La storica corsa “Targa Florio” non ha nulla a che fare con nessuna delle moderne competizioni automobilistiche: era il tipo di gara in cui un pilota, se gli si rompeva l’auto, veniva invitato dalla gente del posto a mangiare un piatto di spaghetti.
La pista si snodava attraverso le tortuose stradine delle Madonie, catena montuosa della Sicilia settentrionale, e passava in mezzo a piccoli e pittoreschi paesi, con gli abitanti che vedevano sfrecciare le automobili pericolosamente vicino alle porte di casa.
Targa Florio#3:
La Targa Florio incarna il lato romantico e ancora pionieristico di un automobilismo agli albori della sua storia, tuttavia la prestigiosa gara ha avuto una vita lunga, dal 1906 al 1977 (esclusi gli anni delle due guerre mondiali), quando, a causa di numerosi incidenti, fu chiaro che il circuito, privo di qualsiasi sistema di sicurezza, non era più adatto alle ormai troppo potenti vetture.
Targa Florio#5:
La corsa siciliana fu per molto tempo una delle competizioni più popolari d’Europa, e la particolare difficoltà del percorso la fece diventare quasi leggendaria: i primi anni era una impresa quasi impossibile arrivare al traguardo. Il circuito originale, il Grande Circuito delle Madonie, lungo 148 chilometri, contava 2000 curve, moltissime delle quali all’interno di piccoli villaggi siciliani.
Targa Florio#7:
Ai piloti erano necessari molti giri di prova per imparare il percorso, allenamento che si svolgeva senza interrompere il (poco) traffico locale, con bambini che giocavano per strada, e animali che percorrevano pericolosamente le stesse tortuose viuzze di montagna.
Targa Florio#8:
Durante la corsa non esistevano protezioni per la folla di spettatori, solo qualche balla di fieno sparsa qua e là, ma nonostante i pericoli, e anche i morti che ci furono tra il pubblico, i siciliani amarono molto questa competizione, che portava prestigio alla loro isola.
Targa Florio#10:
I giorni delle gare erano vissuti come una sorta di festa nazionale: tutti gli abitanti dei paesi si riversavano per strada aspettando il passaggio delle automobili, magari giocando a carte per ingannare il tempo.
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Targa Florio#13:
Il pilota palermitano Nino Vaccarella, soprannominato il “preside volante” (per la sua attività di dirigente scolastico), fu uno dei beniamini del pubblico siciliano. Vinse per tre volte la Targa, impresa riuscita solo ad altri due corridori.
Targa Florio#15:
Gli esperti del settore chiamavano la gara, a cui hanno partecipato auto sportive dal valore ormai inestimabile, “completamente pazza”. Ed è effettivamente un miracolo che ci siano stati solo nove morti durate la sua storia.
Targa Florio#17:
La gara ebbe un anno particolarmente negativo nel 1973, con diversi incidenti anche gravi, che la fecero escludere dal circuito delle prove internazionali, perché non era possibile dotare le strette e tortuose strade siciliane delle misure di sicurezza ormai obbligatorie.
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La corsa si svolse per altri tre anni, ma nel 1977 l’uscita di strada di una BMW provocò la morte di due persone tra il pubblico, e il ferimento di altre tre. La gara fu sospesa al 4° giro, l’ultimo della prestigiosa Targa Florio.
La storica linea di partenza della gara, dove un tempo si riuniva una gran folla, assiepata sulle tribune appositamente costruite, dove il rombo dei motori riempiva la limpida aria siciliana, oggi resta abbandonata in un silenzio spettrale.
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