Durante i nostri articoli, ci siamo soffermati sull’importanza del mettersi in ascolto, dell’osservazione e della comunicazione, in particolare quella empatica, oggi vorremmo raccontarvi di come, proprio da questo, sia nato un nuovo progetto.
Vi avevamo accennato che si sarebbero state delle novità… Abbiamo mantenuto la parola!
Federica, infatti, ha deciso di intraprendere con Elena un percorso di educazione parentale, dove, le attività vengono create in base alle esigenze della piccola. Come ci insegna il Metodo ACA, prima di mettersi all’opera è necessario osservare il bambino, individuando le sue attitudini, le abilità, le difficoltà da colmare e i punti da valorizzare, successivamente si procede con la creazione del progetto.
Avendo illustrato più volte dei giochi che Elena compie con la sua mamma, sicuramente voi lettori vi starete chiedendo qual è allora la novità: vi assicuriamo che è qualcosa di diverso, ma prima di entrare nel merito della questione e capire meglio di cosa stiamo parlando, è opportuno spiegare le motivazioni che hanno portato Federica a fare questo passo.
Come ormai saprete, Elena è una bambina italo cinese con mamma italiana e papà cinese; il voler trasmetterle le due lingue e le relative culture è stato fin dall’inizio “uno scoglio da superare”, i suoi genitori si sono sempre guardati attorno, cercando di capire quale fosse la strada migliore da intraprendere.

L’italiano, seppur dovrebbe essere la sua lingua madre, è in un certo senso penalizzato dal contesto in cui ci si trova: la bambina può parlarlo solo ed esclusivamente con i genitori. Elena non frequenta ancora la scuola materna, ma in ogni caso la lingua italiana non sarebbe una materia di studio.
Servono degli strumenti adeguati a farle apprendere l’italiano in modo completo, con delle attività create ad hoc per lei e che si attendano il più possibile alle esperienze di vita quotidiana.
Come fare allora? Federica è laureata in lingue e non ha alcuna base pedagogica, le sue esperienze sono legate principalmente ai progetti di mediazione linguistica nelle scuole e attività di prima alfabetizzazione per bambini da poco arrivati in Italia. Volendo iniziare un percorso che abbia una certa continuità e solidità, l’avere un buon punto di riferimento diventa indispensabile. Perché allora non seguire una “programmazione” simile a quella proposta nelle scuole materne in Italia, in particolare nella sezione Primavera?
Federica sostiene i principi del Metodo ACA fin da quando si è formata. L’averlo utilizzato con la bambina ha portato a risultati chiari ed evidenti. Inoltre, le attività svolte nelle scuole a Metodo a detta di Federica sono interessanti e stimolanti, offrono degli ottimi spunti per chi, come lei, vuole cimentarsi a casa con i propri bambini.
Perché quindi non iniziare un percorso quotidiano con una programmazione flessibile fatto su misura per Elena?
Detto questo potrebbe sembrare tutto molto semplice, o forse troppo complicato, a seconda dei punti di vista. È qualcosa che può offrire numerose soddisfazioni, vedere crescere il proprio bambino e seguirlo così da vicino, non è una cosa che capita così spesso, non dimentichiamoci che “Il buon processo comunicativo porta a voler bene all’insegnante e quindi al successo dell’apprendimento”. Il bambino si mette in relazione con l’adulto, si fida di lui, è incuriosito da ciò che dice e quindi di sente motivato a imparare. Questo succede con i più piccoli, ma anche con gli adulti. Prima di iniziare un percorso di studio, è fondamentale creare questo rapporto empatico, dove io mi metto nei panni dell’altro, lo osservo, lo ascolto, cerco di comprendere i suoi stati d’animo. (Per un approfondimento riguardo alla “Relazione educativa” si veda l’articolo “L’Importanza della relazione educativa” pubblicato qui su Vanilla Magazine.
Certamente ci sono alcuni ostacoli che però con un lavoro accurato possono essere comunque superati. Facciamo degli esempi: sia che si tratti di “home schooling”, educazione parentale o come si voglia chiamare, un punto che salta subito all’occhio è la mancanza di socializzazione. Il bambino si trova a lavorare con il genitore o con un insegnante privato, senza la possibilità di stare con i propri coetanei.
A questo proposito, è opportuno ritagliare degli spazi durante la giornata in cui si possa uscire a giocare con gli amici. Se per esempio, si preferisce dedicare la mattinata alle attività, il pomeriggio può essere organizzato diversamente. Uno dei vantaggi di questo percorso è proprio la flessibilità, non essendoci vincoli temporali, ci si può gestire il tempo come meglio si crede.
Un altro aspetto è quello legato alla routine: i bambini hanno bisogno di tempistiche in grado di favorire l’attenzione, lo sviluppo di competenze ed autonomie ma anche di svago e divertimento.
L’educazione parentale favorisce lo scandire della giornata (ma ribadiamo che è importante che ciascuna famiglia sia in grado di gestire con flessibilità il proprio tempo): dall’attività del mattino, allo spuntino, all’uscita in giardino, il pranzo e il riposo, l’uscita al parco con gli amici… Ovviamente questo non è uno schema fisso, ma solo un esempio di come potrebbe essere e di quanto questo possa favorire non solo lo sviluppo del bambino, ma anche i genitori che desiderano attivare l’educazione parentale.
Durante queste settimane, Federica ed Elena hanno vissuto una routine molto interessante intrisa di esperienze, gioia e quotidianità che aiutano e sostengono una crescita sana ed armoniosa.
E allora, siete pronti a iniziare questo viaggio? A presto con altrettanti aggiornamenti.
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a cura di Haidi Segrada e Federica Mascheroni