Francesco Ferdinando: l’Erede che non divenne Imperatore

La successione al trono d’Austria Ungheria, dopo il suicidio di Rodolfo e l’esecuzione di Massimiliano Imperatore del Messico, fratello secondogenito di Francesco Giuseppe morto senza figli, passava al fratello terzogenito, Carlo Ludovico, che era però morto nel 1896.

L’erede diveniva quindi il suo figlio primogenito, Francesco Ferdinando.

L’Austria non prevedeva la successione femminile in presenza di maschi, le figlie di Francesco Giuseppe erano perciò fuori causa. L’unica imperatrice austriaca era stata Maria Teresa, che aveva comunque regnato, nominalmente, solo come imperatrice consorte di Francesco di Lorena.

Francesco Ferdinando non è una delle figure più entusiasmanti e amate degli Asburgo, ma non avendo mai regnato non si può dire cosa sarebbe stato se fosse diventato imperatore.
Il principe era nato nel 1863, figlio di Carlo Ludovico d’Asburgo e di Maria Annunziata di Borbone-Due Sicilie, che era sorella di Francesco II, marito di Maria Sofia di Baviera, sorella di Elisabetta (Sissi) d’Austria.

Aveva ereditato il Ducato d’Este da Francesco V Asburgo-Este, senza eredi, a condizione che il nome Este venisse aggiunto alla casata, infatti Francesco Ferdinando era un Asburgo-Este e non Asburgo-Lorena, e che imparasse l’italiano. Il primo compito era facile, il secondo molto meno data la forte antipatia di Franz (come veniva comunemente chiamato) per l’Italia, che non lo portò a non visitare mai i suoi possedimenti di Modena, Reggio, Massa Carrara e Guastalla.

Maria Annunziata di Borbone – Due Sicilie, la madre

Francesco Ferdinando aveva fatto carriera militare e Francesco Giuseppe, come del resto aveva fatto con il figlio Rodolfo, lo tenne ben lontano dal governo (in verità FJ non stimava affatto questo nipote e non c’era alcuna simpatia fra loro). Ciò non significa che Franz non si interessasse di politica. Era di visione più liberale dell’imperatore ed era stato amico del cugino Rodolfo.

Come militare aveva rafforzato esercito e marina e creato una cancelleria militare, ma questo non significa, come spesso viene presunto, che fosse un caldeggiatore della guerra. Era sempre stato contrario alla guerra preventiva contro la Serbia, vera spina nel fianco dell’impero, come avrebbe voluto il feldmaresciallo Conrad von Hoetzendorf, capo di stato maggiore, dopo le guerre balcaniche del 1912-13 e che Franz riteneva avrebbe potuto coinvolgere la Russia ed aprire la via a una rivoluzione.

Carlo Ludovico, il padre:

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Non aveva in simpatia l’Ungheria, che reputava avesse già ottenuto molto e creato già molti danni all’impero, si interessava maggiormente alla Boemia e agli stati slavi. Aveva sostenuto, al posto di un Dualismo Austria-Ungheria, un Trialismo, coinvolgendo anche gli stati slavi di Croazia, Bosnia e Dalmazia uniti nella Sudslavia. Inutile dire che questo alimentò l’odio verso gli Asburgo da parte dei Serbi che, stato indipendente, miravano a unificare gli stati slavi nel regno di Serbia. Arrivò a pensare che solo con una confederazione di stati l’impero sarebbe potuto sopravvivere dando maggiore autonomia agli stati membri, ma come conciliare queste idee con un forte potere centrale era tutto da vedere, infatti non si arrivò mai ad una conclusione. La sua posizione non era completamente chiara, ma del resto non aveva ancora alcun potere.

Chissà cosa sarebbe successo se Franz fosse vissuto e diventato imperatore

Francesco Ferdinando aveva conosciuto la contessa Sofia Chotek ad un ballo a Praga nel 1896 e si erano innamorati, ma la loro relazione restò segreta per 2 anni. Quando se venne a conoscenza Francesco Giuseppe cercò inutilmente di convincere Franz a rinunciare, il vescovo di Vienna provò allora a convincere Sofia, con lo stesso risultato. Sofia era contessa, figlia di un diplomatico della piccola nobiltà boema, non reputata sufficientemente nobile per un futuro imperatore.

Sofia Chotek:

L’annuncio di Franz all’imperatore di volerla sposare causò un forte attrito fra i due, e l’unica possibilità concessa dall’imperatore era un matrimonio morganatico, con tutte le esclusioni che comportava.

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Franz dovette rinunciare alla successione per gli eventuali figli che avrebbero preso il titolo della madre, Sofia non sarebbe stata “futura imperatrice consorte” ma “consorte del futuro imperatore”, non avrebbe potuto, ad esempio, affiancare il marito nelle cerimonie ufficiali, viaggiare con lui in carrozza o sedere nel palco reale a teatro. Queste limitazioni sarebbero state valide solo in Austria. In Boemia e in Ungheria e negli altri stati dell’impero Sofia sarebbe stata regina e i figli avrebbero ereditato il trono, ma Franz il 28 giugno 1900 firmò anche la rinuncia a questi diritti per mantenere l’unità nominale delle cariche dell’impero.

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Peggio ancora di Francesco Giuseppe reagirono i fratelli di Franz

Nessuno di loro andò al matrimonio, celebrato il 1° luglio del 1900, e al quale parteciparono solo in pochissimi, la matrigna Maria Teresa di Braganza con le sorellastre Maria Annunziata e Elisabetta Amalia e Stefania, del Belgio. Nessun regnante europeo fu invitato, come sarebbe stato normale per un erede al trono, anche se il Kaiser Guglielmo II, suo amico, inviò le sue felicitazioni.

Francesco Ferdinando nel 1914:

Sofia, oltre ad avere quarti di nobiltà troppo scarsi, veniva considerata più una donna troppo riservata e seria, poco incline al sorriso, molto casalinga e religiosa, ma tutte queste qualità erano poco adatte alla moglie di un futuro imperatore.

Francesco Giuseppe la creò Principessa di Hohenberg e in seguito, per questioni di protocollo, Duchessa di Hohenberg con la concessione dell’appellativo di Altezza.

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Il matrimonio fu molto felice, nacquero 3 figli fra il 1901 e il 1904, tutti portavano il cognome di von Hohenberg e il titolo ducale. La famiglia viveva fra Vienna, nel Castello Belvedere, la Bassa Austria nel castello di Artstetten e la Boemia, dove trascorrevano l’estate nel castello di Konopiste.

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Sofia Chotek:

Nel Castello di Artstetten Franz fece costruire la tomba per sé e per Sofia, sapendo che lei non avrebbe avuto diritto di essere sepolta nella Cripta dei Cappuccini.

Sicuramente non pensava di averne bisogno tanto presto

Anche se esula dal personaggio politico, deve essere segnalata la passione sfrenata di Francesco Ferdinando per la caccia. La caccia era il passatempo preferito degli Asburgo, Francesco Giuseppe e Rodolfo erano cacciatori appassionati, ma nel caso di Franz questa passione raggiungeva livelli maniacali, spesso paragonata a una dipendenza patologica.

Nella sua vita uccise più di 280.000 animali, nei viaggi praticava caccia grossa, veri e propri massacri. Arrivò a uccidere più di 18.000 prede in un anno ed era fiero del suo record giornaliero di 2763 gabbiani. Era considerato il miglior tiratore del mondo e i suoi trofei di caccia sono esposti in tutti i castelli e i luoghi dove aveva risieduto. (NdA : questa passione non influenza il mio parere sul personaggio storico, ma sicuramente aliena qualunque mia simpatia per l’uomo).

Col passare degli anni, Francesco Giuseppe era divenuto ormai molto anziano e venivano fatti i preparativi per la successione. Francesco Ferdinando aveva scelto il nome di Franz II ed era già pronto un ritratto, esposto ora all’Heeresgeschlichtiges Musem di Vienna, che lo rappresenta imperatore. Il quadro, dopo l’uccisione di Franz era stato corretto coprendo le insegne, ma nel 1959, prima dell’esposizione al pubblici, è stato riportato all’originale.

Francesco Ferdinando nel quadro con le insegne da imperatore:

Nel giugno 1914 Franz e Sofia intrapresero un viaggio in Bosnia Erzegovina. Era una visita ufficiale ma, non essendo in Austria, i due potevano partecipare insieme e viaggiare sullo stesso mezzo. Incredibile come colpisca il fato.

Lo scopo della visita erano le manovre militari che vennero interpretate dai serbi come il preludio ad una guerra. I nazionalisti serbi erano già da tempo in fermento, ma nonostante i rischi e la enorme quantità di militari austriaci presenti a Franz venne assegnata una scorta di soli 120 uomini.

Francesco Ferdinando, Sofia con i figli nel 1910:

Gavrilo Princip, un serbo bosniaco aderente al movimento della Giovane Bosnia, era entrato in contatto con la ‘Mano Nera’ , movimento terroristico che mirava a liberare la Bosnia per renderla parte del regno di Serbia.

Il 28 giugno cadeva la festa di San Vito, un anniversario molto importante per i serbi, commemorato con molte manifestazioni. Una data più sbagliata per una visita ufficiale non poteva esserci, ma gli austriaci sottovalutarono questo particolare.

L’Arciduca con Sophie Chotek von Chotkowa pochi attimi prima dell’attentato:

L’attentato era notevolmente raffazzonato, un primo tentativo di Cabrinovic, complice di Princip, andò a vuoto. La bomba tirata sull’auto dove viaggiavano Francesco Ferdinando e Sofia colpì la capote e rotolò sotto l’auto che li seguiva, ferendo due militari.

L’attentato comunque fece pensare che sarebbe stato meglio cambiare i programmi, ma Franz rifiutò, chiese solo di cambiare percorso del corteo che doveva recarsi in ospedale a visitare i due feriti, per evitare le strade strette e tortuose della città vecchia. Princip attendeva lungo il percorso stabilito in precedenza con una bomba a mano e una pistola.

Gavrilo Princip:

Mentre le altre auto del corteo procedevano lungo il nuovo percorso, l’autista di Franz sbagliò strada e nella strada stretta cercò di fare inversione di marcia. Era l’occasione d’oro per Princip che non potè tirare la bomba data la mancanza di spazio, ma esplose due colpi verso l’auto.

Due colpi fortunati

Il primo raggiunse Francesco Ferdinando alla giugulare, il secondo perforò la carrozzeria e colpì Sofia all’addome.

Erano le 10:30 del 28 giugno 1914.

Entrambi i nobili erano gravissimi e furono subito portati nella residenza del governatore mentre Francesco Ferdinando continuava a ripetere ‘Sofietta non morire, pensa ai bambini’. Sofia morì nel giro di un quarto d’ora, Franz dopo mezz’ora.

Princip fu fermato dalla folla e arrestato. Dopo il processo fu condannato a soli 20 anni e non a morte, dato che era minorenne, e morì di tubercolosi in carcere nel 1918. Stessa pena toccò a Cabrinovic, autore del primo attentato.

La giacca indossata da Francesco Ferdinando:

 

Le salme di Franz e Sofia furono riportate in patria e dopo una brevissima cerimonia funebre alla Hofburg, andata quasi deserta, furono portate e sepolte nel castello di Artstetten.

Nonostante il cordoglio delle famiglie regnanti europee, in Austria Franz non venne pianto poi molto, ma la sua morte fu l’utilissimo pretesto per un ultimatum alla Serbia e finirla definitivamente con le sue pretese.

L’auto sulla quale viaggiavano l’Arciduca d’Austria e la consorte al momento dell’attentato: una Gräf & Stift 28/32 PS Double Phaeton. Fotografia di Alexf condivisa con licenza Creative Commons via Wikipedia:

Princip con il suo atto aveva eliminato l’unico uomo che aveva tentato di scongiurare proprio quello che successe.

Un ingenuo terrorista aveva eliminato l’unica speranza di pace che restava

Ovviamente Belgrado rifiutò il controllo austro-ungarico sulla Serbia, risposta scontata, dato che entrambi gli eserciti erano già mobilitati. Il 28 luglio 1914 l’Austria-Ungheria, appoggiate dalla Germania, dichiaravano guerra alla Serbia, iniziava la prima guerra mondiale, ma ancora nessuno ne aveva intuito la portata.

Il processo a Sarajevo. Princip è il terzo da sinistra:

Il nuovo erede presunto diventava Carlo Asburgo-Lorena-Este, con la moglie Zita, essendo già morto nel 1906 il padre Ottone Francesco, fratello di Francesco Ferdinando.

Sophie, Maximilian ed Ernst, i tre orfani, vissero fino alla fine della prima guerra mondiale nel castello di Konopiste accuditi dai principi von Thun und Hohenstein, parenti della madre. Con la fine della guerra furono esiliati e le proprietà confiscate dal nuovo governo cecoslovacco.

Si trasferirono in Austria, nel castello di Artstetten, accuditi ora dalla bisnonna Maria Teresa di Braganza. Nel 1938, con l’Anschluss dell’Austria, i due maschi furono arrestati per dichiarazioni anti naziste e internati a Dachau. Il castello venne requisito dai tedeschi. Dopo la liberazione e la fine della guerra il castello venne loro restituito ed è tuttora proprietà della famiglia. Ospita un museo di Francesco Ferdinando.


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