Ci sono persone che nascono con un corpo che non sentono loro, si guardano allo specchio e in quell’immagine non riconoscono la loro anima. E’ il caso di Dora Richter, la prima persona (di cui si ha notizia) a sottoporsi a un intervento di riassegnazione di genere. Lei, già a sei anni, tentò di asportarsi il pene con un laccio emostatico, ma è grazie a Magnus Hirschfed, un medico tedesco che aveva aperto a Berlino un istituto per le “scienze sessuali”, dove veniva studiato anche il “transessualismo”, che riuscì a diventare donna – quando aveva ormai trent’anni – grazie all’asportazione chirurgica dei testicoli e del pene.
Per altri invece, la consapevolezza di sé arriva quasi per caso e senza preavviso. Lili Elbe, una donna che si definiva “sconsiderata, volubile e molto superficiale”, fece comprendere a Einar Wegener quanto poco conoscesse della sua vera natura.
Sotto, il video racconto dell’articolo sul canale Youtube di Vanilla Magazine:
Einar Wegener e Lili Elbe
Fonte immagini: Wikimedia Commons – Wellcomeimages – licenza CC BY 4.0
Einar si imbattè in Lili poco dopo aver sposato Gerda Gottlieb, nel 1904. Einar e Gerda erano una coppia di artisti danesi: lui, di carattere forte e deciso, dipingeva paesaggi, mentre lei, altrettanto risoluta, illustrava libri e creava ritratti femminili in stile art-decò, pubblicati su prestigiose riviste di moda.
Un giorno, l’assenza di una delle modelle di Gerda segnò il destino di Einar. Un’amica della moglie, l’attrice Anna Larsen, diede uno stravagante (o forse lungimirante) suggerimento: Einar poteva posare vestito in abiti femminili. Inizialmente Wegener rifiutò, ma poi cedette alle insistenze della moglie:
Vestito con un costume da ballerina in raso e pizzo, Einar fu “ribattezzato” Lili da Anna Larsen
Einar ritratto nel 1920
Fonte immagine: Wikipedia – Wellcomeimages – licenza CC BY 4.0
Negli anni successivi Einar visse una lacerante esperienza, quella di due persone intrappolate nello stesso corpo: una era il pittore Einar Wegener, l’altra era Lili, una donna spensierata che voleva ardentemente avere un figlio. Alla fine vinse Lili, la donna che sentiva di essere, una delle prime persone a sottoporsi a interventi di chirurgia sperimentale per cambiare sesso.
Lili dopo le operazioni
Fonte immagine: Wikimedia Commons -Wellcomeimages – licenza CC BY 4.0
Nella sua autobiografia, Lili scrisse che il primo travestimento, quello per posare vestita da ballerina, era stato l’evento scatenante della sua trasformazione: “Non posso negare, per quanto strano possa sembrare, che mi sia divertito in questo travestimento. Mi piaceva la sensazione di morbidi vestiti femminili. Mi sono sentita molto a mio agio dal primo momento.”
Lili ritratta da Gerda
Immagine di pubblico dominio
Grazie all’incoraggiamento della moglie, che probabilmente non era a conoscenza del tormento interiore del marito, Einar iniziò a vestirsi con costosi abiti femminili in occasione di feste ed eventi sociali. Si presentava come la sorella di Gerda, o come una delle sue modelle. Alla fine Wegener confessò alla moglie che lui era ormai solo Lili, Einar non c’era più.
Nei successivi quindici anni, la coppia visse un matrimonio assai poco convenzionale, con Gerda che sostenne coraggiosamente la natura del marito. Nel 1912, per vivere più tranquillamente una relazione a dir poco anticonformista (forse Gerda era gay, e probabilmente Einar era ermafrodito), i due si trasferirono a Parigi.
Anche se in Francia la vita era sicuramente meno difficile che in Danimarca, Lili, consapevole che vestirsi da donna non significava essere veramente una donna, si lasciò andare a una profonda depressione. In un’epoca in cui in Francia difficilmente era tollerata l’omosessualità, il concetto di transgenderismo era qualcosa di difficilmente concepibile, diversamente dalla Germania dove i “Pass per Travestiti” aiutavano le persone nelle proprie attività sociali.
Lili visse sei anni di totale infelicità, cercando un aiuto, anche medico, che nessuno riusciva a darle, anzi, rimediava solo umiliazioni. Poi, quando era arrivata a fissare la data del suo suicidio, Lili venne a sapere del dottor Magnus Hirschfed.
Sotto, il sessuologo Magnus Hirschfeld nel 1928:
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Nel 1930, Lili si trasferì in Germania per sottoporsi ad una serie di interventi chirurgici, che le avrebbero finalmente regalato, certo a costo di grandi sofferenze, un corpo di donna in grado di concepire un figlio. Le procedure mediche seguite in questo tentativo, assolutamente sperimentale, non sono note, perché gli archivi dell’istituto furono distrutti dai nazisti nel 1933. Quello che si sa, è che Lili subì quattro interventi nel giro di due anni: il primo, eseguito dal dottor Hirschfed, fu una castrazione chirurgica. Il dottor Kurt Warnekros, il “creatore” di Lili, operò Einar tre volte: eseguì un trapianto di ovaie, e un altro intervento di cui oggi non si conosce lo scopo.
Dopo queste operazioni, Einar riuscì a cambiare legalmente il proprio nome e il genere:
Era diventata definitivamente Lili Elbe
Scelse il nuovo cognome in riferimento al fiume (Elba) che attraversa la città dove era “rinata”.
Claude Lejeune e Lili Elbe
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Considerato che ormai era una donna a tutti gli effetti, non ci furono ostacoli per l’annullamento del matrimonio di Einar e Gerda. Lili, che progettava di sposarsi con Claude Lejeune, voleva assolutamente sottoporsi all’ultimo intervento, un trapianto di utero e la costruzione di una vagina, per avere dei figli. Il sogno di Lili si interruppe a questo punto, insieme alla sua vita: il suo organismo rigettò l’organo estraneo, mentre la conseguente infezione la condusse alla morte. Nonostante Lili fosse consapevole di non avere speranze, nelle ultime lettere a familiari e amici scrisse solo della felicità provata in quei pochi, intensi quattordici mesi, vissuti finalmente da donna.
Erano valsi una vita intera
Sulla storia di Einar/Lili, lo scrittore David Ebershoff ha scritto, nel 2001, il libro “La Danese”, dal quale è stato tratto il film “The Danish Girl”.