Foreste Primitive: un Team di Studiosi in cerca dei Boschi perduti delle Fiabe

Da sempre co-protagonisti di fiabe e racconti, i boschi, le foreste, le distese di verde a perdita d’occhio, hanno accompagnato l’immaginario di tutti noi sin dall’infanzia.

Sotto, illustrazione di Biancaneve, opera di Alexander Zick (1845-1907) Immagine di Handsdown.1, Pubblico Dominio, via Wikipedia

Ispirati dal fascino delle involate selve fiabesche e dal dovere di salvaguardare il nostro prezioso ecosistema, un team di ricercatori guidato dal Dottor Francesco Maria Sabatini dell’Università Humboldt di Berlino, ha deciso di mappare le “foreste primarie” (o vergini) rimaste in Europa, ambientazione per secoli delle favole più note. Lo studio, che ha revisionato 17 anni di rilevamenti, ha avuto il compito di catalogare e analizzare le più antiche foreste presenti sul vecchio continente, che sono state suddivise in cinque categorie:

  • Primitive
  • Vergini
  • Quasi vergini
  • Antica-crescita
  • Intatte da lungo tempo

Dai dati, seppur parziali (alcuni dei paesi studiati non hanno prodotto risultati soddisfacenti) raccolti dal team di ricerca, è emerso che soltanto lo 0,7% dell’area boschiva europea potrebbe ipoteticamente ospitare le più antiche foreste, quelle primitive. La maggior parte sarebbe suddivisa nelle latitudini settentrionali, in aree come quella finlandese, dei Carpazi oppure più a sud, sui Balcani, sparse tra Bulgaria e Romania.

In totale, le foreste primitive coprono 1,34 milioni di acri in 34 paesi europei

Sotto, strati di muschio ricoprono la foresta primitiva di Pyssynkangas, con superficie di sette ettari, in Finlandia. Fotografia di Ohikulkija, licenza CC BY-SA 3.0, via Wikipedia

Tuttavia, i dati evidenziano sono una parte delle foreste primitive presenti in Europa; non sono stati pervenuti, per esempio, dati in territori come l’Irlanda, la Bielorussia, la Lettonia o la Moldavia. Dunque, per ovviare alla mancanza di materiale, i ricercatori si sono impegnati a scoprire dove le foreste non registrate potessero trovarsi, riconducendo a volte la mancanza di dati con il prepotente disboscamento degli ultimi secoli.

L’interesse particolare riservato alle aree boschive ancora selvagge è di fondamentale importanza anche per la preservazione delle numerose specie protette o in via di estinzione, che, per sopravvivere, necessitano di territori con le caratteristiche delle foreste primitive. Secondo uno studio condotto da un collega di Sabatini, Martin Mikolas dell’Università Ceca delle Scienze di Vita, la presenza del gallo cedrone occidentale nelle basse montagne Tatra in Slovacchia, ha visto un decremento quasi del 40% a causa della riduzione del loro habitat (per disboscamento, o altri interessi) di ben 7000 ettari.

Sotto, esemplare maschio di Gallo Cedrone Occidentale, Urogallo, in posizione d’attacco. Immagine di sighmanb, licenza CC By-SA 2.0, via Wikipedia

Parte del problema sarebbero i governi europei, i quali, nonostante le numerosi leggi per la salvaguardia ambientale, non prestano l’attenzione necessaria all’osservazione di queste ultime. Così facendo, la distruzione delle foreste, causata dalla domanda di materiale per bioenergie e dal disboscamento illegale, viene implicitamente favorita.

Sotto, esempio di foresta primitiva presente sull’Isola di Riunione, Oceano Indiano. Fotografia di Bibi974, licenza CC0 via Pixabay

Poiché, è opinione di Sabatini, un processo di re-naturalizzazione creerebbe controversie, e richiederebbe l’intervento umano (come abbiamo visto, spesso più dannoso che benefico), lasciare che la natura si riformi da sé potrebbe essere la migliore delle idee. In alternativa, la creazione di legno artificiale con cavità volte alla nidificazione dei volatili e di altre specie, potrebbe aiutare il re-inserimento di parte della fauna in via di estinzione.

Sotto, illustrazione di Hansel & Gretel tratta dal manoscritto originale dei fratelli Grimm. Fonte: Archive.org.

In conclusione, per poter tornare ad ammirare i fasti delle antiche foreste, l’unica via è la preservazione di quelle rimaste, senza interventi rivoluzionari. Norme più severe e la sensibilizzazione dei cittadini europei sul tema potrebbero costituire una vera ancora di salvezza per l’intero ecosistema. Ciò avviene già, ad esempio, per la faggeta secolare di Fonte Novello nel Parco Nazionale del Gran Sasso, dove vengono conservati esemplari di faggio di età superiore ai 250 anni e alti più di 40 metri. Una volta compito dei loro fantasiosi guardiani, come nani, gnomi e fate, la salvaguardia delle più antiche foreste d’Europa è ora compito di ognuno di noi; tramite l’informazione oggi a disposizione, possiamo insieme far sì che a perdersi tra le ombrose fronde di alberi secolari non siano solo i personaggi delle fiabe come Biancaneve, Cenerentola o la Bella e la Bestia, ma anche i nostri occhi.

Sotto, illustrazione di Hansel e Grethel, opera di Alexander Zick (1845-1907). Immagine di Rotatebot, Pubblico Dominio, via Wikipedia

Cecilia Fiorentini

Ho studiato lingue e sono una studentessa di Conservazione dei Beni Culturali, ho 24 anni e una grande passione per l'editoria e la scrittura. Mi diletto nella lettura di saggi sull'archeologia misterica, sulla spiritualità e sulle credenze di antichi popoli come Egizi, Vichinghi o Nativi Americani.