Donne, uomini e delitti: l’Emancipazione femminile a New York negli anni ’70

Due donne si muovono nell’ombra, confuse in mezzo alla folla delle strade di New York. Una è giovane, ha un brillante curriculum accademico e professionale, un sicuro avvenire davanti a sé; l’altra ha qualche anno in più, non ha terminato gli studi, si arrangia come può per mantenersi insieme ai due figli dopo il divorzio e, anche se le viene riconosciuto un certo talento come scrittrice, è ben lontana dal raggiungere un qualunque successo.

Forse qualche volta si sono incrociate, senza rendersene conto. Né loro né altri possono sospettare che la storia della prima, una brutta storia, farà la fortuna della seconda, in un modo che sembra quasi casuale: all’inizio un articolo giornalistico, che però non riesce bene e, pur commissionato da una rivista, viene rifiutato da questa. Poi però l’idea persiste nella mente dell’autrice, e viene sviluppata in un romanzo: e questo non solo viene pubblicato, ma sarà pure un bestseller e ispirerà un film famosissimo.

La donna più giovane, al centro della brutta storia, si chiama Roseann Quinn ed è nata il 17 novembre 1944. L’altra si chiama Judith Louise Perelman, anche se firma i suoi scritti usando il cognome del primo marito (un altro scrittore, Robert Rossner, valido autore di gialli con lo pseudonimo Ivan T. Ross), Judith Rossner, ed è nata il 31 marzo 1935.

Sotto, Roseann Quinn:

La New York dei primi anni ’70 ha ereditato dal decennio precedente una certa libertà di costumi. È una città piena di giovani, che vogliono vivere a modo loro, anche se non sempre hanno i mezzi per poterselo permettere. Judith non li ha, non ha nemmeno una qualificazione professionale, e passa da un lavoro modesto all’altro, di solito segretaria, intanto che sogna il successo come scrittrice. A Roseann invece non mancano: proveniente da una famiglia benestante, ha studiato Pedagogia e terminato il college nel 1966, poi si è messa a lavorare in una prestigiosa scuola privata gestita da religiosi, la Saint Joseph School, che rappresenta un importante presidio di civiltà nel quartiere malfamato del Bronx, dove peraltro lei è nata, prima che la sua famiglia si trasferisse nel New Jersey. Intanto, sta completando la sua formazione studiando per specializzarsi nell’insegnamento ad alunni disabili, in particolare quelli audiolesi. Sul lavoro, è considerata bravissima.

Judith Louise Perelman / Rossner:

Poiché viene da una famiglia di persone molto morigerate e insegna in una scuola cattolica, nessuno si fa sfiorare dall’idea che possa condurre una doppia vita. Peraltro, parlare di “doppia vita” come se Roseann avesse qualcosa da nascondere, è improprio. Roseann è semplicemente una ragazza con un sacco di interessi, cui piace molto frequentare artisti e intellettuali, in mezzo ai quali ha molti amici; e, messo da parte ogni pregiudizio, vive il suo privato da donna libera.

Purtroppo non può sapere che, certe volte, la libertà ha un prezzo spropositato

Vive a Manhattan, in un monolocale all’interno di un ex albergo della 72esima strada, l’Hotel West Pierre, che è stato convertito in un condominio popolare. La sera, se non ci sono lezioni all’Hunter College cui è iscritta o eventi culturali cui partecipare, se ne va per i tanti locali della zona, a volte solo per leggere seduta ai tavoli, altre a bere qualcosa e farsi fare compagnia, se le capita di incontrare un uomo interessante che la corteggia, perché lei non è tipa da prendere l’iniziativa.

Molto tempo dopo, si ipotizzerà che avesse gusti un po’ estremi. Ma non è affatto sicuro. L’unica certezza è che, almeno una volta, i suoi vicini hanno sentito un trambusto terrificante provenire dal suo appartamento, dopodiché ne è venuto fuori un uomo sconosciuto, andando via di corsa, e infine è uscita lei, con evidenti segni di percosse visibili addosso, ma poi non ci sono state né denunce né altri seguiti.

Forse è stata semplicemente sfortunata

Roseann è abbastanza libera e moderna da passare anche le vacanze di Natale da sola in città, benché la sua famiglia stia nel New Jersey e sia quindi facilissima da raggiungere. Alla Saint Joseph School, la vedono per l’ultima volta a Natale del 1972, quando partecipa alla grande festa che si tiene in sede. Avrebbe dovuto riprendere servizio il 2 gennaio successivo.

Nonostante debba alzarsi presto il giorno dopo, la sera del Capodanno 1973, un lunedì, tra le 21 e le 22, se ne va in un bar chiamato WM Tweeds, che si trova a soli tre isolati da casa propria e del quale è cliente abituale. Qui, si confonde tra i tanti presenti e nessuno sembra fare caso a quando se ne va.

Il mercoledì 3 gennaio, dopo che è stata assente dal lavoro per due giorni, i suoi colleghi cominciano a preoccuparsi. Il preside invia un altro insegnante a casa sua, per vedere come sta. Dopo diverse bussate non risponde nessuno, quindi il collega chiede aiuto al custode dell’edificio, che apre la porta con il proprio passepartout.

La stanza è in disordine, il letto pieghevole è aperto e sopra c’è qualcosa. Una grossa statua copre un accappatoio azzurro disteso su una forma. La forma è il corpo nudo di Roseann, straziato da 18 fendenti inferti con un’arma da taglio, 6 alla gola e 12 all’addome. Chiunque sia stato, prima di andarsene, le ha infilato una candela nella vagina e ha ripulito accuratamente tutte le impronte digitali.

L’All State Cafe (ex Tweeds) dall’altra parte della strada rispetto al condominio di Roseann Quinn, dove la donna incontrò il suo assassino. Fotografia di Feuillade condivisa con licenza Creative Commons via Wikipedia:

La polizia può soltanto provare a ricostruire i suoi ultimi movimenti, cercando di identificare chi era con lei. La traccia interrotta la sera di Capodanno viene riallacciata quando il barista del Copper Hatch, un altro locale della zona, ricorda di averla vista arrivare, tra l’1 e le 2 dell’1 gennaio, insieme ad altri, provenienti dal WM Tweeds. Il proprietario del WM Tweeds pure pensa che sia andata via verso quell’ora e ricorda che non era sola ma insieme a un gruppo di altri avventori, tra i quali due uomini mai visti prima di quella sera, il più giovane dei quali, chiacchierando, ha detto di essere di Chicago e di cercare lavoro a New York. Questo giovane si faceva chiamare Charlie Smith e, tra le altre cose, ha comprato due disegni, uno di Mickey Mouse e uno di Donald Duck, da un caricaturista presente nel locale. Per combinazione, entrambi i disegni sono stati ritrovati nel monolocale di Roseann. Parte quindi la caccia a Charlie Smith, un giovane alto e biondo, dall’aspetto giudicato molto attraente.

La sua identificazione passa per la costituzione dell’altro uomo, un pubblicitario di 42 anni, Geary Guest, che rivela il vero nome di Charlie Smith. Si chiama John Wayne Wilson, ha 23 anni e un passato da truffatore sia in Illinois sia in Florida, dove è anche ricercato. Guest e Wilson si conoscono da qualche anno e inizialmente avevano una relazione, dato che Guest è gay dichiarato e Wilson bisessuale (in Florida ha lasciato anche una moglie incinta), poi sono rimasti comunque amici. La sera di Capodanno, racconterà Guest, sono andati a cena fuori e poi in un bar di Manhattan, il WM Tweeds. Qui, dopo un po’, Guest se n’è andato, mentre Wilson è rimasto.

Qualche ora dopo, Wilson si è presentato a casa di Guest e gli ha raccontato cosa è accaduto. Wilson e Roseann sono andati a casa di Roseann e hanno fumato un po’ di erba, poi sono andati a letto; ma, tra l’alcol bevuto e l’effetto della canna, Wilson ha fatto cilecca; Roseann, anche lei piuttosto su di giri, lo ha schernito per questo, ma Wilson non lo ha trovato affatto divertente, ha perso la testa e l’ha colpita con il proprio coltello, poi ha ripulito la scena del crimine ed è scappato, dimenticando però i disegni. Guest lo ha ospitato per mezza giornata, poi gli ha dato i soldi per andarsene. Dopo una puntata dalla moglie in Florida, Wilson se n’è andato a casa del fratello a Springfield, Illinois.

Guest però queste cose non le racconta subito, perché ci mette un bel po’ a decidere di costituirsi. Lo fa quando vede sui giornali l’identikit di Wilson. Contatta degli amici in California, a un certo punto li raggiunge addirittura lì, dove viene affidato alle cure di un analista e un avvocato, che cercano anche loro di convincerlo a parlare.

Guest è ancora legato a Wilson e teme di mandarlo al patibolo; allora, gli amici californiani lo raggiungono a New York e, dopo due settimane di pressione, Guest cede. L’avvocato ottiene dalla polizia la rassicurazione che Guest non sarà incriminato come complice e lui finalmente si costituisce e racconta tutto, rivelando anche dove è nascosto Wilson.

In realtà, da Spingfield, Wilson se n’è andato a Indianapolis, in Indiana, dove vive in casa della madre. Due poliziotti newyorkesi, Patrick Tomey e John Lafferty, insieme a un agente locale, H. Greg Byrne, lo arrestano senza che opponga resistenza.

Poiché Wilson ha confessato subito, la strategia della difesa è quella di puntare sull’infermità mentale. Mentre è rinchiuso nel carcere chiamato The Tombs, viene ricoverato per qualche tempo al Bellevue Hospital per dei test psicologici. I servizi psichiatrici del Bellevue sono però oberati di lavoro e, a un certo punto, senza che i test siano stati somministrati, Wilson viene restituito al carcere. Anche qui la situazione non è buona e le celle nelle quali i detenuti possono essere sorvegliati per 24 ore al giorno sono tutte occupate. Lo mettono in una cella normale, anche se minaccia di suicidarsi usando le lenzuola quando gliele portano. Le guardie non lo prendono nemmeno sul serio. Invece Wilson si uccide, impiccandosi proprio con quelle lenzuola, la notte del 5 maggio 1973.

Nonostante tutte le possibili responsabilità della sorveglianza in questo tragico esito, non saranno aperte inchieste

Qualche tempo dopo, la scrittrice Nora Ephron, futura regista cinematografica di successo, impegnata a curare un numero di “Esquire” redatto tutto da donne, sapendo che Judith Rossner non se la passa molto bene, le offre la possibilità di scrivere un articolo ben pagato sulla storia di Roseann Quinn. La Rossner è scettica sulle sue capacità di giornalista, e infatti il pezzo viene respinto dal comitato di redazione, che vi ravvisa il pericolo di conseguenze legali. Allora alla Rossner viene in mente di farne un romanzo. Si mette al lavoro e, in pochi mesi, scrive “Lookin for Mr. Goodbar”, che esce nel giugno del 1975.

La storia è quella di Roseann (che nella finzione si chiama Theresa Dunn): un’insegnante impeccabile di giorno che di notte vive libera ma ha la sfortuna di incontrare un criminale che la uccide. Il libro vende 4 milioni di copie, viene tradotto in tutto il mondo (anche in Italia) e finisce per ispirare nel 1977 un celebre film, con lo stesso titolo, destinato a essere a sua volta un successo.

Sotto, l’incontro fra i due come rappresentato nel film, con Diane Keaton e Richard Gere come protagonisti:

La critica però non lo apprezza molto, nonostante la regia prestigiosa di Richard Brooks e un cast stellare nel quale spiccano una splendida Diane Keaton e il giovane ma già bravissimo Richard Gere. La ragione di questo sta nel fatto che il film, concentrandosi sugli aspetti più facili da spettacolarizzare, fa perdere gran parte del significato del libro, che Judith Rossner aveva scritto anche con l’obiettivo di rivendicare il diritto alla libertà di Roseann, visto che per una notevole parte dell’opinione pubblica, fomentata dalla stampa conservatrice, la ragazza aveva fatto quella fine perché:

Se l’era andata a cercare

Judith Rossner scriverà poi un altro bestseller, “August” (pure questo è arrivato in Italia) sull’esperienza della psicanalisi per un adolescente, poi altri libri di successo minore ma molto apprezzati dai critici, e avrà anche altri due mariti, ma smetterà di scrivere per ragioni di salute a fine millennio e morirà il 9 agosto del 2005.

Roberto Cocchis

Barese di nascita, napoletano di adozione, 54 anni tutti in giro per l'Italia inseguendo le occasioni di lavoro, oggi vivo in provincia di Caserta e insegno Scienze nei licei. Nel frattempo, ho avuto un figlio, raccolto una biblioteca di oltre 10.000 volumi e coltivato due passioni, per la musica e per la fotografia. Nei miei primi 40 anni ho letto molto e scritto poco, ma adesso sto scoprendo il gusto di scrivere. Fino ad oggi ho pubblicato un'antologia di racconti (“Il giardino sommerso”) e un romanzo (“A qualunque costo”), entrambi con Lettere Animate.