Elena in Baviera: la Sorella Rifiutata

Elena in Baviera, meglio nota come Néné, era la sorella maggiore dell’imperatrice d’Austria Elisabetta che noi conosciamo con il nomignolo di Sissi. Inizialmente l’arciduchessa Sofia, madre dell’imperatore Francesco Giuseppe, aveva scelto Néné come possibile moglie per suo figlio. Come ben sappiamo dai libri di storia, Francesco Giuseppe non scelse Néné bensì Sissi. La domanda sorge spontanea:

Che ne fu di Néné dopo il rifiuto dell’imperatore?

Néné ritornò in Baviera con la consapevolezza che le sue prospettive di fare un buon matrimonio si erano notevolmente assottigliate, poiché avere nel suo “curriculum” un rifiuto da parte dell’imperatore d’Austria purtroppo non incoraggiava i possibili pretendenti alla sua mano.

Elena in Baviera

Arrivata ormai a ventidue anni, Néné era da considerarsi per l’epoca una vecchia zitella e, come tale, iniziò a occuparsi sempre di più dei malati e dei poveri e a frequentare assiduamente le funzioni religiose. Queste attività, per quanto di buon esempio, di certo non aiutavano la giovane a trovare un buon partito, e sua madre, la duchessa Ludovica, era convinta che Néné potesse diventare una buona moglie e una buona madre. Per questo motivo Ludovica si mise alla ricerca di un possibile buon candidato per sua figlia e la scelta ricadde su Massimiliano Antonio, principe ereditario di Thurn und Taxis.

Elena in Baviera

La famiglia Thurn und Taxis era immensamente ricca e di antica stirpe. Si pensi che il casato Thurn und Taxis è di origine lombarda e risale al 1146. I membri di questa famiglia furono i fondatori della posta pubblica poiché nel 1512 fecero da corrieri per l’imperatore Massimiliano I, tanto che quest’ultimo li ammise nella nobiltà di diritto ereditario dell’impero.

Per far incontrare i due giovani, la duchessa Ludovica convinse il marito, il duca Max, a organizzare una battuta di caccia a Possenhofen, sapendo che i membri della famiglia Thurn und Taxis gradivano molto la caccia, e spesso il marito era stato loro ospite in tali occasioni. Una volta rientrati dalla battuta di caccia la duchessa avrebbe fatto presentare Néné al rinfresco.

Naturalmente la duchessa Ludovica non disse a suo marito che questa battuta di caccia aveva lo scopo di far incontrare Elena e Massimiliano Antonio poiché sapeva benissimo che il duca Max non amava questi intrighi.

Avvenne ciò che la duchessa Ludovica aveva escogitato: al rientro dalla caccia fu servita una merenda bavarese e birra al loro illustre ospite e il giovane Massimiliano alla vista di Elena rimase letteralmente “folgorato”. Anzi si chiese addirittura come avesse fatto Francesco Giuseppe a non scegliere una ragazza come lei.

Massimiliano Thurn und Taxis

Una volta rientrato a casa, il principe Massimiliano chiese ai suoi genitori il permesso di sposare la bella Elena e naturalmente questi ultimi furono subito d’accordo poiché avere un figlio cognato dell’imperatore d’Austria era una prospettiva piuttosto allettante.

C’erano due ostacoli a questa unione

Il primo era rappresentato dal re di Baviera, Massimiliano II, che non vedeva di buon occhio questa unione perché la famiglia Thurn und Taxis, anche se molto ricca, non era dello stesso rango della famiglia Wittelsbach a cui apparteneva Elena. Elena poteva infatti beneficiare del trattamento di altezza reale mentre il principe Massimiliano Antonio non aveva questo privilegio.

Il secondo era rappresentato da alcuni membri del casato Asburgo visto che, anche loro, non vedevano di buon occhio questa unione tra famiglie impari per la stessa motivazione del re di Baviera. Allora Ludovica scrisse alla figlia Elisabetta per chiederle di intercedere presso l’imperatore affinché convincesse il re di Baviera a dare il benestare all’unione tra Elena e Massimiliano. L’intervento di Elisabetta e Francesco Giuseppe diede buon esito e il re Massimiliano II acconsentì alle nozze.

A Elena venne concesso di usare sia il titolo di principessa di Thurn und Taxis sia quello di Altezza Reale duchessa in Baviera.

Le nozze avvennero il 24 agosto 1858 e fu invitato il fior fiore della società. L’unico neo fu l’assenza della sorella della sposa, l’imperatrice Elisabetta, dovuta al fatto che qualche giorno prima, il 21 agosto, questa aveva dato alla luce l’agognato erede al trono. I giovani sposi andarono ad abitare a Ratisbona dove furono accolti con grande clamore.

Elena in vestito da Sposa

Il matrimonio tra Elena e Massimiliano Antonio fu felice e benedetto dall’arrivo di quattro figli: Luisa Matilde che nacque il 1 giugno 1859, Elisabetta Maria che nacque 28 maggio 1860, Massimiliano Maria che nacque 24 giugno 1862 e infine Alberto che nacque l’8  maggio 1867.

La felicità però durò come la neve che si scioglie al sole, in quanto il destino si accanì su questa coppia affiatata. Già da qualche tempo il principe Massimiliano Antonio non godeva di buona salute, infatti appariva gonfio e molto più vecchio della sua età nonostante gli sforzi dei medici e delle cure termali a Karlsbad.

Il principe Massimiliano Antonio morì a Ratisbona il 26 giugno 1867 a soli 35 anni. La causa del decesso non è ancora chiara, alcuni affermano che sia stata un’insufficienza renale o una paralisi polmonare.

Per Elena fu un duro colpo, e ancora una volta cercò conforto nella fede e nelle opere di carità. Finché fu in vita fece celebrare ogni giorno una messa davanti alla tomba del marito e si dedicò ad aiutare i più bisognosi. Inoltre dovette occuparsi anche dei suoi figli ancora piccoli di cui divenne tutrice alla morte del consorte Massimiliano. A tutto ciò si aggiungeva la responsabilità degli affari di famiglia dato che il suocero, Massimiliano Carlo, era ormai un signore anziano. Il 10 novembre 1871 Massimiliano Carlo morì ed Elena divenne capofamiglia fino alla maggiore età del primogenito, che allora aveva solo 9 anni.

Massimiliano Carlo, morto a 23 anni

La vita di Elena fu costellata da altre gioie e altri dolori. Nel 1877 la figlia Elisabetta si sposò con il principe Miguel di Braganza a cui seguì la nascita del primo nipote. Purtroppo anche questo lieto evento ebbe un tragico finale poiché la salute di Elisabetta aveva cominciato ad avere un brusco declino con il primo parto, e il 7 febbraio 1881, poco dopo la nascita della terza nipote, l’amata figlia Elisabetta morì a soli 20 anni.

Dopo la morte della figlia Elena cercò ancora più rifugio e consolazione nella religione, ma purtroppo i dolori non erano finiti.

Il 24 giugno 1883 Massimiliano Maria compì 21 anni e divenne capo della famiglia Thurn und Taxis, ed Elena fu lieta di lasciare gli affari di famiglia nelle mani del figlio. Questi aveva grandi progetti per Ratisbona che purtroppo non riuscì a portare a termine. Già durante una precedente battuta di caccia, l’imperatore Francesco Giuseppe si era accorto che il nipote si stancava facilmente e aveva il fiato corto. Nel 1885 durante una battuta di caccia al gallo cedrone, Massimiliano Maria ebbe un malore a cui seguì una febbre alta. I medici gli diagnosticarono una polmonite da cui sembrò riprendersi per qualche tempo, ma fu una ripresa effimera.

Nonostante gli sforzi della madre e dello zio medico Carlo Teodoro il 2 giugno 1885 Massimiliano Maria morì a soli 23 anni. Per Elena fu un durissimo colpo, tanto che dopo la morte del figlio non fu più la stessa. Dopo la morte del figlio, Elena riprese in mano gli affari di famiglia fino al compimento della maggiore età di suo figlio Alberto, ma per sopportare meglio il dolore divenne una fanatica religiosa, tanto che si fece costruire una cappella comunicante con le sue stanze private.

Alberto Thurn und Taxis

Elena morì il 16 maggio del 1890, a Ratisbona, e al suo capezzale era presente la sola sorella Elisabetta. Già da qualche tempo, a causa di un’infiammazione alla gola, non era più in grado di nutrirsi, e avvertiva anche dei dolori addominali. Più il tempo passava più Elena si indeboliva, tanto che alla fine la malattia la spense del tutto.

Venne sepolta a Ratisbona nella cappella di famiglia. Tutta la città partecipò alle esequie di quella che era considerata una benefattrice, una vera e propria benedizione per il popolo.

Alexandra Capponi

Alessandra, 30 anni e sostengo da sempre che senza conoscere il passato non si può costruire il futuro.