E se la Monna Lisa non fosse Lisa del Giocondo?

Il suo sorriso enigmatico è il più famoso della storia dell’arte; i suoi occhi sereni hanno affascinato artisti di ogni epoca; stiamo parlando della Gioconda, probabilmente il ritratto più conosciuto e studiato, ammirato oggi al Museo del Louvre da migliaia di turisti e visitatori. 

La sua storia ha affascinato tutti per generazioni, non solo per il fatto che il suo autore, maestro Leonardo da Vinci, se lo portò dietro in tutte le sue peregrinazioni per l’Italia e poi in Francia, ma anche per i fiumi di inchiostro che sono stati versati in studi, scritti e teorie sulla sua storia. Tuttavia, per molti anni, uno dei pochi punti fermi è stato il soggetto. Il dipinto, raffigurante una donna seduta di tre quarti con uno stupendo paesaggio sfumato, è conosciuto anche con il nome di Monna Lisa: il termine sarebbe l’abbreviazione della formula di cortesia in uso nel Cinquecento che si rivolgeva alle donne di buona famiglia, Madonna Lisa.

Secondo quanto riportato dal Vasari, che è una delle principale fonti di informazioni quando si parla di artisti del Rinascimento, la donna raffigurata nel dipinto sarebbe Lisa del Giocondo, moglie di Francesco del Giocondo, il quale avrebbe commissionato a Leonardo un ritratto della moglie in occasione della nascita del loro secondo figlio. Tuttavia, nella descrizione che abbiamo, Vasari parla della maestria con la quale Leonardo dipinse le sopracciglia della donna e delle due fossette sulle guance: non essendo presenti nessuna di queste due caratteristiche si è ipotizzato che Vasari parlasse in realtà di un altro dipinto e non della Gioconda.

Ma allora chi sarebbe la misteriosa donna ritratta da Leonardo?

Un indizio ci arriva da alcuni appunti di un visitatore di Leonardo: nel 1517 il cardinale Luigi d’Aragona, di passaggio in Francia, colse l’occasione della visita al re di Francia per recarsi a omaggiare il grande maestro fiorentino; al seguito del cardinale si trovava anche il suo segretario, Antonio de Beatis, il quale scrisse nei suoi appunti di viaggio di essersi recato da Leonardo insieme al cardinale a vedere le sue opere. De Beatis ci riferisce di aver visto tre opere: il San Giovanni Battista e la Sant’Anna. L’ultima sarebbe un ritratto di donna commissionato da Giuliano de Medici, duca di Nemours, figlio di Lorenzo il Magnifico: secondo Roberto Zapperi, il più convinto sostenitore di questa nuova attribuzione, il quadro in questione sarebbe proprio la Gioconda. 

Giuliano de’ Medici, ritratto di Raffaello Sanzio:

La donna ritratta sarebbe Pacifica Brandani, una cortigiana di Urbino: durante il suo soggiorno a Urbino, ospite presso la prestigiosa corte di Federico da Montefeltro, Giuliano, uomo colto e affascinante, amante delle belle donne, intrattenne una relazione con Pacifica Brandani, una delle dame al seguito di Elisabetta Gonzaga. Dalla loro relazione nacque un figlio, che sarà poi esposto presso la Chiesa di Santa Chiara a Urbino: sappiamo però che pochi giorni dopo Giuliano andrà alla Chiesa per riconoscere il bambino come suo figlio, dandogli il nome di Ippolito, che diverrà poi cardinale.

Cardinal Ippolito de’ Medici. Dipinto di Cristofano dell’Altissimo:

Purtroppo, Pacifica morì dando alla luce il bambino, e così Giuliano decise di commissionare a Leonardo un ritratto di Pacifica, realizzato sulla base della descrizione che Giuliano fece al maestro della donna, da donare al piccolo Ippolito; il bambino però non ricevette mai il quadro in quanto, forse a causa dei lunghi tempi di esecuzione, Giuliano morì prima di vederlo finito e non potrà mai donare il quadro al figlio.

Non sappiamo se la Gioconda sia effettivamente il ritratto di Pacifica Brandani, anche se Carlo Pedretti, uno dei più importanti ed esperti conoscitori di Leonardo, sostenne la validità di questa teoria; certo gli indizi sono numerosi, ma rimane ancora oggi il mistero ad alimentare il fascino di questo sorriso senza tempo.


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