In ogni famiglia ci sono personaggi noti e meno noti. Tutti conoscono Mafalda e Umberto di Savoia, mentre pochi conoscono Giovanna, eppure fu Zarina di Bulgaria.
Sotto, il video racconto dell’articolo sul canale Youtube di Vanilla Magazine:
Giovanna era nata nel 1907, figlia di Vittorio Emanuele III e della Regina Elena. A 16 anni insieme a Mafalda, la sorella preferita, contrasse una forma estremamente virulenta di tifo ed entrambe furono in pericolo di vita.
Giovanna nel 1937
Erano assistite da suore Clarisse e Giovanna fece un voto a S. Francesco, in caso di guarigione sarebbe andata in pellegrinaggio ad Assisi e lì si sarebbe sposata. Si è vociferato molto dell’amicizia di Giovanna con l’asso dell’aviazione Francesco De Pinedo, da lei sempre liquidata come semplice amicizia, ‘un romanzo mai pensato o ipotizzato’, anche se l’allontanamento del pilota dall’Italia fu da qualcuno interpretato come un esilio per interrompere l’amicizia.
Nel 1927 Giovanna aveva conosciuto Boris III, zar di Bulgaria e i due si erano subito piaciuti molto.
Boris era nato nel 1894 e salito al trono nel 1918, dopo l’abdicazione del padre a seguito della sconfitta nella prima guerra mondiale. Era figlio di Ferdinando del ramo slovacco della casata Sassonia Coburgo Gotha e di Maria Luisa di Borbone Parma.
Boris negli anni ’20
Giovanna e Boris si sposarono nel 1930, prima ad Assisi, con cerimonia cattolica, e poi a Sofia con cerimonia ortodossa. Papa Pio XI concesse la dispensa per il matrimonio misto a condizione che il matrimonio fosse solo cattolico e i figli venissero cresciuti nella fede romana, e non apprezzò per nulla la ripetizione del matrimonio a Sofia e che i figli divenissero ortodossi.
La prima figlia Maria Luisa nacque nel 1933 e poi nel 1937 nacque Simeone.
Gli sposi, 1930
Questo matrimonio non combinato accontentava tutti. Gli sposi, che erano innamorati, i Savoia, che mettevano una figlia sul trono di un regno slavo, molto caro alla Regina Elena, i bulgari, che erano contenti di avere una regina delle loro origini e che era gentile, aperta e socievole e si fece subito benvolere.
Giovanna bambina
Nel 1940 la Bulgaria si era dichiarata neutrale, ma ci fu un avvicinamento alla Germania che aiutò Boris a riottenere parte della Dobrugia prima, e della Tracia e Macedonia poi, territori che il trattato di Versailles nel 1919 aveva assegnato rispettivamente alla Romania e alla Grecia.
Nel 1941 accettò di allearsi con la Germania e l’Italia per evitare l’invasione della Bulgaria, come accaduto alla Jugoslavia e la Grecia, pur mantenendo la neutralità. La decisione non fu presa a cuor leggero. Giovanna, come tutti i Savoia, non amava la Germania nazista e Boris non si fidò mai dei tedeschi, ponendo sempre le sue condizioni all’alleanza.
1899 Boris bambino
Fondamentale fu il rifiuto alla deportazione degli ebrei bulgari. La Germania pretese una legge antisemita, promulgata nel 1941, che prevedeva maggiori tasse e limitazioni dei diritti e del lavoro degli ebrei, ma non la deportazione e la ‘Soluzione finale’ voluta da Hitler.
Boris e Giovanna, che non si interessava di politica, ma prese molto a cuore la questione ebraica, riuscirono tramite canali diplomatici a farne emigrare moltissimi grazie soprattutto all’intervento di Angelo Roncalli, arcivescovo di Mesembria in Bulgaria e Delegato Apostolico a Istanbul durante la seconda guerra mondiale.
Giovanna Ragazza
Nel 1925, Roncalli, il futuro Papa Giovanni XXIII, era stato inviato in Bulgaria come visitatore apostolico e vi restò per quasi 10 anni, instaurando un rapporto molto stretto con i sovrani. Era stato lui ad acconsentire al matrimonio ortodosso di Giovanna e Boris nonostante il divieto del Papa, e Giovanna restò in contatto e amicizia con Roncalli per tutta la vita.
Angelo Roncalli in Bulgaria, anni ’30
L’aiuto dell’ambasciatore tedesco a Istanbul, Franz von Papen, cattolico e amico di Roncalli, fu fondamentale per mandare in Palestina migliaia di ebrei.
Tutti gli ebrei bulgari abili restati in patria vennero impiegati nella costruzione di strade, soluzione adottata da Boris per dichiararli indispensabili alla nazione e rifiutarne la deportazione.
I tedeschi dovettero rinunciare ai bulgari, ma richiesero a Boris di inviare i 20.000 ebrei traci e macedoni in Germania, da avviare all’agricoltura, nelle fabbriche e in campi di lavoro. Boris bloccò gli 8.000 che avevano cittadinanza bulgara, ma non poté nulla per gli altri 11.500 circa, per i quali scoprì in seguito che la destinazione non erano i campi di lavoro, ma Treblinka e Majdanek.
Boris, Giovanna, Maria Luisa e Simeone
I tedeschi, già indispettiti dal rifiuto sulla questione ebrea, diffidavano di Boris e quando lo Zar rifiutò di intervenire contro l’Unione Sovietica venne convocato da Hitler a Rastenburg. Boris arrivò in Germania il 14 agosto 1943.
Boris, Giovanna, Kyril e Vittorio Emanuele III
Rifiutò ancora nel modo più assoluto la deportazione degli ebrei e l’intervento militare in URSS. Pur senza combattere aveva dichiarato guerra solo a Inghilterra e Stati Uniti, ma mai all’Unione Sovietica. Motivò il rifiuto con i fortissimi legami che da sempre univano le due nazioni e mai il popolo bulgaro avrebbe accettato di combattere contro un paese così vicino culturalmente e storicamente.
Fu assolutamente irremovibile, e lasciò la Germania senza aver dato ad Hitler alcuna soddisfazione
Boris e Hitler, 1943
Erano in corso trattative riservatissime della diplomazia bulgara, appoggiate da Boris, con gli anglo americani ad Ankara e al Cairo, per staccarsi dall’asse ed arrivare ad un armistizio.
Il 17 agosto Boris rientrò in Bulgaria. Il 23, dopo il pranzo, cominciò ad accusare malessere.
Giovanna si trovava in vacanza con i figli a Tsarska Bistritsa a Borovets e venne informata del malessere, ma fu tranquillizzata circa la gravità, e la famiglia rientrò a Sofia nella notte fra il 25 e il 26 agosto quando Boris era già in coma.
La sera stessa del 23 erano invece arrivati due medici, il dott. Sajitz, tedesco, già da tempo medico di fiducia, e il dott. Eppinger, austriaco.
Il 28 agosto Boris morì. Lo staff medico bulgaro redasse un certificato di morte a causa di trombosi coronarica, edema polmonare e cerebrale che il dottor Sajitz rifiutò di firmare, e viene poi da chiedersi come mai fosse stato convocato Eppinger, specialista in avvelenamento da gas tossici.
L’autopsia però non esaminò alcun organo tranne il cuore, come da richiesta di Giovanna, e e non vennero fatti esami chimici specifici.
Tutta la famiglia dichiarò che Boris non era mai stato cardiopatico ed era sempre stato sanissimo e, nonostante i sospetti che Boris fosse stato avvelenato con un veleno a lento rilascio dai tedeschi durante il rientro in aereo, Giovanna e i figli furono sempre convinti che Boris fosse stato avvelenato dai russi.
Entrambi i medici, più volte sollecitati a dire di più da Giovanna, rifiutarono di parlare. Sajitz ancora molti anni dopo, in colloquio con i figli di Boris, sostenne di aver dato la parola d’onore di non parlare, morì nel 1968 senza mai divulgare il segreto.
Ancor più strano il comportamento di Eppinger, che pare si sia lasciato sfuggire che Boris era stato avvelenato, e si suicidò nel 1944 col cianuro.
Il certificato di morte di Boris di Bulgaria:
Boris venne sepolto nel monastero di Rila ma il cuore fu posto in un’urna separata, come d’uso nelle famiglie reali. Gli succedeva Simeone, di soli 6 anni, e reggente divenne Kyril, fratello di Boris.
Il 5 settembre 1944 la Russia dichiarava guerra alla Bulgaria invadendola
Venne ordinata dai sovietici l’esumazione del sarcofago con il corpo di Boris per riposizionarlo nel cortile del Palazzo Vrana a Sofia. Dopo la caduta del regime comunista si scavò per recuperare il corpo dello zar e riportarlo a Rila. Fu riesumato il cuore nella piccola urna, ma il corpo non venne mai ritrovato.
Chi e perché volle riesumarlo e farlo sparire? Si saprà mai la verità?
A chi giovava maggiormente la morte di Boris? Si è sempre pensato ai tedeschi, ma Giovanna ritenne sempre che la verità si trovi nei diari del generale Mihov, fucilato dal tribunale del popolo il 1° febbraio 1945 insieme a Kyril e ai membri del governo, con i diari e i documenti che furono depositati a Mosca negli archivi del Ministero degli Esteri.
Boris nel 1941
Al processo di Norimberga sia Franz von Papen (ambasciatore tedesco ad Ankara che salvò migliaia di bambini ebrei) che Hjalmar Schacht dichiararono che Boris era stato avvelenato dai sovietici, che miravano da sempre ad invadere la Bulgaria e temevano che un armistizio con gli angloamericani facesse occupare la Bulgaria dagli alleati impedendone l’invasione russa.
Franz Von Papen:
Nel 1946 un referendum popolare dichiarava decaduta la monarchia. Giovanna e i figli andarono in esilio, prima in Egitto, dove viveva Vittorio Emanuele con Elena, poi, dopo il rifiuto dell’Italia di accogliere una Savoia, venne loro concesso l’asilo politico in Spagna.
Dopo il matrimonio dei figli, Giovanna si trasferì in Portogallo a Cascais dal fratello Umberto.
Nel novembre 1958 Giovanna riuscì ad incontrare il suo vecchio amico, ora Papa Giovanni XXIII. Nel 1993 era rientrata in Bulgaria per la cerimonia di sepoltura del cuore di Boris a Rila, venendo accolta e acclamata come una regina.
Morì nel 2000 a Estoril, e da terziaria francescana volle essere sepolta ad Assisi nella cappella dei frati nel cimitero comunale.