Chiunque abbia una cassetta per gli attrezzi sicuramente avrà usato un piccolo ma indispensabile attrezzo piegato a elle e dalla forma esagonale. Questa vite è uno tra gli oggetti più curiosi che si possano trovare non solo per la forma o dimensione, ma soprattutto per il nome con la quale è conosciuto, perché questa vite porta il nome del suo inventore: Brugola.
La sua storia è una di quelle fatte soprattutto d’ ingegno, dove la necessità la fa da padrona, ed proprio di questa necessità che si ispira Egidio Brugola, classe 1901, per poter ottenere il risultato sperato da una semplice intuizione.
Egidio nasce il 1°settembre del 1901 a Lissone, in Brianza. Da sempre ha un carattere determinato e dalle idee chiare, uno di quelli che non molla mai se ritiene che un obiettivo sia meritorio d’impegno. Negli anni ’20 Egidio, a soli 25 anni, una piccola “fabbrichetta”, come lui la definisce, al quale dà nome OEB, “Officine Egidio Brugola”, con la quale avvia la lavorazione delle sue viti speciali. Il brevetto viene depositato da egli stesso nel 1945 all’ Ufficio Italiano Brevetti e Marchi, con il nome di “Vita Cava Esagonale” con gambo a “Torciglione”, che però sarà conosciuta in seguito solo col semplice nome di Brugola.
Queste viti non sono in realtà una novità, perché sono già note negli Stati Uniti col nome di “Allen keys and screw” ma Egidio ne intuisce il potenziale e le perfeziona, per poi commercializzarle col proprio nome. La vite diventa utilizzatissima da molti produttori grazie alle sue ottime qualità di resistenza e serraggio, e la richiesta da parte dei produttori automobilistici è costante, dunque la fabbrica lavora a pieno ritmo.
Ma per Egidio non esiste solo la fabbrica e il lavoro, per lui esistono anche i rapporti umani e le necessità dei suoi operai: la sua fabbrica dà da mangiare a centinaia di uomini che devono provvedere alla propria famiglia, dunque li agevola dando loro una mensa gratuita, ai capo reparto e direttori, invece, dà delle gratifiche in mezzi: ai primi uno scooter (un motorino), ai secondi un’automobile, affinché arrivino a lavoro prima e senza problemi.
La pace, però, viene guastata dallo scoppio della seconda guerra mondiale, dove Egidio si vede costretto a riconvertire la propria fabbrica da fornitrice di officine a fabbrica di materiale bellico. Durante la resistenza diventa testimone di scempi ed è costretto ad assistere all’ uccisione di due dei suoi operai, catturati perché ritenuti partigiani.
Finita la guerra la fabbrica torna ad esercitare la sua vera funzione, ma Egidio non vive a lungo per godere ancora della sua creazione perché muore nel 1959, a 58 anni. La sua città gli dedica un monumento per celebrare l’industria che ha contribuito a far fiorire l’economia locale basandosi sulla produzione di queste ” viti critiche”, che ha dato loro lustro. Ma non si tratta di un riconoscimento solo italiano, perché la Brugola è stata notata anche da due altre aziende famose, come la Volkswagen e la Ford, ed Egidio ha stipulato a un accordo, diventandone il maggior fornitore di attrezzature per le industrie automobilistiche.
Oggi, l’azienda è ancora in mano alla famiglia Brugola, e seppure la OEB non produca più dagli anni Novanta, l’attività fornisce ancora viti di alta qualità alle aziende automobilistiche. Suo figlio, Giannantonio, morto nel 2015, prima di spegnersi ha ulteriormente migliorato l’invenzione paterna con una tecnologia di vite, la Polydrive, che permette di serrare meglio i bulloni e con minor sforzo.