Gaetano Filangeri: la sua “Ricerca della Felicità” nella Dichiarazione d’Indipendenza degli USA

Un filo rosso nel quale si intrecciano storia, filosofia e visioni utopiche collega Philadelphia – capitale della Pennsylvania e prima capitale degli USA – con Napoli e con una piccola città della Calabria che non molti conoscono, Filadelfia.

William Penn

La Philadelphia americana venne fondata nel 1682 da un quacchero inglese, William Penn, un idealista che sognava una città dove gli uomini vivessero secondo un “amore fraterno”, significato etimologico (dal greco) della parola Philadelphia. La città, sempre più importante e vivace, divenne uno dei punti di riferimento per i rivoluzionari americani che volevano l’indipendenza dal Regno Unito. E non a caso, proprio a Philadelphia, il 4 luglio 1776, fu firmata la Dichiarazione d’Indipendenza degli Stati Uniti, quella che recita:

“Noi riteniamo che sono per se stesse evidenti queste verità: che tutti gli uomini sono creati eguali; che essi sono dal Creatore dotati di certi inalienabili diritti, che tra questi diritti sono la Vita, la Libertà, e il perseguimento della Felicità”.

Dichiarazione d’Indipendenza degli Stati Uniti

Il testo della Dichiarazione di Indipendenza fu stilato da un comitato di cinque uomini illustri, tra i quali figuravano Thomas Jefferson e Benjamin Franklin.

Benjamin Franklin, John Adams e Thomas Jefferson scrivono la Dichiarazione d’Indipendenza

La straordinaria portata ideale del testo fece sognare molti intellettuali anche in Europa. Tra questi c’era Gaetano Filangeri, un filosofo napoletano che elaborò una visione utopica di uno stato moderno e razionale, nel quale la filosofia ha il compito di andare “in soccorso de’ governi”.

Gaetano Filangeri

Nella sua opera principale, “La scienza della Legislazione”, una frase dell’introduzione è illuminante: “Le buone leggi sono l’unico sostegno della felicità nazionale…”


Filangeri era in contatto epistolare con Franklin, che aveva avuto modo di leggere i primi volumi della sua “Scienza”. A lui Filangeri scrive, nel 1782, di coltivare il sogno di andare a Philadelphia, dove avrebbe voluto applicare la sua visione di un ordine ideale:

la felicità nazionale, intesa come benessere di ogni singolo cittadino, è il fine ultimo di ogni buon governo

Risultato che si può ottenere grazie ad un giusto sistema di leggi, che sarebbe sicuramente rispettato dal popolo grazie a un’istruzione pubblica universale. Il diritto al “perseguimento della felicità”, inserito nella Dichiarazione d’Indipendenza, si deve all’ideale di Filangeri, al quale Franklin aveva inviato la bozza del testo. Il filosofo napoletano sostituì il “diritto alla proprietà”, con il “diritto alla felicità”, intesa ovviamente non come stato d’animo personale, ma come la realizzazione di un governo giusto, in grado di assicurare ad ogni cittadino la sua quota di benessere.

Inseguendo sempre il suo sogno di un ordine ideale, Filangeri partecipò, anche se solo con la forza delle sue teorie, alla fondazione della Filadelfia calabrese: una cittadina costruita dove sorgeva il paese di Castelmonardo, distrutto dal terremoto nel 1783.

Filadelfia

Il legame tra la grande città degli Stati Uniti e il piccolo paese calabrese è forte: la massoneria americana offrì un grosso contributo alla ricostruzione di Filadelfia, andando in aiuto del Vescovo Andrea Giovanni Serrao, nativo del luogo, che l’aveva fortemente voluta.

Andrea Giovanni Serrao


Serrao era molto amico di Filangeri, ed entrambi appartenevano alla massoneria, così come massoni erano William Penn e Benjamin Franklin. Il Vescovo si ispirò alla pianta urbanistica della città americana: due grandi arterie che si incrociano formando quattro quadranti.

Mappa della Vecchia Philadelphia

E se appare inverosimile che un prelato calabrese della fine del ‘700 fosse influenzato da un lontanissimo ideale urbanistico, occorre ricordare quanto fossero frequenti gli scambi culturali fra gli intellettuali napoletani e nordamericani, rafforzati dalla comune appartenenza massonica.

Purtroppo, gli ideali di libertà e giustizia che accomunavano il vescovo Serrao e il filosofo Filangeri non produssero il risultato sperato: Serrao fu assassinato nel 1799 dai “realisti” per il suo sostegno alla neonata Repubblica Napoletana. Filangeri morì giovane, a soli 36 anni, e quindi non partecipò alla sfortunata esperienza della Repubblica Napoletana, che si ispirava proprio alla sua opera. Ma il filosofo lo aveva previsto: “Se i lumi che egli sparge non sono utili pel suo secolo e per la sua patria, lo saranno sicuramente per un altro secolo e per un altro paese” .

Annalisa Lo Monaco

Lettrice compulsiva e blogger “per caso”: ho iniziato a scrivere di fatti che da sempre mi appassionano quasi per scommessa, per trasmettere una sana curiosità verso tempi, luoghi, persone e vicende lontane (e non) che possono avere molto da insegnare.