Dai ventisette ai trenta mesi: un adattamento ricco di insidie

Nel corso di questa ricerca abbiamo deciso di affrontare svariati temi, proprio per far capire, a voi lettori, cosa può implicare un percorso di crescita di un bambino e in, modo particolare, se esposto a bilinguismo.

Come abbiamo ribadito più volte, si tratta di un fenomeno affascinante ma alquanto complesso e ricco di sfide soprattutto per genitori ed educatori che a volte faticano a individuare la strada migliore da intraprendere.

Fotografia di pubblico dominio via Unsplash.

Il nostro viaggio con Elena e il suo sviluppo continua, e oggi ci concentriamo in maniera particolare su di lei, cos’è cambiato in questi mesi? La bambina ha trovato un suo nuovo equilibrio?

A inizio novembre si è trasferita in una grande città e di conseguenza, lei e i suoi genitori hanno dovuto ricominciare tutto da capo. Come ha riferito la mamma, a circa un mese dal trasloco, dal punto di vista affettivo-relazionale, Elena appare un pò chiusa, quando è al parco giochi si mostra un timida. La nuova casa, il parco con bambini sconosciuti, tanti sono i cambiamenti e la bambina non ha ancora avuto modo di trovare un suo “punto di riferimento”. Se qualcuno le dà un gioco, ha quasi paura a prenderlo. È capitato che chiedesse alla mamma perché gli altri bambini non le parlassero. Solitamente preferisce stare con quelli più grandi, in particolare con chi le offre maggiore attenzione e, in un certo senso, la “protegga”.

Nonostante il continuo coinvolgimento e il supporto, da parte dei genitori, i primi mesi a Nanning non sono stati facili e la nuova ondata di Covid registratasi tra metà dicembre e metà gennaio non ha certo aiutato la situazione.

A febbraio le cose sono cambiate: Elena è andata per la prima volta in Italia a trovare i suoi nonni materni e si è trovata di fronte a un panorama del tutto diverso; questo però è un altro capitolo che affronteremo nel prossimo articolo.

Verso fine novembre e inizio dicembre la bambina ha potuto “assaporare” tradizioni di entrambe le culture: ha festeggiato il Natale con i genitori, che si sono impegnati il più possibile per ricreare quell’atmosfera di gioia e stupore che questa festa porta con sé; nel mese di gennaio invece si è tenuto il capodanno cinese.

La visita dei nonni paterni ha portato una ventata di aria fresca. Finalmente, dopo alcune settimane, hanno potuto trascorrere dei piacevoli momenti tutti insieme: Elena ha apprezzato molto la loro la compagnia, tanto che non voleva lasciarli andare. Più volte ha dimostrato la volontà di andare a Beihai a trovarli, ha anche detto che lì c’era la sua casa, come se non accettasse il fatto di aver traslocato. Molto probabilmente, alla bambina manca il giocare con i suoi amici, come prima.

In parte per il poco tempo dedicato alle uscite a causa del covid e un pò per la mancanza di amici, Elena ha iniziato ad associare a Nanning qualcosa di negativo.

In questi mesi Federica ha proseguito con il progetto di educazione parentale che si è concentrato inizialmente sulla preparazione delle festività natalizie (Potete rileggere l’articolo in questa pagina) e, successivamente, del viaggio in Italia. Durante lo svolgimento di queste attività, Elena ha sempre dimostrato particolare interesse, voglia di imparare e scoprire cose nuove, come per esempio la passione per la pittura con gli acquerelli.

La piccola si è riavvicinata in modo spontaneo e naturale alla lingua inglese, chiedendo spesso ai suoi genitori come si diceva una determinata parola (inizialmente i colori). Ha iniziato anche a chiedersi “Di che colore è?”  tanto da fornirsi una risposta breve, lasciando mamma e papà a bocca aperta.

Il  gioco del “Memory” con i numeri, i giochi sulle lettere dell’alfabeto, la pittura, la decorazione della casa, i giochi di ruolo, la sperimentazione con il proprio corpo e molto altro (il tutto in  puro stile Metodo ACA),  hanno fornito alla bambina una buona quantità di stimoli diversi, assicurandole una crescente conoscenza e dimestichezza con l’italiano: quel voler giocare con la lingua e quell’attitudine a tradurre quanto detto in base alle persone con cui si sta relazionando, di cui abbiamo parlato nell’articolo sui benefici del bilinguismo (Lo potete trovate a questo link).

In questo periodo la bambina ha appreso circa 300 parole in italiano. Bisogna tenere conto che nel mese di febbraio è andata in Italia con i suoi genitori e quindi il tempo di esposizione alla sua lingua materna è stato di gran lunga superiore rispetto alla L2, parlata solamente qualche volta con i nonni paterni e il papà.

Nel prossimo articolo ci concentreremo sul viaggio affrontato da Elena e sugli effetti da un punto di vista pedagogico, linguistico, relazionale. Continuate a seguirci, a presto!

a cura di Haidi Segrada e Federica Mascheroni

Haidi Segrada

Haidi Segrada è esperta in glottodidattica infantile, formatrice e docente a contratto all’Università degli Studi dell’Insubria nell’ambito dei corsi CIM (Comunicare e Interagire con i Minori). Direttrice di Scuola dell’Infanzia, è autrice di diversi testi a carattere pedagogico- didattico e ideatrice del Metodo educativo-pedagogico per bambini dai 2 ai 6 anni “A.C.A. – Ascolto, Comunicazione, Azione”.