Non ha l’impatto drammatico di Notre Dame de Paris di Victor Hugo, o la profondità psicologica di Madame Bovary, di Flaubert, eppure, “I tre moschettieri”, di Alexandre Dumas (padre) è uno dei romanzi francesi più letti e tradotti nel mondo, per non parlare delle numerosissime trasposizioni cinematografiche e televisive.
La serie di romanzi sui Tre Moschettieri – Edizioni Lucchi, 1960
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Nonostante tutta questa notorietà, forse non molti sanno che l’autore si ispirò, per il protagonista d’Artagnan, ad un personaggio realmente esistito, Charles de Batz de Castelmore, conte d’Artagnan, la cui vita era stata raccontata in modo molto romanzesco, nel 1700, dallo scrittore Courtilz de Sandras nelle sue Mémoires de M. d’Artagnan.
Illustrazione dal romanzo di Courtilz de Sandras “Les mémoires de M. d’Artagnan”
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L’opera di Dumas (che comprende anche i successivi “Vent’anni dopo” e “Il Visconte di Bragelonne”) è costellata di figure storiche, come i cardinali Richelieu e Mazzarino, il Re e la regina di Francia, il Duca di Buckingham.
Alexandre Dumas
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La trama è nota: nella Francia del 1625 l’aspirante moschettiere d’Artagnan, che arriva a Parigi dalla natia Guascogna, prima si scontra con i tre più valenti moschettieri, Athos, Porthos e Aramis, per poi stringere con loro un legame fortissimo fatto di amicizia e rispetto, una fratellanza all’apparenza indissolubile. I quattro, in perenne conflitto con le guardie del cardinale Richelieu, sono al servizio di Re Luigi XIII, sposato con Anna d’Austria, regina invisa al potente Cardinale, oltre che per le sue origini spagnole anche per l’amante che si è scelta, il Duca di Buckingham. I quattro fratelli d’armi saranno coinvolti in innumerevoli intrighi e più volte rischieranno la vita per proteggere l’onore della Regina.
D’Artagnan e i tre moschettieri – illustrazione del 1894
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Per ostacolare i tre moschettieri, Richelieu ingaggia anche la perfida quanto bellissima Milady de Winter, abile spia che usa il suo fascino per irretire l’ingenuo d’Artagnan.
Tra avventure, lotte, intrighi, ma anche un pizzico di amore fugace, si viene a scoprire che uno dei tre moschettieri, Athos, è stato in passato sposato con la bella Milady. La donna, che non mostra alcuno scrupolo, ha sulla pelle il marchio dell’infamia: il giglio che veniva tatuato su una spalla dei condannati a morte.
Dopo una serie di rocambolesche avventure, Milady viene alla fine arrestata e giustiziata, ma non prima di aver contribuito all’uccisione del Duca di Buckingham e della dolce Constance, guardarobiera reale innamorata di d’Artagnan.
Il romanzo si conclude con i quattro moschettieri che prendono strade diverse: d’Artagnan viene nominato luogotenente del Re, il distinto Aramis diventa un uomo di chiesa, il verace e fortissimo Porthos si sposa, mentre il più misterioso e affascinante dei quattro, Athos, prende possesso di un’eredità (ma le loro avventure continueranno nei due successivi romanzi).
Striscione del quotidiano Le Siècle del 14 marzo 1844 che annunciava ai lettori l’inizio della telenovela
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Ma chi era il vero D’Artagnan?
Charles de Batz-Castelmore, conte di d’Artagnan, era il quarto figlio di una famiglia nobile della Guascogna che, nonostante il titolo, aveva risorse economiche assai modeste. Per tradizione, i maschi della famiglia intraprendevano la carriera militare, e d’Artagnan, a 20 anni, volle prendere quella strada: prestò ben 15 anni di servizio militare e il cardinale Mazzarino (successore di Richelieu) lo prese sotto la sua ala protettiva.
D’Artagnan in un ritratto di Adam François van der Meulen – Ante 1690
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D’Artagnan rimase in servizio come moschettiere fino a quando il corpo fu sciolto, nel 1646, dallo stesso cardinale Mazzarino. Il guascone continuò comunque a servire il Cardinale in delicate missioni di spionaggio o di cattura e custodia di nemici politici. Uomo dedito al suo dovere, non mancava di brillante capacità analitica e grande fedeltà ai propri ideali, con un senso della giustizia molto forte.
Prestò servizio anche dopo la morte del cardinal Mazzarino, nel 1661, visto che godeva della piena fiducia del re Luigi XIV, tanto da ricevere la nomina a governatore di Lille.
D’Artagnan però amava la guerra e non la politica. Fu quindi entusiasta di tornare a combattere, richiamato da Luigi XIV, nella guerra franco-olandese. Durante l’assedio di Maastricht, nel giugno del 1673, fu però raggiunto da un colpo di moschetto che lo uccise.
Album di fumetti statunitensi
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Così finì la vita di uno dei moschettieri più valorosi che la Francia abbia mai avuto e che divenne immortale grazie alla penna di uno scrittore altrettanto immortale.