Creduti per molti secoli protetti da dio per la loro insolita longevità, i cavalieri templari erano in grado, in epoche in cui la vita media si aggirava fra i venticinque e i quarant’anni, di vivere fino a sessanta o settant’anni. Nonostante le loro vite fossero più che mai esposte al pericolo, per via di battaglie o di lunghi viaggi in cerca di reliquie, essi riuscivano a raggiungere la vecchiaia ammalarsi di rado e rimanendo in forze.
Tale condizione, a lungo ritenuta “divina”, secondo recenti studi, come quello condotto dal dottor Francesco Franceschi, dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, potrebbe esser legata allo stile di vita dinamico e alla particolare dieta che i cavalieri templari seguivano. “La longevità è stata una caratteristica peculiare dei Templari, secondo i documenti storici analizzati: Hugues de Payens morì a 66 anni; l’ultimo gran maestro Jacques de Molay quando fu ucciso, dopo 7 anni di prigione, aveva 67 anni.” sostiene Franceschi. Pare che il loro codice di condotta fosse la “Regola Templare”, redatta da Bernardo di Chiaravalle (monaco e abate cistercense) al Concilio di Troyes nel 1129.
Sotto, Benedetto di Chiaravalle, immagine estrapolata da A Short History of Monks and Monasteries di Alfred Wesley Wishart (1865-1933) Immagine di Pubblico Dominio via Wikipedia
Questo rigido schema di regole era ispirato, a tratti, alla Regola benedettina, ma sembra che ancor prima del 1129, i cavalieri Templari avessero diffuso tra loro una serie di indicazioni da seguire severamente; tra queste il voto di castità (non del tutto rispettato, poiché alcuni cavalieri si univano all’ordine già sposati), il divieto di frequentare le donne, e l’obbligo di fare la carità ai poveri, agli orfani e alle vedove.
Ma tra i più importanti codici di comportamento, vi era quello legato al cibo
Sotto, dettaglio del banchetto di Guglielmo I d’Inghilterra. Arazzo di Bayeux, immagine di Pubblico Dominio di Myrabella via Wikipedia
I Templari potevano mangiare a orari stabiliti e in coppia, ma senza mai rivolgersi la parola e osservando il compagno completare il pasto. Dopo aver terminato, essi si alzavano e pregavano, rendendo grazie per il cibo consumato. Gli avanzi venivano raccolti e donati ai poveri, e il pane conservato per i pasti successivi.
Sotto, un fornaio con il suo aiutante. Come si evince dall’illustrazione, la forma più comune era quella rotonda. Immagine tratta dal libro “Den medeltida kokboken” di Maggie Black. Immagine di Pubblico Dominio via Wikipedia
La varietà degli alimenti sulle tavole templari era grande e di prima qualità
Nonostante fosse noto che l’abitudine di mangiare la carne “corrompesse il corpo”, essa era permessa, ma solo tre volte alla settimana. Cronache del tempo riportano che le carni più cucinate erano manzo, pancetta o prosciutto, condite con il sale per insaporirle, o disinfettarle.
Sotto, un cuoco davanti alla stufa con i suoi tipici mestoli: xilografia del 1505 tratta da Kuchenmaistrey, il primo libro di cucina in tedesco (1498) Immagine di Pubblico Dominio via Wikipedia
Di Domenica la carne veniva veniva mangiata abitualmente, e i membri più importanti potevano consumarla sia a pranzo sia a cena
Anche che le porzioni pare fossero realmente abbondanti, (soprattutto quando la carne arrivava sulle tavole con qualche giorno di ritardo di ritardo) tanto da “poter sfamare, con gli avanzi due poveri uomini”. Il resto della settimana, i cavalieri templari seguivano una dieta più ricca di frutta e verdura. Queste potevano essere accompagnate non solo dal pane, ma anche da prodotti animali, come uova o latte.
In alternativa, venivano cucinati una sorta di porridge, preparato con avena o legumi, oppure stufati di verdure, fonte di fibre, che i più alti membri dei cavalieri insaporivano con spezie costose, come il cumino. La frutta veniva scelta fresca, coltivata nei giardini dei monasteri, o secca; melograni, fichi, mandorle e olive, tutti prodotti mediterranei, erano i favoriti dai cavalieri.
Il Venerdì era invece il giorno dedicato all’alimentazione priva di carne, o di prodotti animali
Per riuscire a mangiare abbondantemente, i Templari consumavano pesce da loro allevato (essiccato o sotto sale), o prodotti in sostituzione di latticini e uova, come il latte di mandorle. Sebbene, come abbiamo visto, le regole fossero molto rigide, queste venivano ignorante nel caso in cui i confratelli fossero malati o deboli; a loro venivano somministrati carne e alimenti ricchi di proprietà nutrienti anche di Venerdì, in modo da riportarli in salute il prima possibile.
Sotto, La bottega di un macellaio del XIV secolo. Dalla rastrelliera pendono la carcassa intera di un maiale e altri pezzi di carne, mentre il commerciante prepara dei tagli per il cliente. Da Tacuino Sanitatis, XIV secolo Immagine di Pubblico Dominio di Sailko via Wikipedia
Ad accompagnare i pasti, insieme all’acqua, era permesso bere una quantità razionata di vino, poiché era detto che il vino “non doveva essere consumato eccessivamente, ma con moderazione. Perché Salomone disse ‘Il vino corrompe il saggio‘”.
In Terra Santa veniva preparato e somministrato anche l’“Elisir di Gerusalemme”, un insieme a base di polpa di aloe vera (potente antisettico), canapa (antinfiammatorio) e vino di palma, il quale probabilmente veniva usato per combattere le infezioni dovute a ferite o malanni.
Sotto, una matrona mostra come maneggiare e conservare nel modo corretto il vino. British Library, Londra. Immagine tratta dal libro “Den medeltida kokboken” di Maggie Black. Immagine di Pubblico Dominio di Peter Isotalo via Wikipedia
Tanto quanto l’alimentazione, era regolata anche l’igiene dei Templari; era obbligatorio lavarsi le mani prima di mangiare o pregare, oppure non permettere a confratelli tornati dal lavoro nei campi di maneggiare il cibo nelle cucine e mantenere tovaglie e tovaglioli sempre puliti.
Nonostante oggi sia noto che tali comportamenti possono prevenire il prolificare dei germi, all’epoca nulla di tutto ciò era risaputo, ma pare che grazie al contatto dell’ordine templare con alcuni esperti dottori arabi, i più all’avanguardia del Medioevo, essi siano riusciti a scongiurare epidemie e malattie nelle loro cerchie, guadagnando così longevità e resistenza fisica.
La dieta templare era dunque più che all’avanguardia, con la sua regolare assunzione di frutta, verdura, legumi e carne, accompagnata da una scrupolosa igiene degli alimenti e dei commensali
I Templari dovevano mantenere una buona forma fisica, risultato di duri allenamenti e di una scrupolosa nutrizione. Risulta assai interessante constatare quanto, senza le odierne conoscenze di medicina, i cavalieri Templari abbiano saputo sostenere i loro fisici e la loro salute con i giusti apporti di nutrizionali, intuendo persino l’importanza di una corretta pulizia del corpo e delle pietanze.