Gioiosa: la Leggendaria Spada di Carlo Magno che “Cambiava colore 30 volte al Giorno”

Gioiosa è la leggendaria spada personale di Carlo Magno, il condottiere medievale che fu primo Imperatore del Sacro Romano Impero. Le leggende sostengono che la spada venne forgiata dai frammenti della Lancia Sacra di Longino, l’arma utilizzata dal legionario romano per sincerarsi della morte di Gesù Cristo, e appartenente al tesoro imperiale della corona austriaca.

Sotto, il video racconto dell’articolo sul canale Youtube di Vanilla Magazine:

Sotto, la Lancia Sacra. Fotografia di René Hanke condivisa con licenza Creative Commons via Wikipedia:

Altre leggende affermano che la spada sia stata forgiata degli stessi materiali della “durlindana” di Orlando e della “Cortana” di Ogier.

Sotto, la presunta Durlindana a Rocamadour in Francia. Fotografia di René Hanke condivisa con licenza Creative Commons via Wikipedia:

Nella canzone di Orlando viene descritta, fra gli altri passi, in questo modo:

(Carlo Magno) indossava il suo bel mantello e il copricapo in oro con pietre preziose, al suo fianco era appesa Gioiosa, e non c’era altra spada che lo accompagnasse, il suo colore cambiava trenta volte al giorno

Fotografia di Siren Com condivisa con licenza Creative Commons via Wikipedia:

Settecento anni dopo le gesta di Carlo, i racconti della “Mitologia del Bulfinch” descrissero Gioiosa come la spada che decapitò il comandante saraceno Corsuble e nominò cavaliere Ogier il Danese. La spada venne presumibilmente persa in battaglia e recuperata da un cavaliere di Carlo Magno. Il conquistatore, per dimostrare la sua gratitudine, concesse un Feudo di nome “Joyeuse” al cavaliere, probabilmente legato all’odierna cittadina di Joyeuse nella regione dell’Ardéche nel sud della Francia.

Sotto, la Gioiosa come esposta al Louvre. Fotografia di Loicwood condivisa con licenza Creative Commons via Wikipedia:

La spada che oggi viene non univocamente identificata con la Gioiosa si trova al Louvre di Parigi, e fu utilizzata per l’incoronazione dei re francesi dal 1270 con Filippo III sino al 1824 con Carlo X. La spada venne conservata dal 1505, nella Basilica di Saint Denis, mentre dal 1793 è custodita dal Louvre.

3 Spade Possibili

L’arma oggi conservata al museo di Parigi non è l’unica attribuita a Carlo Magno. Un’altra spada, conservata nel tesoro imperiale austriaco, viene storicamente identificata con l’Imperatore. Una terza versione della leggenda vuole che la Gioiosa sia stata sepolta al fianco dell’imperatore stesso.

La leggenda della sepoltura della spada potrebbe sposarsi con la costruzione del Karlsschrein, l’ossario reale fatto realizzare da Federico II nel 1215, nel quale vennero trasferite le ossa dell’imperatore. Recentissimi studi hanno confermato l’appartenenza delle ossa a Carlo Magno, e Federico II potrebbe aver trovato la spada all’interno della precedente sepoltura nella cattedrale di Aquisgrana e averla conservata, per poi esser utilizzata per incoronare gli imperatori del Sacro Romano Impero dal 1270 in poi.

Fotografia di sailko condivisa con licenza Creative Commons via Wikipedia:

La Gioiosa conservata al Louvre mostra alcune parti che potrebbero esser compatibili, secondo le analisi scientifiche, con l’epoca in cui visse Carlo Magno. In particolare, il cuore della spada, la lama, è una Oakeshott di tipo XII, datata genericamente al X secolo, quindi di circa un secolo successiva al periodo storico in cui visse l’imperatore. Lo studioso Martin Conway sostiene che l’acciaio potrebbe risalire ai primi anni del IX secolo, aprendo la possibilità che si tratti realmente della spada di Carlo, mentre un altro studioso, Guy Laking, sostiene invece che si tratti di acciaio dell’inizio del XIII secolo, grossomodo quando fu realizzato lo Scrigno di Carlo. Il sito ufficiale del Louvre riporta che il pomolo dell’arma risale al X o all’XI secolo, la guardia crociata al XII e il fodero al XIII secolo.

Probabilmente non sapremo mai se questa fosse la spada dell’Imperatore, ma se andate al Louvre non fatevi scappare una sbirciatina, forse potreste davvero vederle cambiare colore…

Fonte: Enciclopedia Britannica.


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