Il teatro parigino Opéra Garnier è famoso non solo per la sua bellezza, ma anche per essere il luogo in cui si svolge la vicenda del romanzo Le Fantôme de l’Opéra, di Gaston Leroux, pubblicato nel 1910. Il personaggio forse più affascinante è l’antagonista Erik, un uomo misterioso che vive nei sotterranei dell’edificio, “infestandolo” proprio come se fosse un fantasma. Prima di addentrarci nelle origini di questa misteriosa e inquietante figura riportiamo brevemente la trama del romanzo.

La trama del romanzo
In occasione della festa per il pensionamento di due impresari dell’Opéra Garnier, la primo soprano del teatro Carlotta non può esibirsi perché indisposta e giunge a sostituirla la giovane Christine Daaé. La sua esibizione è un grande successo e uno degli spettatori, il visconte Raoul de Chagny, riconosce in lei quella bambina con cui giocava durante l’infanzia, per cui prova ancora un forte sentimento d’amore.

Mentre Raoul e Christine si incontrano, i nuovi impresari di Palazzo Garnier ricevono una lettera in cui viene intimato loro di assegnare alla nuova soprano il ruolo di Margherita in Faust.
Il mandante è un fantomatico fantasma che sembra infestare l’edificio

La richiesta viene ignorata e, durante lo spettacolo, il lampadario precipita in mezzo al pubblico, uccidendo uno spettatore. Dopo aver rapito Christine per tenerla con sé, il fantasma si toglie la maschera dal volto e rivela la sua identità: è un uomo deforme di nome Erik, privo di naso e labbra e con gli occhi infossati.

Erik soddisfa il desiderio di Christine di essere liberata, a condizione che la soprano gli resti fedele e porti sempre con sé l’anello che le ha regalato. La ragazza, invece, riferisce a Raoul del rapimento e gli fa promettere di portarla lontano da Erik, che, quando scopra del piano, cerca di costringere Christine a sposarlo. Nel frattempo, imprigiona Raoul nel suo covo segreto, situato nelle profondità dell’Opéra, e cerca di sbarazzarsene annegandolo, ma, su intercessione di Christine, lo lascia andare.

Quando si trova da solo con la soprano, Erik alza la maschera per baciarla sulla fronte e, venendo ricambiato, ammette di non aver mai dato o ricevuto un bacio nemmeno da sua madre. Erik scoppia in lacrime insieme alla giovane e, di lì a poco, muore “d’amore”. Qualche tempo dopo, Christine torna nel covo dell’uomo deforme, lo seppellisce dove nessuno avrebbe più potuto trovarlo e gli restituisce l’anello.

Il vero fantasma dell’Opéra
Come viene raccontato nel capitolo finale della vita di Erik, quest’ultimo era il figlio malformato dalla nascita di un imprenditore edile della Normandia. Dopo essere fuggito dalla terra natia, aveva lavorato in alcune fiere, imparato le arti circensi in Asia e in Europa e costruito palazzi di trucchi in Persia e Turchia. Tornato in Francia, si era messo una maschera sul volto e aveva iniziato a lavorare come costruttore. Vinto un subappalto per le fondamenta del Palazzo Garnier, Erik si era costruito in segreto un covo sotterraneo, colmo di trucchi e svariati passaggi nascosti, avendo così la possibilità di scomparire dagli altri uomini e di spiare impresari e artisti.

La figura del fantasma dell’Opéra sembra trovare delle somiglianze con la storia di un giovane pianista di nome Ernest, che, il 28 ottobre del 1873, si salvò dall’incendio scoppiato al conservatorio di rue Le Pellettier, a differenza della sua promessa sposa, una ballerina presso l’Opéra Le Pellettier, che, purtroppo, perse la vita. Ai tempi della tragedia, Ernest stava componendo un inno per le sue nozze e, oltre a perdere l’amata, si ritrovò completamente sfigurato.

Tutti credevano che fosse morto e, vergognandosi del suo aspetto mostruoso, decise di vivere il resto dei suoi giorni nascosto nei sotterranei dell’Opéra Garnier, che all’epoca era ancora in costruzione, nutrendosi semplicemente dei pesci del lago situato al di sotto dell’edificio. Ernest dedicò tutta la sua esistenza alla musica e terminò l’inno all’amore in memoria della sua ballerina.

All’inizio del XX secolo, si pensò di incidere con il fonografo le voci di alcuni cantanti famosi e, nel 1907, degli operai addetti ai lavori trovarono uno scheletro all’interno dei sotterranei dell’edificio, credendo che si trattasse proprio del pianista Ernest. Sfortunatamente non esistono prove che possano confermare questa tesi, ma, a Parigi, erano in molti a credere nell’esistenza di un fantasma dell’Opéra, tanto che ogni evento misterioso verificatosi all’interno del teatro era attribuito proprio al defunto Ernest.

La maledizione di Ernest
Per esempio, nel 1896, durante la rappresentazione del Faust di Gounod, il lampadario dell’edificio crollò all’improvviso e uccise una spettatrice. Anche la misteriosa morte per impiccagione di un macchinista fu attribuita al fantasma, in quanto la corda utilizzata per quello che si credeva essere un suicidio non fu mai trovata.

Curiosamente, Leroux inizia il suo romanzo con il ritrovamento del corpo esanime di un attore dell’Opéra di cui si pensa che si sia tolto la vita impiccandosi, ma della corda che potrebbe aver usato non c’è traccia. Un altro evento inquietante attribuito al fantasma ha per protagonista la giovane soprano Kristina Nilsson, che dichiarò di aver udito una voce melodiosa chiamarla per nome; per non parlare di tutti quei musicisti che dichiararono di aver trovato spesso correzioni inspiegabili sui loro spartiti.

Un ulteriore fatto misterioso è sicuramente la ricezione da parte di alcuni direttori dell’Opéra di missive anonime contenenti minacce di eventi terribili. Infine, non sono mancate anche testimonianze sull’apparizione del fantasma rilasciate da alcuni tecnici e ballerini. Anche ai nostri giorni Ernest sembra mettere il suo zampino nelle rappresentazione de Le Fantôme de l’Opéra: incidenti inspiegabili, materiali di scena distrutti misteriosamente o incendi causati dalla caduta di candelieri. Anche se sono tutti fatti privi di gravi conseguenze, alcuni attori sono comunque arrivati a credere che questa storia sia maledetta.

Una piccola curiosità dei giorni nostri riguarda il palco numero cinque del teatro parigino: in una delle misteriose missive anonime ricevute nel corso degli anni era stata avanzata la richiesta di riservare il suddetto palco proprio all’ignoto autore delle lettere. Oggi, questo palco è sempre vuoto e al suo ingresso è posta una targa riportante la dicitura: “loge du fantôme de l’Opéra”. Viste le precedenti conseguenze della mancata soddisfazione delle richieste del fantasma, forse è meglio non arrischiarsi a occupare questo palco. Lasciamo che Ernest assista in pace alle rappresentazioni dell’Opéra.

Fonti:
- Il fantasma dell’Opera: la leggenda che ispirò Gaston Leroux – ITPARIGI
- Il fantasma dell’Opera tra storia e leggenda – Frammenti di Parigi
- Trama , Il fantasma dell’Opera – Wikipedia