Fra le tantissime storie delle sopravvissute del Titanic se ne possono trovare diverse meritevoli di essere raccontate, ma fra queste forse sono due in particolare che colpiscono per la loro umanità.
Margareth Brown
Margaret era nata nel 1867, figlia di immigrati irlandesi. Non era ricca, fin da ragazzina aveva lavorato. Aveva sposato un minatore J.J. Brown, che lavorava nelle miniere d’argento. Quando nel 1893 l’argento aveva più che dimezzato il suo valore, causando un’enorme crisi del settore minerario, Brown scoprì che nella miniera d’argento c’era anche l’oro, e ideò un sistema per raggiungerlo fermando l’estrazione dell’argento, ormai troppo deprezzato. Insieme al proprietario della miniera cominciarono quindi l’estrazione dell’oro e tale fu il successo che venne ampiamente ricompensato economicamente ed entrò a far parte della direzione.
Questa svolta li resi ricchi
Margaret era stata una delle prime femministe, occupandosi di politica ancora prima che le donne ottenessero il voto e, nonostante non fosse ritenuta all’altezza della classe sociale, aveva ottenuto una grande fama, tanto da essere ammessa a frequentare ambienti altolocati e ovviamente ricchi, nonostante fosse una “parvenu”.
Si imbarcò sul Titanic dopo un lungo viaggio in Europa che effettuò insieme alla figlia, la quale però non si imbarcò.
Margaret Brown consegna un premio al comandante del RMS Carpathia Arthur Henry Rostron per il suo contributo al salvataggio dei naufraghi del Titanic:
Dopo la collisione con l’iceberg, Margaret si diede da fare ad aiutare i passeggeri a salire sulle scialuppa, e quando fu obbligata a salire lei stessa sulla numero 6, fu lei a incoraggiare e spronare le donne a mettersi ai remi, a non abbattersi e a tenere alto il morale con grande grinta. Contrastò ampiamente il marinaio Robert Hichens, al timone della scialuppa, il quale ebbe un pessimo comportamento criticando le donne che remavano e sostenendo che nessuno dei naufraghi in mare si sarebbe salvato, rifiutando di tornare indietro a imbarcare i superstiti in acqua, sostenuto da alcune donne, che temevano che i naufraghi in mare potessero far affondare la scialuppa.
Margaret reagì minacciando di buttarlo in mare se non avesse cambiato il proprio comportamento, ma purtroppo, durante l’inchiesta successiva non potè, in quanto donna, testimoniare sulla condotta di Hichens.
Dopo il salvataggio, a bordo del Carpathia Margaret continuò la sua opera, assistendo i naufraghi, consolandoli, raccogliendo fondi per chi aveva perso tutto, e restò a bordo finché tutti i sopravvissuti furono sbarcati a New York accolti da parenti e amici.
Regalò una coppa al capitano Rostron e una medaglia ad ogni componente dell’equipaggio del Carpathia, in ringraziamento per i servizi di salvataggio svolti, e naturalmente si occupò del Comitato dei sopravvissuti del Titanic fino alla sua morte, nel 1932.
La fama di “Inaffondabile Molly Brown” le venne da Hollywood. Nessuno l’aveva, pare, mai chiamata Molly, e non era mai stata evitata dalla “Upper class”.
Noel Contessa di Rothes
Noel Dyer-Edwardes era nata nel 1878. Nel 1900 aveva sposato Norman Leslie Conte di Rothes. Si era imbarcata sul Titanic con la cugina del marito e la cameriera, e stava raggiungendo il marito in Canada.
Dopo la collisione, le donne raggiunsero il ponte e si imbarcarono sulla scialuppa 8, al comando del marinaio Thomas Jones. La Contessa si mise subito ai remi, incitando le altre donne a fare lo stesso, facendo coraggio a tutte. Jones, rendendosi conto di aver a che fare con una donna energica e risoluta, pieno di ammirazione per il suo coraggio, la mise al timone della scialuppa. Noel passò il timone alla cugina Gladys per consolare le donne che avevano perso il marito, andando a remare insieme a loro.
Sul Carpathia continuò la sua opera di assistenza ai sopravvissuti, e quando la definirono un’eroina, lei disse di non aver fatto nulla di speciale dando tutto il merito a Jones, la mente, mentre lei sosteneva di essere solo il braccio.
Il marinaio Thomas Jones staccò dalla scialuppa la placca con il numero 8 e lo regalò alla contessa, che contraccambiò con un orologio con la dedica. I due restarono sempre in contatto, scrivendosi per lunghi anni. Dopo la morte di Jones i familiari dell’uomo misero in vendita l’orologio che venne acquistato dai conti Rothes e fa parte, insieme al famoso numero 8, dei cimeli di famiglia.
Noel morì nel 1956.