morte di Lorenzo il Magnifico e, senza saperlo, profetizza la sua stessa fine con queste parole:

Andranno gli empi al santuario, con le scure e col fuoco le porte spezzeranno e abbruceranno, e piglieranno gli uomini giusti e nel luogo principale della città li abbruceranno; e quello che non consumerà il fuoco e non porterà via il vento, gitteranno nell’acqua”.

L’esecuzione di Savonarola a Piazza della Signoria nel 1498 – Immagine di pubblico dominio via Wikipedia

Coincidenze o meno, sette anni dopo, la sua profezia si avvera. È il 23 maggio del 1498.

A Piazza della Signoria si scrive l’ultimo capitolo della vita di Girolamo Savonarola

Girolamo Savonarola – Immagine di Skara kommun condivisa con licenza CC BY 2.0 via Flickr

I primi anni

Fra’ Girolamo nasce a Ferrara il 21 settembre del 1452, da Niccolò Savonarola ed Elena Bonacolsi. Suo nonno paterno è il medico Michele Savonarola, un cultore delle Sacre Scritture che lo educa all’insegna del rigore morale. Per volere della famiglia diventa uno studente di arti liberali e si appassiona alla filosofia, in particolare ai dialoghi aristotelici e platonici.

Michele Savonarola, nonno di Girolamo – Immagine di pubblico dominio via Wikipedia

In quegli anni, manifesta un accenno della sua vena predicatrice con una lettera al padre, in cui si dichiara inviso alla “cieca malvagità dei popoli d’Italia”, e con due componimenti poetici, il De ruina mundi del 1472 e il De ruina Ecclesiae, del 1475, che già dai titoli non lasciano spazio all’immaginazione.

Il giovane Savonarola vuole riformare la Chiesa

Targa che ricorda la casa paterna di Savonarola a Ferrara – Immagine di Sailko condivisa con licenza CC BY 2.5 via Wikipedia

Diventa un maestro di arti liberali e intraprende gli studi di medicina, ma quella voce dentro di lui che lo incita all’azione si fa sempre più forte e, il 24 aprile del 1475 si trasferisce nel convento bolognese di San Domenico.

Il convento di San Domenico a Bologna – Immagine di Sailko condivisa con licenza CC BY-SA 3.0 via Wikipedia

Girolamo viene ordinato diacono nel 1477, mentre nel 1482 Lorenzo de’ Medici lo vuole a Firenze per esporre le Sacre Scritture ai fedeli. Nel primo periodo fiorentino, si fa conoscere per l’intensità dei suoi sermoni- ancora lontani dalle invettive profetiche del decennio successivo- e, nel 1487, torna al convento di San Domenico in qualità di Maestro d’Arti. L’incarico dura un anno, poi predica la decadenza dei costumi e del clero in giro per i comuni della Lombardia e la sua popolarità cresce a dismisura.

Lorenzo il Magnifico – Immagine di pubblico dominio via Wikipedia

Il secondo periodo fiorentino e la profezia su Carlo VIII

La fama di Savonarola giunge alle orecchie di Pico della Mirandola, suo grande estimatore, che convince Lorenzo il Magnifico a richiamarlo a Firenze e affidargli la prioria del convento di San Marco.

Pico della Mirandola – Immagine di pubblico dominio via Wikipedia

Lorenzo sa di aprire le porte a un uomo pericoloso, che si scaglia anche contro di lui e il suo mecenatismo, ma le parole del frate hanno una vena anticlericale che può fargli comodo, senza tralasciare che alla città serve un riferimento religioso, una forte guida spirituale.

Il convento di San Marco a Firenze – Immagine di Freepenguin condivisa con licenza CC BY-SA 3.0 via Wikipedia

Il 1° agosto del 1490, Savonarola inaugura il suo secondo periodo fiorentino e, negli anni successivi, promuove l’abbandono dei costumi paganeggianti di fine ‘400, ma non solo. Il frate attinge a piene mani dal libro dell’Apocalisse e arringa i fedeli con discorsi che sfociano in autentiche profezie. Quella che fa più scalpore è del 6 Aprile del 1492 e riguarda proprio la morte di Lorenzo il Magnifico e la venuta di un conquistatore, che varcherà le Alpi e flagellerà l’Italia per i suoi peccati.

Lorenzo il Magnifico – Immagine di pubblico dominio via Wikipedia

La prima si avvera l’8 aprile del 1492, con lo stesso Savonarola che presenzia al capezzale di Lorenzo; la seconda nel 1494, quando Carlo VIII di Francia scende in Italia per far valere i suoi diritti di successione al trono di Napoli.

L’Italia nel 1494 – Immagine di pubblico dominio via Wikipedia

La penisola cade nel caos e Piero de’ Medici, nel frattempo succeduto al padre, concede al re il possesso di Pisa e Livorno in cambio dell’incolumità di Firenze.

Piero de’ Medici, figlio e successore di Lorenzo il Magnifico – Immagine di pubblico dominio via Wikipedia

Il popolo insorge e il malcontento si concretizza con la famosa cacciata dei Medici, che dà vita a una Repubblica governata da un Gonfaloniere e otto Priori, ma, in realtà, la democrazia è solo una facciata e dietro c’è un uomo che, pur senza farne parte, controlla tutte le magistrature fiorentine.

Quell’uomo è Girolamo Savonarola

Francesco Granacci, Entrata di Carlo VIII a Firenze, 17 novembre 1494, Galleria degli Uffizi – Immagine di pubblico dominio via Wikipedia

La discesa di Carlo gli ha conferito una grande credibilità profetica: lo ha presentato come l’incarnazione del castigo divino, lo ha predetto ed è successo. Da un lato ha incoraggiato il popolo ad assumere uno stile di vita più austero per non incorrere in altri flagelli, e la gente ormai pende dalle sue labbra, dall’altro, l’apparato governativo ha bisogno del suo appoggio, e il confluire di questi due aspetti lo rendono il vero signore di Firenze.

Carlo VIII di Francia – Immagine di pubblico dominio via Wikipedia

Come ha fatto un ecclesiastico che predica contro la corruzione dei beni materiali a conquistare il consenso della culla del Rinascimento?

Statua di Savonarola – Immagine di Sailko condivisa con licenza CC BY 3.0 via Wikipedia

La Firenze di Savonarola

La cultura umanistica si è sviluppata soprattutto negli strati alti della società, ed era lì che è fiorito il gusto per le arti, per la musica e, più in generale, per la bellezza, ma sotto c’è comunque un popolo ancorato alla mentalità arcaica; un popolo cristiano pronto ad accogliere visioni, miracoli e profezie.

Presunto ritratto di Girolamo Savonarola – Immagine di pubblico dominio via Wikipedia

Ovviamente, non tutti supportano Savonarola e Firenze si spacca in tre fazioni: i suoi seguaci sono i Piagnoni, così chiamati perché si dice che piangano a ogni sermone, seguono i Palleschi, che auspicano un ritorno dei Medici (che si alleeranno con gli Arrabbiati), e gli Arrabbiati, oppositori sia dei Medici sia di Savonarola e sostenitori del papa e della Lega anti-francese.

Piazza Savonarola a Firenze – Immagine di Sailko condivisa con licenza CC BY 3.0 via Wikipedia

All’inizio di quella che potremmo definire la sua “signoria religiosa” (di fatto una Repubblica), il frate continua a scagliarsi contro la dissolutezza della società e la corruzione ecclesiastica, con Roma che, intanto, ha visto l’ascesa al Soglio di Pietro di papa Alessandro VI, al secolo Rodrigo Borgia, che non ha bisogno di presentazioni.

Girolamo Savonarola – Immagine di pubblico dominio via Wikipedia

Nei riguardi della Chiesa, fra’ Girolamo inasprisce i toni e arriva a definirla una “leonessa lasciva”, un’istituzione corrotta fino al midollo, proprio come chi la governa.

Nella lussuria ti sei fatta meretrice sfacciata. Tu sei peggio che bestia, tu sei mostro abominevole”, diceva senza mezzi termini.

Statua di Girolamo Savonarola a Ferrara – Immagine di Dudva condivisa con licenza CC BY-SA 4.0 via Wikipedia

Se criticare apertamente lo Stato della Chiesa e il Sommo Pontefice è un azzardo, sul fronte politico Savonarola è ambizioso, e vuole che la sua città sia un modello da seguire, una nuova Gerusalemme.

E tu, popolo di Firenze – predica Savonarola – incomincerai in questo modo la riforma di tutta Italia, espanderai le tue ali nel mondo, per portarvi la riforma di tutti i popoli. Rammenterai che il Signore ha fato segni evidenti che esso vuol rinnovare ogni cosa e che tu sei il popolo eletto a cominciare questa grande impresa, purché tu segua i comandi di Lui che ti chiama”.

Statua di Savonarola – Immagine di Sailko condivisa con licenza CC BY 2.5 via Wikipedia

Fra’ Girolamo fa tutto alla luce del sole, e non si preoccupava di quanto siano pericolose le sue parole; anzi, si fa addirittura affiancare da uno scrivano incaricato di trascrivere parola per parola i sermoni e raccoglierli in opere da diffondere per il bene della cristianità.

Savonarola predica a San Marco, Firenze – Immagine di pubblico dominio

E proprio per il bene della cristianità è emblematica una data: il 7 febbraio del 1497, quando ha luogo il Falò delle Vanità. Giorgio Vasari ce lo descrive così:

Avvenne che, continuando fra Hieronymo le sue predicazioni, e gridando ogni giorno che le pitture lascive e le musiche e i libri amorosi spesso inducono gli animi a cose mal fatte, fu persuaso che non era bene tenere in casa, dove son fanciulle, figure dipinte d’uomini e donne ignude. Per il ché, riscaldati i popoli dal dir suo, il Carnevale seguente, fra Hieronymo condusse a quel luogo (in piazza della Signoria; n.d.r.) tante pitture e sculture ignude, molte di mano di maestri eccellenti, e parimente libri, liuti e canzonieri che fu danno grandissimo”.

Autoritratto di Giorgio Vasari – Immagine di pubblico dominio via Wikipedia

Verso la scomunica

Come si è detto, nel 1494 Carlo VIII scende dalla Alpi e, praticamente senza colpo ferire, giunge a Napoli, ma il Papa, il Sacro Romano Impero, la Spagna, la Repubblica di Venezia e il Ducato di Milano si uniscono in una coalizione, la cosiddetta Lega anti-francese, che riesce a ricacciarlo in Francia l’anno successivo.

Carlo VIII di Francia – Immagine di pubblico dominio via Wikipedia

In questa Lega anti-francese, Savonarola ha due avversari: Alessandro VI e Ludovico il Moro, signore di Milano. Firenze ricopre un ruolo fondamentale nello scacchiere italiano e chiedono il suo ingresso nella coalizione, ma la risposta del frate è un no, categorico. Un filo-francese come lui, che ha annunciato la discesa di Carlo come punizione divina, non può cambiare fazione: ne va della sua credibilità profetica.

Busto di Savonarola a San Marco, Firenze – Immagine di Dimitris Kamaras condivisa con licenza CC BY 2.0 via Flickr

Il 21 luglio del 1495, Alessandro VI lo invita a Roma per un pacifico confronto sulle sue idee, ma Savonarola fiuta la trappola e rimanda il viaggio, adducendo un problema di salute. L’8 settembre il papa mette da parte i toni pacati e rinnova l’invito, pena la scomunica, poi, il 16 ottobre, con toni meno intransigenti lo intima di astenersi dalle predicazioni. Lo sostituisce Fra’ Domenico Buonvicini da Pescia, che arringa la folla dal pulpito. L’ordine, però, ha vita breve, perché la Repubblica fiorentina ha bisogno delle prediche di fra’ Girolamo per tenere a bada gli Arrabbiati e i Palleschi, ed esorta il Santo Padre a tornare sui suoi passi.

Papa Alessandro VI, al secolo Rodrigo Borgia – Immagine di pubblico dominio via Wikipedia

Fra l’11 e il 16 febbraio del 1496, Savonarola riprende i sermoni, ma, anziché darsi una calmata, intensifica le critiche e continua a scagliarsi contro la Chiesa. Il 23 agosto, Ludovico il Moro denuncia di aver intercettato due sue lettere dirette in Francia.

Una di queste è per Carlo VIII e lo esorta a riprendere le armi per ripulire l’Italia dagli empi

Le lettere però sono con ogni probabilità dei falsi prodotte da Ludovico il Moro.

Ludovico il Moro – Immagine di pubblico dominio via Wikipedia

Al papa, che, in realtà, non vuole la testa di Savonarola, gli basta che la smetta di esprimersi troppo liberamente, ma, ancora una volta, la risposta del suo incorruttibile avversario non tarda ad arrivare.

Non voglio cappelli, non voglio mitrie grandi o piccole. Voglio quello che hai dato ai tuoi santi: la morte. Voglio un cappello rosso, ma di sangue”.

Papa Alessandro VI – Immagine di pubblico dominio via Wikipedia

E il cappello di sangue dei santi lo avrà, perché, nella Primavera del 1497 sia i magistrati della sicurezza dello stato Fiorentino sia il Borgia lo accusarono di fomentare disordini, e il Papa decide infine per la scomunica.

Per chiudere la faccenda Savonarola, Rodrigo propone un accordo. Firenze avrebbe dovuto aderire alla lega antifrancese in cambio dell’annullamento alla scomunica di Girolamo Savonarola.

Papa Alessandro VI – Immagine di pubblico dominio

Firenze rifiuta e il Papa fa partire un ricatto economico, pone delle sanzioni ai mercanti fiorentini che lavorano a Roma. I mercanti quindi chiedono a Firenze di bloccare le predicazioni di Savonarola.

La Repubblica toglie il suo appoggio a fra’ Girolamo continua a predicare come se nulla fosse. La situazione precipita quando un francescano, tale Francesco di Puglia, lancia una sfida al suo discepolo e sostituto fra’ Domenico da Pescia.

La sfida consisteva in un rituale ordalistico in cui due francescani e due domenicani (questi ultimi seguaci di Savonarola) avrebbero dovuto attraversare un cammino di fiamme ed uscirne incolumi per volontà divina.

La prova del fuoco in un dipinto di Giotto – Immagine di pubblico dominio via Wikipedia

I tentennamenti dei quattro basati su pretesti e rimostranze legali ritardano il rito, e infine un violento acquazzone impedisce la sua realizzazione. Fra’ Girolamo perde credibilità, viene completamente riconsiderato il suo potere profetico.

Atti del processo di Savonarola – Immagine di pubblico dominio via Wikipedia

La cattura, il processo e la morte

Senza l’appoggio della popolazione, gli Arrabbiati sono liberi di agire e in alcune centinaia si recano a San Marco, dove si è rifugiato Savonarola.

L’esecuzione di Savonarola in Piazza della Signoria – Immagine di pubblico dominio via Wikipedia

La signoria offre 7 ore di tempo a Savonarola per uscire dal territorio fiorentino e andare in esilio. Il frate rifiuta, e gli uomini inviati dalla signoria forzano le porte di San Marco e, dopo un violento scontro, catturano Savonarola.

Il frate viene arrestato insieme ad alcuni suoi seguaci. Seguono interrogatori, torture e ben tre processi, tutti manipolati dalle forze politico-religiose in gioco. Dopo violente sessioni di sevizie Savonarola firma una confessione scritta in cui ammette di essere un eretico e di aver sfidato l’autorità del papa per la propria sete di potere, lo condannano a morte insieme ai suoi confratelli fra’ Domenico da Pescia e fra’ Silvestro Maruffi. Il 23 maggio del 1498 i messi papali sconsacrano gli imputati e li portano a Piazza della Signoria, dove li attende un rogo con sopra una forca alta 5 metri.

Prima li impiccano e poi li bruciano

L’impiccagione era una forma di esecuzione “meno terribile” della morte sul rogo, e venne concessa perché i tre imputati avevano confessato (anche se sotto tortura).

L’esecuzione di fra Girolamo, fra Silvestro e fra Domenico – Immagine di pubblico dominio via Wikipedia

Quando il fuoco si estingue, i resti di Savonarola vengono raccolti e dispersi nell’Arno per evitare che diventino oggetto di venerazione dei suoi seguaci.

Targa commemorativa in Piazza della Signoria a Firenze – Immagine di Greg O’Beirne condivisa con licenza CC BY-SA 3.0 via Wikipedia

Leggenda narra che, mentre il suo cadavere brucia, la mano destra si stacca e pare alzarsi con le dita rivolte verso la folla, come a “benedire l’ingrato popolo fiorentino”; un popolo che lo ha venerato come santo e ucciso come eretico.

Si ringrazia Luca Al Sabbagh di Parresia per la consulenza storica.

Fonti:

Ereticopedia.

AA. VV., Chiaroscuro 1. Dall’età feudale al Seicento, Società Editrice Internazionale, Torino, 2010

Girolamo Savonarola – Enciclopedia Treccani

Girolamo Savonarola – Enciclopedia Britannica

Girolamo Savonarola (1452-1498) di Cécile Terreaux-Scotto Ereticopedia.

Stefano dall’Aglio, Savonarola Girolamo, in Dizionario Storico dell’inquisizione a cura di A. Prosperi, V. Lavenia e J. Tedeschi, Vol. III, Pisa, Edizioni della Normale, 2010, pp. 1386, 1387.

Savonarola: Santo o Eretico? – Alessandro Barbero a Passato e Presente. Video disponibile su YouTube

Storia in Breve: Girolamo Savonarola – Video disponibile su raicultura.it

Nicola Ianuale

Laureato in Lettere Moderne all'Università degli studi di Salerno. Sono uno scrittore e un grande appassionato di letteratura, cinema e storia. Ho pubblicato un romanzo di narrativa, “Lo scrittore solitario”, e un saggio, “Woody Allen: un sadico commediografo”, entrambi acquistabili su Amazon. Gestisco la pagina Instagram @lo_scrittore_solitario_ dove pubblico post, curiosità su film e libri e ogni giorno carico un quiz sulla letteratura.