Dhanushkodi era una città dell’India ubicata esattamente di fronte allo Sri Lanka, l’ultimo avamposto umano prima dello stretto canale fra le due nazioni. Il significato del suo nome significa “Fine dell’Arco”, e simboleggia la particolare posizione geografica della città.
Le scritture Hindu sostengono che fu Rama a costruire un ponte fra India e Sri Lanka, chiamandolo “Ram Setu“, Ponte di Rama. Il ponte serviva per portare il suo esercito fra la terraferma e lo Sri Lanka, e dopo che Rama vinse la guerra ed incoronò un nuovo Re del Lanka, Vibhishana gli chiese di distruggere il collegamento. Secondo la mitologia indù, Rama distrusse il ponte con l’estremità del suo arco, e infatti il nome “Dhanushkodi” significa esattamente “Fine dell’Arco”.
Sotto, il lembo di terra di Dhanushkodi: Fotografia via Wikipedia:
La serie di scogli e isolotti che si trovano fra l’India e lo Sri Lanka suggerisce che un tempo i due stati fossero collegati da una striscia di terreno. Il tempio Kodhanda Ram Kovil segna il luogo dove si dice che Rama avesse iniziato il suo viaggio verso il Lanka. I pellegrini indù sono soliti fare il bagno in questo punto dell’Oceano prima di completare il pellegrinaggio a Rameswaram. Il sito è considerato un punto di confluenza sacro fra il Golfo del Bengala e l’Oceano Indiano. Il pellegrinaggio alla città santa di Kashi, nel nord dell’India, non è completo senza raggiungere anche Rameswaram, che comprende il bagno rituale a Dhanushkodi.
La città e il ciclone
Dhanushkodi è un punto che potrebbe considerarsi il confine terrestre tra l’India e lo Sri Lanka, ed è anche uno dei più piccoli confini al mondo, con una larghezza di soli 45 metri di terra. Prima del ciclone del 1964, Dhanushkodi era una città turistica e di pellegrinaggio visitata da moltissime persone. Fra Ceylon (oggi Sri Lanka) e l’India vi sono soli 31 chilometri di distanza, ed erano presenti molti traghetti che collegavano Dhanushkodi a Talaimannar, sull’isola. A Dhanushkodi erano presenti alberghi, negozi di tessuti e numerosissime attività che accoglievano i pellegrini. Prima del ciclone del ’64, il treno arrivava alla stazione di Dhanushkodi sino al molo, dove i viaggiatori venivano imbarcati e portati in Sri Lanka attraverso lo stretto di Palk.
Fra il 22 e il 23 Dicembre del 1964, venti con velocità di 280 chilometri orari si abbatterono su Dhanushkodi, generando onde di 7 metri di altezza che distrussero interamente l’agglomerato urbano. Il 22 Dicembre di quell’anno, alle 23:55, il treno 653 della linea Pamban-Dhanushkodi era carico con 110 passeggeri e 5 addetti ai lavori quando venne investito dalla forza dell’onda distruttrice. Il treno venne spazzato via uccidendo tutti i presenti, e delle carrozze non furono trovate tracce sino a due giorni dopo.
Sotto, i resti della linea ferroviaria distrutta: Fotografia via Wikipedia:
Durante la tempesta morirono circa 1.800 persone e la città di Dhanushkodi fu praticamente spazzata via dalla furia del mare.
In seguito al disastro, il governo dichiarò Dhanushkodi una città fantasma non idonea alla vita
Oggi vi sono solo due pescatori che abitano in città. Nel dicembre del 2004, poco prima dell’arrivo dello Tsunami che interessò l’Oceano Indiano, il mare attorno a Dhanushkodi si ritirò di circa 500 metri dalla costa, esponendo la parte sommersa della città. Questo evento, rarissimo, fu testimoniato dai pescatori locali.
La città Oggi
Dhanushkodi si può raggiungere a piedi o con mezzi adatti alla sabbia, ed oggi è completamente abbandonata. Le linee ferroviarie che attraversavano la zona furono lasciate all’abbandono in seguito al disastro naturale, e degli edifici del paese non rimangono che relitti abbandonati, tetri testimoni di un evento che distrusse un punto considerato sacro dall’intera comunità Indù.
Sotto, i resti della Stazione Ferroviaria: Fotografia di Nsmohan condivisa con licenza CC BY-SA 3.0 via Wikipedia:
I resti di un Tempio: Fotografia via Wikipedia condivisa con licenza CC BY-SA 3.0:
L’ultima parte di Dhanushkodi, dove un tempo arrivava la stazione ferroviaria, oggi è semplicemente una spiaggia:
Un relitto: Fotografia condivisa via Wikipedia:
Turisti sulla spiaggia: fotografia condivisa con licenza CC BY-Sa 3.0 via Wikipedia: