A Trieste si dice che Carlotta del Belgio, vedova di Massimiliano d’Asburgo fucilato in Messico, abbia lanciato una maledizione sul Castello di Miramare nell’ultimo periodo passato nel castello che era stato la sua residenza:
”Chiunque abiterà sotto questo tetto
muoia come il mio consorte:
Lontano dalla patria, lontano dagli affetti,
in violenta morte, in peccato mortale.”
Era ovviamente già preda della follia e al risentimento, ma un superstizioso noterà che nel castello hanno soggiornato, anche se per brevi periodi, Rodolfo (morto suicida), Elisabetta (morta assassinata da Luigi Lucheni), Francesco Ferdinando (morto nell’attentato di Sarajevo) e la moglie Sofia, Carlo (ultimo imperatore d’Austria morto in esilio a Madera). Naturalmente ci hanno abitato anche tanti altri personaggi che sono vissuti (e spirati) in modo sereno, Francesco Giuseppe, Stefania del Belgio o Zita, ma della preveggenza si tende a ricordare quello che si è avverato e a dimenticare quello che non si è avverato.
Elisabetta “Sissi” d’Austria, assassinata da Luigi Lucheni:
Un personaggio della famiglia meno conosciuto ha soggiornato a Miramare e la sua morte è avvolta dal mistero. Probabilmente non è affatto un mistero ma un incidente, ma quando la storia non ha risposte precise la fantasia popolare galoppa.
Giovanni Nepomuceno d’Asburgo-Lorena, Principe di Toscana e Arciduca d’Austria, conosciuto come l’arciduca Giovanni Salvatore, era nato a Firenze il 20 novembre 1852, ultimo dei 10 figli del Granduca Leopoldo di Toscana e di Maria Antonietta di Borbone. In casa lo chiamavano Gianni e parlavano italiano, la famiglia si era molto italianizzata, ma non al punto di permettere al Granduca di muovere guerra all’Austria. Nel 1859 con la guerra Franco-Piemontese contro l’Austria alle porte, il Granduca proclamò la neutralità ma il popolo, sobillato dai piemontesi, voleva la guerra e l’esercito rifiutò gli ordini del Granduca. Leopoldo, per evitare spargimenti di sangue, semplicemente prese la famiglia e se ne andò in Austria.
Giovanni Salvatore:
Giovanni Salvatore aveva solo 7 anni e fu educato dal generale arciduca Alberto d’Asburgo, suo precettore. Iniziò la carriera militare arrivando ad essere nominato Feldmaresciallo. Era anche candidato al trono di Bulgaria, dopo l’indipendenza dall’impero ottomano, ma gli fu preferito Alessandro di Battenberg.
Giovanni Salvatore era un liberale, in forte contrasto con la politica di Francesco Giuseppe, pubblicava articoli liberali sotto pseudonimo, come del resto faceva l’erede al trono Rodolfo, del quale era diventato grande amico e confidente. Condividevano le stesse idee ed entrambi venivano tenuti sotto controllo dalla polizia segreta di Francesco Giuseppe.
La moglie MIlly Stubel:
Le sue idee liberali lo spinsero a lasciare la carriera militare nel 1887 e a dedicarsi a scrivere opere di letteratura militare, sempre molto contrarie alla politica del governo imperiale. Non era certo persona grata all’imperatore.
La tragedia di Mayerling del 1889 lo sconvolse. Era molto affezionato a Rodolfo e sicuramente era a conoscenza delle vere motivazioni, qualsiasi fossero, del terribile gesto. Nello stesso anno, in ottobre, rinunciò al titolo, al rango, all’appannaggio e ai privilegi imperiali e scelse il nome di Giovanni Orth, da quello del castello di famiglia. Venne privato della nazionalità austriaca e non poteva più risiedere o entrare in Austria-Ungheria. Si trasferì a Londra dove sposò la ballerina Milly Stubel, con la quale aveva una relazione da lungo tempo.
Giovanni Salvatore, in piedi a sinistra, con i suoi fratelli:
Il suo sogno era di andarsene dall’Europa e iniziare una nuova vita.
Ottenuto il titolo di capitano di nave acquistò un veliero, il Santa Margherita, e salpò nel marzo 1890 per il Sud America insieme alla moglie. Dopo una tappa a Montevideo andò a Buenos Aires e ripartì per Valparaiso il 12 luglio 1890. Pare che l’equipaggio fosse cambiato, dopo il rifiuto di quello originale di effettuare un viaggio così pericoloso.
La nave Maria Mercedes avvistò a Santa Margherita il 31 luglio, nelle vicinanze di Capo Horn. Nei giorni seguenti ci fu una tempesta nella zona e nessuno vide più la Santa Margherita, né ebbe sue notizie.
Francesco Giuseppe ordinò le ricerche della nave ma senza risultato. Si presume che la nave sia affondata e che non ci siano stati superstiti. Questa è almeno la spiegazione più razionale e plausibile.
Nel 1911 Giovanni Salvatore fu dichiarato morto
Dopo la scomparsa iniziarono a fiorire le ipotesi che Giovanni Orth si fosse salvato, avesse cambiato nome e vivesse in Sud America e ci furono diversi presunti avvistamenti, così come diversi uomini dichiararono di essere l’ex arciduca.
Il più famoso ‘pretendente’ fu Alexander Hugo Kohler, che viveva in Norvegia e nel 1945, in punto di morte, dichiarò di essere Giovanni Salvatore. Sostenne di aver comprato l’identità di Kohler, morto poi in mare. Dichiarò anche che la vicenda di Mayerling era tutta falsa, che Mary Vetsera sparò a Rodolfo e che la Vetsera era stata uccisa dal cameriere di Rodolfo, Loscheck. Teoria smentita dall’esame autoptico che sostiene che Mary sia morta alcune ore prima di Rodolfo e fa pensare solo alla voglia di notorietà e magari vendere a caro prezzo le memorie…
La vicenda della presunzione continuò negli anni, senza arrivare mai a nulla. Nel 2007 gli eredi di Kohler fecero riesumare la salma e prelevare campioni per il rilevamento del DNA da comparare a quello di linea materna di un parente di Giovanni Salvatore. Gli Asburgo rifiutarono di riesumare una salma dalla Cripta dei Cappuccini per il confronto. La questione, per quanto fantasiosa, è senza risposta.
Giovanni Salvatore a sinistra e il ‘pretendente’ Alexander Hugo Kohler:
C’è però un altro mistero che riguarda Giovanni Salvatore. La Contessa Maria Larisch, che tanta parte ebbe nella storia di Rodolfo e Mary Vetsera, sostenne che il 28 gennaio 1889 Rodolfo le avesse consegnato una cassetta di documenti segretissimi che non doveva in alcun caso arrivare all’imperatore, da riconsegnare solo a lui stesso o a chi si fosse presentato citando la parola d’ordine ‘R.I.U.O.’ Alcuni giorni dopo la morte di Rodolfo, un uomo contattò la Larisch e si presentò pronunciando la parola d’ordine.
Maria Larisch sostenne di essere certa fosse Giovanni Salvatore. La Larisch non è propriamente una testimone molto attendibile ma anche in questo caso non si saprà mai se abbia detto la verità o se il misterioso uomo fosse davvero l’arciduca.
I documenti ritrovati nell’ufficio di Rodolfo furono bruciati il 31 gennaio su ordine dell’imperatore. Una commissione di inchiesta incaricata di indagare sui fatti di Mayerling presentò un dossier che fu consegnato al Primo Ministro Taaffe, il quale giurò di tenerlo segreto e non divulgarlo mai. Dopo il crollo dell’impero seguente alla Prima Guerra Mondiale il dossier venne cercato negli archivi di stato ma non fu trovato. Pare che i documenti, conservati da Taaffe nel suo castello, siano andati distrutti nel corso di un incendio.